Author: | Giuseppe Mayer, Pepe Moder, Dario Cardile | ISBN: | 9788823815100 |
Publisher: | Egea | Publication: | October 6, 2017 |
Imprint: | Egea | Language: | Italian |
Author: | Giuseppe Mayer, Pepe Moder, Dario Cardile |
ISBN: | 9788823815100 |
Publisher: | Egea |
Publication: | October 6, 2017 |
Imprint: | Egea |
Language: | Italian |
Le imprese del terzo millennio devono imparare a leggere il contesto storico per non rimanere costrette in una tattica di adattamento, ma piuttosto impostare una strategia di anticipazione delle sfide. È richiesta una modifica strutturale del modo di fare business: non basta proporre buoni prodotti, occorre immaginare come questi saranno adottati, in quale contesto culturale e tecnologico arriveranno sul mercato e con quali altre possibili soluzioni dovranno confrontarsi per rispondere in maniera proattiva alle esigenze dei clienti attuali e futuri. Insomma: le imprese devono darsi un’organizzazione «a prova di futuro». Se la digitalizzazione è ormai in atto da vent’anni, le sue conseguenze sono infatti ancora da sviluppare. E se ogni ondata innovativa costituisce un potenziale rischio da prevenire, rappresenta anche un’incredibile opportunità. Parlare di digitale non è parlare di tecnologia: è parlare di una dimensione culturale, sociale ed economica della vita umana in continua evoluzione. Occorre un atteggiamento profondamente imprenditoriale, sulla scorta di un approccio empirico, aperto al cambiamento e alla sperimentazione, ma anche alla misurazione puntuale dei risultati. Non basta più il singolo imprenditore visionario, occorre un’organizzazione abilitante, aperta, veloce, orientata a imparare e mettersi in gioco. In tale direzione gli autori sono riusciti a raccogliere in questo libro una somma di esperienze puntuali e profonde, e a ordinarle in modo comprensibile e pratico. Ogni passaggio decisivo è accompagnato dall’esempio giusto (tra i casi citati: Barilla, General Electric, Venchi, Pirelli, Indigo AI, Morandi Group, Magazzini Gabrielli) o dal concetto sintetico, così come dal richiamo alla necessità di andare oltre la teoria cercando costantemente il feedback dei dati. Perché il punto d’arrivo è anche il punto di partenza: non si tratta tanto di imparare «come» fare la trasformazione digitale, quanto soprattutto di definirne il «perché», immaginando l’evoluzione dei modelli di business che costituiscono il cuore di un’azienda rinnovata e la sua missione valoriale.
Le imprese del terzo millennio devono imparare a leggere il contesto storico per non rimanere costrette in una tattica di adattamento, ma piuttosto impostare una strategia di anticipazione delle sfide. È richiesta una modifica strutturale del modo di fare business: non basta proporre buoni prodotti, occorre immaginare come questi saranno adottati, in quale contesto culturale e tecnologico arriveranno sul mercato e con quali altre possibili soluzioni dovranno confrontarsi per rispondere in maniera proattiva alle esigenze dei clienti attuali e futuri. Insomma: le imprese devono darsi un’organizzazione «a prova di futuro». Se la digitalizzazione è ormai in atto da vent’anni, le sue conseguenze sono infatti ancora da sviluppare. E se ogni ondata innovativa costituisce un potenziale rischio da prevenire, rappresenta anche un’incredibile opportunità. Parlare di digitale non è parlare di tecnologia: è parlare di una dimensione culturale, sociale ed economica della vita umana in continua evoluzione. Occorre un atteggiamento profondamente imprenditoriale, sulla scorta di un approccio empirico, aperto al cambiamento e alla sperimentazione, ma anche alla misurazione puntuale dei risultati. Non basta più il singolo imprenditore visionario, occorre un’organizzazione abilitante, aperta, veloce, orientata a imparare e mettersi in gioco. In tale direzione gli autori sono riusciti a raccogliere in questo libro una somma di esperienze puntuali e profonde, e a ordinarle in modo comprensibile e pratico. Ogni passaggio decisivo è accompagnato dall’esempio giusto (tra i casi citati: Barilla, General Electric, Venchi, Pirelli, Indigo AI, Morandi Group, Magazzini Gabrielli) o dal concetto sintetico, così come dal richiamo alla necessità di andare oltre la teoria cercando costantemente il feedback dei dati. Perché il punto d’arrivo è anche il punto di partenza: non si tratta tanto di imparare «come» fare la trasformazione digitale, quanto soprattutto di definirne il «perché», immaginando l’evoluzione dei modelli di business che costituiscono il cuore di un’azienda rinnovata e la sua missione valoriale.