Author: | Silvia Lutzoni | ISBN: | 9788868434458 |
Publisher: | Donzelli Editore | Publication: | December 9, 2015 |
Imprint: | Donzelli Editore | Language: | Italian |
Author: | Silvia Lutzoni |
ISBN: | 9788868434458 |
Publisher: | Donzelli Editore |
Publication: | December 9, 2015 |
Imprint: | Donzelli Editore |
Language: | Italian |
La critica letteraria può essere anche critica della vita? È questo l’interrogativo, lanciato da Massimo Onofri, che anima la discussione ospitata nel volume. Nel saggio di apertura Onofri teorizza un’idea di critica letteraria come critica della cultura, della società e, in una parola, della vita, a partire da una ragione laica, aperta e spregiudicata, autorevole ma sempre in difetto di conoscenza. Un’idea per la quale di conseguenza il critico letterario si distingue da uno studioso e da un recensore per essere un critico della vita attraverso la letteratura e un critico della letteratura attraverso la vita. Alcune tra le più autorevoli voci contemporanee fanno qui il punto sullo stato dell’arte della critica letteraria, partendo dalle sue radici antropologiche e filosofiche per riflettere sui concetti di impegno e democrazia, di giudizio di valore e di canone, di vita e di senso comune cui la critica militante è costitutivamente e imprescindibilmente legata, laddove questa resta, nonostante tutto, l’unica forma di resistenza a un totalitarismo, quello della teoria, che ha provato a cancellare, nel nome del metodo e della scienza, i diritti del lettore in carne e ossa; e al contempo l’unica possibilità dell’uomo e del cittadino per uscire dal suo stato di minorità. La critica della vita, scrive Silvia Lutzoni, «in quella parola, vita, vuole cogliere il senso della profonda connessione tra il tempo dell’opera e il tempo del discorso che dell’opera parla, non astratto, ma vivo nell’esistenza stessa dello scrittore-lettore, in quel suo sforzo di comprendere, assimilare e restituire su un altro piano i libri letti entro un discorso continuamente nuovo, continuamente diverso». A esemplificare il confronto tra le diverse impostazioni, un gruppo di giovani studiosi traccia in queste pagine il ritratto di coppie antitetiche di autorevoli critici, come Garboli/Baldacci, Raboni/Siciliano, Cases/Segre. Un libro che si annuncia già come un sasso nello stagno della critica militante.
La critica letteraria può essere anche critica della vita? È questo l’interrogativo, lanciato da Massimo Onofri, che anima la discussione ospitata nel volume. Nel saggio di apertura Onofri teorizza un’idea di critica letteraria come critica della cultura, della società e, in una parola, della vita, a partire da una ragione laica, aperta e spregiudicata, autorevole ma sempre in difetto di conoscenza. Un’idea per la quale di conseguenza il critico letterario si distingue da uno studioso e da un recensore per essere un critico della vita attraverso la letteratura e un critico della letteratura attraverso la vita. Alcune tra le più autorevoli voci contemporanee fanno qui il punto sullo stato dell’arte della critica letteraria, partendo dalle sue radici antropologiche e filosofiche per riflettere sui concetti di impegno e democrazia, di giudizio di valore e di canone, di vita e di senso comune cui la critica militante è costitutivamente e imprescindibilmente legata, laddove questa resta, nonostante tutto, l’unica forma di resistenza a un totalitarismo, quello della teoria, che ha provato a cancellare, nel nome del metodo e della scienza, i diritti del lettore in carne e ossa; e al contempo l’unica possibilità dell’uomo e del cittadino per uscire dal suo stato di minorità. La critica della vita, scrive Silvia Lutzoni, «in quella parola, vita, vuole cogliere il senso della profonda connessione tra il tempo dell’opera e il tempo del discorso che dell’opera parla, non astratto, ma vivo nell’esistenza stessa dello scrittore-lettore, in quel suo sforzo di comprendere, assimilare e restituire su un altro piano i libri letti entro un discorso continuamente nuovo, continuamente diverso». A esemplificare il confronto tra le diverse impostazioni, un gruppo di giovani studiosi traccia in queste pagine il ritratto di coppie antitetiche di autorevoli critici, come Garboli/Baldacci, Raboni/Siciliano, Cases/Segre. Un libro che si annuncia già come un sasso nello stagno della critica militante.