Toko Shinoda. La linea e lo spazio

Catalogo mostra (Istituto Giapponese di cultura a Roma - Triennale di Milano)

Nonfiction, Art & Architecture, General Art, Collections, Catalogues, & Exhibitions, Art History
Cover of the book Toko Shinoda. La linea e lo spazio by Concetta Branciamore, Davide Rampello, Kazufumi Takada, Umberto Vattani, Gangemi Editore
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Author: Concetta Branciamore, Davide Rampello, Kazufumi Takada, Umberto Vattani ISBN: 9788849290103
Publisher: Gangemi Editore Publication: January 3, 2016
Imprint: Gangemi Editore Language: Italian
Author: Concetta Branciamore, Davide Rampello, Kazufumi Takada, Umberto Vattani
ISBN: 9788849290103
Publisher: Gangemi Editore
Publication: January 3, 2016
Imprint: Gangemi Editore
Language: Italian

Considerata dalla critica una delle più grandi pittrici del XX secolo, Toko Shinoda è emersa all'interno della movimentata scena artistica newyorkese tra gli anni '60 e '70, quando fu scoperta dalla famosa commerciante d'arte Betty Parsons. Da quel momento in poi i suoi quadri sono stati esposti accanto a quelli di artisti del calibro di Mark Rothko e Jackson Pollock. Nata nel 1913, dall'età di sei anni fu iniziata alla calligrafia, disciplina che l'ha sempre portata a preferire le tonalità del grigio e del nero su ampi spazi bianchi. A scuola è sempre stata un'alunna impaziente e, data la sua esuberante personalità, si stancò ben presto del rigido insegnamento della calligrafia tradizionale cominciando a dedicarsi all'improvvisazione regolata però da una ferrea auto-disciplina. "Divenni sempre più interessata a come i caratteri si erano sviluppati nel tempo piuttosto che a come venivano scritti". Le influenze della tradizione giapponese nelle sue opere restano evidenti particolarmente nell'uso del sumi (l'inchiostro tipico giapponese) e degli antichi inchiostri indiani dalle sfumature di rosso cinabro che donano ai suoi caratteri delle atmosfere suggestive ma decise. I suoi lavori sofisticati e intellettuali, che esprimono perfettamente il gusto giapponese per l'asimmetria, pongono una forte attenzione al contrasto e all'equilibrio dei vari elementi della composizione. Dopo il suo improvviso seppur tardivo successo negli Stati Uniti, la Shinoda si è "ritirata" dal panorama artistico internazionale per tornare in Giappone, dove ha continuato ad accrescere la sua fama con alcuni sbalorditivi murales ed i dipinti su pannelli scorrevoli per il tempio Zojoji a Tokyo. Toko Shinoda ha ricevuto molte ed importanti commissioni ed ha esposto in tutto il mondo. Nel 2003, per il suo novantesimo compleanno, le è stata dedicata una retrospettiva al museo Hara di Tokyo intitolata "Variazioni di Vermiglio", in riferimento all'uso che fa di questa tonalità d'inchiostro cinese nelle sue opere. Nonostante l'apparenza fragile ed elegante della sua figura minuta, Toko Shinoda possiede una sorprendente forza interiore. A 95 anni non ha perso neppure un briciolo della sua freschezza giovanile, della sua energia e della sua acuta sensibilità, qualità senza le quali non sarebbe in grado di creare dei lavori così dinamici e pieni di vita. Il catalogo è a cura della Fondazione Italia Giappone con saggi di: Umberto Vattani, Presidente della Fondazione; Kazufumi Takada, Direttore Istituto Giapponese di Cultura di Roma; Davide Rampello, Presidente Triennale di Milano; Concetta Branciamore, Responsabile Collezione d'Arte Contemporanea al Ministero Affari Esteri.

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Considerata dalla critica una delle più grandi pittrici del XX secolo, Toko Shinoda è emersa all'interno della movimentata scena artistica newyorkese tra gli anni '60 e '70, quando fu scoperta dalla famosa commerciante d'arte Betty Parsons. Da quel momento in poi i suoi quadri sono stati esposti accanto a quelli di artisti del calibro di Mark Rothko e Jackson Pollock. Nata nel 1913, dall'età di sei anni fu iniziata alla calligrafia, disciplina che l'ha sempre portata a preferire le tonalità del grigio e del nero su ampi spazi bianchi. A scuola è sempre stata un'alunna impaziente e, data la sua esuberante personalità, si stancò ben presto del rigido insegnamento della calligrafia tradizionale cominciando a dedicarsi all'improvvisazione regolata però da una ferrea auto-disciplina. "Divenni sempre più interessata a come i caratteri si erano sviluppati nel tempo piuttosto che a come venivano scritti". Le influenze della tradizione giapponese nelle sue opere restano evidenti particolarmente nell'uso del sumi (l'inchiostro tipico giapponese) e degli antichi inchiostri indiani dalle sfumature di rosso cinabro che donano ai suoi caratteri delle atmosfere suggestive ma decise. I suoi lavori sofisticati e intellettuali, che esprimono perfettamente il gusto giapponese per l'asimmetria, pongono una forte attenzione al contrasto e all'equilibrio dei vari elementi della composizione. Dopo il suo improvviso seppur tardivo successo negli Stati Uniti, la Shinoda si è "ritirata" dal panorama artistico internazionale per tornare in Giappone, dove ha continuato ad accrescere la sua fama con alcuni sbalorditivi murales ed i dipinti su pannelli scorrevoli per il tempio Zojoji a Tokyo. Toko Shinoda ha ricevuto molte ed importanti commissioni ed ha esposto in tutto il mondo. Nel 2003, per il suo novantesimo compleanno, le è stata dedicata una retrospettiva al museo Hara di Tokyo intitolata "Variazioni di Vermiglio", in riferimento all'uso che fa di questa tonalità d'inchiostro cinese nelle sue opere. Nonostante l'apparenza fragile ed elegante della sua figura minuta, Toko Shinoda possiede una sorprendente forza interiore. A 95 anni non ha perso neppure un briciolo della sua freschezza giovanile, della sua energia e della sua acuta sensibilità, qualità senza le quali non sarebbe in grado di creare dei lavori così dinamici e pieni di vita. Il catalogo è a cura della Fondazione Italia Giappone con saggi di: Umberto Vattani, Presidente della Fondazione; Kazufumi Takada, Direttore Istituto Giapponese di Cultura di Roma; Davide Rampello, Presidente Triennale di Milano; Concetta Branciamore, Responsabile Collezione d'Arte Contemporanea al Ministero Affari Esteri.

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