Il pianeta dei naufraghi

Saggio sul doposviluppo

Nonfiction, Social & Cultural Studies, Social Science
Cover of the book Il pianeta dei naufraghi by Serge Latouche, Bollati Boringhieri
View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart
Author: Serge Latouche ISBN: 9788833975238
Publisher: Bollati Boringhieri Publication: February 9, 2017
Imprint: Bollati Boringhieri Language: Italian
Author: Serge Latouche
ISBN: 9788833975238
Publisher: Bollati Boringhieri
Publication: February 9, 2017
Imprint: Bollati Boringhieri
Language: Italian
Migranti e relitti si inabissano ogni giorno nei nostri mari, con una progressione da ecatombe. I «naufraghi dello sviluppo» di cui Serge Latouche parlava ventisei anni fa, quando uscì la prima edizione del libro, divenuto un classico della decrescita, adesso hanno i volti degli oltre quindicimila esseri umani già risucchiati in cimiteri d’acqua. Non accade spesso che espressioni metaforiche – il naufragio, gli approdi dei sopravvissuti – si inverino tragicamente, sacrificando il possibile che racchiudevano alla realtà peggiore. Un esito tuttavia non imprevisto, quantomeno da parte di Latouche, che nel momento in cui l’Occidente presagiva i trionfi dell’incipiente globalizzazione consegnava a queste pagine un’analisi senza scampo della logica produttivistica e delle sue conseguenze nefaste, e al contempo si congedava dai miti messianici del terzomondismo. Ciascuna osservazione di allora conserva una «terribile attualità» ed è traducibile alla lettera nelle parole-chiave degli odierni obiettori di crescita, se si sostituiscono sviluppo con crescita e doposviluppo con decrescita. Spinti ai margini di tutto dalla tracotanza della modernità, i «naufraghi» raccolgono i Quarti Mondi degli esclusi dei Paesi ricchi e di quelli meno avanzati, e le minoranze autoctone a rischio di deculturazione. La loro forma di resistenza è affidata per intero alla «nebulosa dell’informale», ossia a pratiche economiche atipiche che generano reciprocità in quanto fatti sociali totali, secondo criteri estranei alle categorie del dinamismo industriale. Dai loro fragili laboratori di decrescita non nascono infatti né un capitalismo scalzo né uno sviluppo alternativo, ma prende vita quell’alternativa allo sviluppo che forse sarà in grado di scongiurare la catastrofe.

«Il libro più organico e sintetico di Latouche.»
Alain Caillé
View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart
Migranti e relitti si inabissano ogni giorno nei nostri mari, con una progressione da ecatombe. I «naufraghi dello sviluppo» di cui Serge Latouche parlava ventisei anni fa, quando uscì la prima edizione del libro, divenuto un classico della decrescita, adesso hanno i volti degli oltre quindicimila esseri umani già risucchiati in cimiteri d’acqua. Non accade spesso che espressioni metaforiche – il naufragio, gli approdi dei sopravvissuti – si inverino tragicamente, sacrificando il possibile che racchiudevano alla realtà peggiore. Un esito tuttavia non imprevisto, quantomeno da parte di Latouche, che nel momento in cui l’Occidente presagiva i trionfi dell’incipiente globalizzazione consegnava a queste pagine un’analisi senza scampo della logica produttivistica e delle sue conseguenze nefaste, e al contempo si congedava dai miti messianici del terzomondismo. Ciascuna osservazione di allora conserva una «terribile attualità» ed è traducibile alla lettera nelle parole-chiave degli odierni obiettori di crescita, se si sostituiscono sviluppo con crescita e doposviluppo con decrescita. Spinti ai margini di tutto dalla tracotanza della modernità, i «naufraghi» raccolgono i Quarti Mondi degli esclusi dei Paesi ricchi e di quelli meno avanzati, e le minoranze autoctone a rischio di deculturazione. La loro forma di resistenza è affidata per intero alla «nebulosa dell’informale», ossia a pratiche economiche atipiche che generano reciprocità in quanto fatti sociali totali, secondo criteri estranei alle categorie del dinamismo industriale. Dai loro fragili laboratori di decrescita non nascono infatti né un capitalismo scalzo né uno sviluppo alternativo, ma prende vita quell’alternativa allo sviluppo che forse sarà in grado di scongiurare la catastrofe.

«Il libro più organico e sintetico di Latouche.»
Alain Caillé

More books from Bollati Boringhieri

Cover of the book Mindfulness relazionale by Serge Latouche
Cover of the book Futuro by Serge Latouche
Cover of the book L'America sottosopra by Serge Latouche
Cover of the book Superintelligenza by Serge Latouche
Cover of the book Alan Turing by Serge Latouche
Cover of the book L'Algoritmo Definitivo by Serge Latouche
Cover of the book Capitalesimo by Serge Latouche
Cover of the book Un posto sbagliato per morire by Serge Latouche
Cover of the book L'analisi infantile by Serge Latouche
Cover of the book Venivamo tutte per mare by Serge Latouche
Cover of the book Essere genitori non è un mestiere by Serge Latouche
Cover of the book Longevità by Serge Latouche
Cover of the book Il bambino inascoltato by Serge Latouche
Cover of the book Ossessione paranoia perversione by Serge Latouche
Cover of the book Mr Skeffington by Serge Latouche
We use our own "cookies" and third party cookies to improve services and to see statistical information. By using this website, you agree to our Privacy Policy