Author: | Stefania Paone | ISBN: | 9788849299625 |
Publisher: | Gangemi Editore | Publication: | April 2, 2015 |
Imprint: | Gangemi Editore | Language: | Italian |
Author: | Stefania Paone |
ISBN: | 9788849299625 |
Publisher: | Gangemi Editore |
Publication: | April 2, 2015 |
Imprint: | Gangemi Editore |
Language: | Italian |
Sorta sul sito di Santa Maria dei Franchi, secondo la tradizione una fondazione dell’XI secolo, la chiesa di Santa Maria della Consolazione si deve alla committenza del conte di Altomonte Filippo I Sangineto, coraggioso uomo d’arme e alto funzionario di re Roberto d’Angiò, avendo egli ricoperto il ruolo di siniscalco di Provenza tra il 1331 e il 1347, un anno prima del definitivo ritorno nel feudo calabrese. Il linguaggio architettonico deriva dall’adozione di alcuni elementi dell’architettura mendicante, nelle sue declinazioni meridionali sulle quali s’innestano schiette cadenze del Midi francese particolarmente evidenti nel disegno della facciata e nel suo apparato decorativo. L’interno è dominato dal grande monumento funebre dei Sangineto, esemplato sul modello dei sepolcri regi di Napoli, realizzati dallo scultore senese Tino di Camaino. Della ricca dotazione, un vero e proprio tesoro descritto dalle fonti, sono testimonianza pochi ma preziosissimi manufatti conservati nel Museo Civico di Altomonte: il San Ladislao di Simone Martini, due ante di polittico riferite a Bernardo Daddi e due lastre in alabastro con Storie dell’Infanzia di Maria, della Passione e del Giudizio Universale realizzate da un atelier francese.
Sorta sul sito di Santa Maria dei Franchi, secondo la tradizione una fondazione dell’XI secolo, la chiesa di Santa Maria della Consolazione si deve alla committenza del conte di Altomonte Filippo I Sangineto, coraggioso uomo d’arme e alto funzionario di re Roberto d’Angiò, avendo egli ricoperto il ruolo di siniscalco di Provenza tra il 1331 e il 1347, un anno prima del definitivo ritorno nel feudo calabrese. Il linguaggio architettonico deriva dall’adozione di alcuni elementi dell’architettura mendicante, nelle sue declinazioni meridionali sulle quali s’innestano schiette cadenze del Midi francese particolarmente evidenti nel disegno della facciata e nel suo apparato decorativo. L’interno è dominato dal grande monumento funebre dei Sangineto, esemplato sul modello dei sepolcri regi di Napoli, realizzati dallo scultore senese Tino di Camaino. Della ricca dotazione, un vero e proprio tesoro descritto dalle fonti, sono testimonianza pochi ma preziosissimi manufatti conservati nel Museo Civico di Altomonte: il San Ladislao di Simone Martini, due ante di polittico riferite a Bernardo Daddi e due lastre in alabastro con Storie dell’Infanzia di Maria, della Passione e del Giudizio Universale realizzate da un atelier francese.