Author: | AA.VV. | ISBN: | 9788892170230 |
Publisher: | Giappichelli Editore | Publication: | January 31, 2018 |
Imprint: | Giappichelli Editore | Language: | Italian |
Author: | AA.VV. |
ISBN: | 9788892170230 |
Publisher: | Giappichelli Editore |
Publication: | January 31, 2018 |
Imprint: | Giappichelli Editore |
Language: | Italian |
Una ricognizione di quanto emerso a proposito delle Autonomie speciali nel dibattito politico e giuridico che ha accompagnato il disegno di legge costituzionale bocciato dal referendum del dicembre del 2016, consente di individuare molti luoghi comuni sul tema, generalmente di segno critico e negativo. Pur rifuggendo da frettolose generalizzazioni, si deve ammettere che in alcuni casi si tratta di affermazioni frutto in parte di una conoscenza superficiale dei cinque (rectius sette) ordinamenti differenziati, in parte portato di generalizzazioni che non considerano le diversità che li contraddistinguono, sia per la loro genetica, sia per come l’autonomia è stata in concreto declinata e interpretata dagli attori istituzionali. Una rilettura in controluce di dette analisi critiche rivela come esse si configurino, a tratti, quale prodotto di un approccio culturale che non tiene forse nella dovuta considerazione la cornice teorico-generale nella quale si inscrive la nostra forma di Stato regionale (ovvero il decentramento come processo) e le caratteristiche dell’attuale fase del costituzionalismo (che non rendono più concepibile, per diverse ragioni, un paradigma statuale accentrato e uniforme).
Una ricognizione di quanto emerso a proposito delle Autonomie speciali nel dibattito politico e giuridico che ha accompagnato il disegno di legge costituzionale bocciato dal referendum del dicembre del 2016, consente di individuare molti luoghi comuni sul tema, generalmente di segno critico e negativo. Pur rifuggendo da frettolose generalizzazioni, si deve ammettere che in alcuni casi si tratta di affermazioni frutto in parte di una conoscenza superficiale dei cinque (rectius sette) ordinamenti differenziati, in parte portato di generalizzazioni che non considerano le diversità che li contraddistinguono, sia per la loro genetica, sia per come l’autonomia è stata in concreto declinata e interpretata dagli attori istituzionali. Una rilettura in controluce di dette analisi critiche rivela come esse si configurino, a tratti, quale prodotto di un approccio culturale che non tiene forse nella dovuta considerazione la cornice teorico-generale nella quale si inscrive la nostra forma di Stato regionale (ovvero il decentramento come processo) e le caratteristiche dell’attuale fase del costituzionalismo (che non rendono più concepibile, per diverse ragioni, un paradigma statuale accentrato e uniforme).