Il villaggio di Stepančikovo e i suoi abitanti

traduzione di Bruno Osimo

Fiction & Literature, Classics
Cover of the book Il villaggio di Stepančikovo e i suoi abitanti by Fedor Dostoevskij, Bruno Osimo
View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart
Author: Fedor Dostoevskij ISBN: 9788898467365
Publisher: Bruno Osimo Publication: July 10, 2018
Imprint: Language: Italian
Author: Fedor Dostoevskij
ISBN: 9788898467365
Publisher: Bruno Osimo
Publication: July 10, 2018
Imprint:
Language: Italian

Mio zio, il colonnello Egór Il'ìč Rostanev, andando a riposo si trasferì nel villaggio di Stepànčikovo, che aveva ricevuto in eredità, e si mise a viverci come un proprietario terriero che per tutta la vita non abbia mai messo piede fuori dai propri possedimenti. Vi sono persone che sono proprio soddisfatte di ogni cosa e che si abituano a tutto; proprio così era il carattere del colonnello a riposo. Era difficile immaginare persona più pacifica e più accomodante. Se gli avessero chiesto seriamente di portare qualcuno in spalla per un paio di verste, forse l'avrebbe anche fatto: era così buono che a volte era disposto a dare decisamente tutto alla minima richiesta e, poco ci mancava, a dividere la sua ultima camicia con chiunque glielo avesse chiesto. Aveva un aspetto imponente: era alto e slanciato e aveva guance rubizze, denti bianchi come zanna d'elefante, lunghi baffi castani, una voce forte e chiara e una risata sincera e fragorosa; parlava a scatti e in fretta. All'epoca avrà avuto quarant'anni e aveva trascorso tutta la vita, si può dire quasi da quando aveva sedici anni, negli ussari. Si era sposato ancora molto giovane, aveva amato sua moglie con passione; ma lei era morta, lasciando nel suo cuore un ricordo indelebile, di riconoscenza. Infine, dopo avere ricevuto in eredità il villaggio di Stepànčikovo, che accrebbe il suo patrimonio a seicento anime, si era ritirato dal servizio e, come è già stato detto, si era messo a vivere nel villaggio insieme con i figli: Iljùša, di otto anni (la cui nascita era costata la vita alla madre) e la figlia maggiore Sàšen'ka, una ragazza di una quindicina d'anni che, da quando era morta la madre, era stata educata in un collegio a Mosca. Ma presto la casa dello zio finì per assomigliare all'arca di Noè. Ecco come accadde.

View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart

Mio zio, il colonnello Egór Il'ìč Rostanev, andando a riposo si trasferì nel villaggio di Stepànčikovo, che aveva ricevuto in eredità, e si mise a viverci come un proprietario terriero che per tutta la vita non abbia mai messo piede fuori dai propri possedimenti. Vi sono persone che sono proprio soddisfatte di ogni cosa e che si abituano a tutto; proprio così era il carattere del colonnello a riposo. Era difficile immaginare persona più pacifica e più accomodante. Se gli avessero chiesto seriamente di portare qualcuno in spalla per un paio di verste, forse l'avrebbe anche fatto: era così buono che a volte era disposto a dare decisamente tutto alla minima richiesta e, poco ci mancava, a dividere la sua ultima camicia con chiunque glielo avesse chiesto. Aveva un aspetto imponente: era alto e slanciato e aveva guance rubizze, denti bianchi come zanna d'elefante, lunghi baffi castani, una voce forte e chiara e una risata sincera e fragorosa; parlava a scatti e in fretta. All'epoca avrà avuto quarant'anni e aveva trascorso tutta la vita, si può dire quasi da quando aveva sedici anni, negli ussari. Si era sposato ancora molto giovane, aveva amato sua moglie con passione; ma lei era morta, lasciando nel suo cuore un ricordo indelebile, di riconoscenza. Infine, dopo avere ricevuto in eredità il villaggio di Stepànčikovo, che accrebbe il suo patrimonio a seicento anime, si era ritirato dal servizio e, come è già stato detto, si era messo a vivere nel villaggio insieme con i figli: Iljùša, di otto anni (la cui nascita era costata la vita alla madre) e la figlia maggiore Sàšen'ka, una ragazza di una quindicina d'anni che, da quando era morta la madre, era stata educata in un collegio a Mosca. Ma presto la casa dello zio finì per assomigliare all'arca di Noè. Ecco come accadde.

More books from Bruno Osimo

Cover of the book I cambiamenti prototesto-metatesto, un modello con esempi basati sulla traduzione della Bibbia by Fedor Dostoevskij
Cover of the book Poesie dall'ospedale psichiatrico by Fedor Dostoevskij
Cover of the book Dictionary of Translation Studies by Fedor Dostoevskij
Cover of the book La traduzione dei realia by Fedor Dostoevskij
Cover of the book L'arciereo: racconto (tradotto) by Fedor Dostoevskij
Cover of the book A Silva by Fedor Dostoevskij
Cover of the book Per tenerti la mano tra coyote e cinghiale by Fedor Dostoevskij
Cover of the book La transmedialità dell'autocomunicazione della cultura by Fedor Dostoevskij
Cover of the book Valutrad: un modello per la qualità della traduzione by Fedor Dostoevskij
Cover of the book La semiosfera: culture by Fedor Dostoevskij
Cover of the book Il modello della struttura bilingue by Fedor Dostoevskij
Cover of the book La traduzione totale di Peeter Torop by Fedor Dostoevskij
Cover of the book Sei un vaso di fiori di campo by Fedor Dostoevskij
Cover of the book Ragazzi: racconto by Fedor Dostoevskij
Cover of the book Basic notions of Translation Theory by Fedor Dostoevskij
We use our own "cookies" and third party cookies to improve services and to see statistical information. By using this website, you agree to our Privacy Policy