L'opera di Freud, edita da Bollati Boringhieri, è l'unica edizione integrale e di riferimento in Italia. Considerata unanimamente la migliore edizione da psicoanalisti e studiosi, fu diretta da Cesare Musatti, il padre fondatore della spicoanalisi italiana, ed è stata costantemente aggiornata da decine di studiosi. Questa edizione digitale mantiene gli stessi elevati standard scientifici e redazionali dell'edizione cartacea, che ha costruito il lessico della psicoanalisi nella nostra lingua. In questi saggi, considerati tra i suoi lavori teorici più importanti, Sigmund Freud affronta due questioni cruciali: la teoria della libido e lo stato affettivo dell’angoscia. Sono due scritti nati in periodi e temperie differenti: se nell’Introduzione al narcisismo (1914) il padre della psicoanalisi, dopo la rottura con Adler e Jung, polemizza con i suoi discepoli, tornando a riaffermare la primazia delle pulsioni sessuali nell’indagine psichica; negli studi sull’angoscia, che risalgono al 1925, Freud scarta definitivamente la teoria che leggeva gli stati ansiosi come trasformazione della libido, e apre una nuova via interpretativa leggendo l’angoscia come una reazione dell’Io di fronte a una situazione di pericolo, di volta in volta, reale o nevrotico.
L'opera di Freud, edita da Bollati Boringhieri, è l'unica edizione integrale e di riferimento in Italia. Considerata unanimamente la migliore edizione da psicoanalisti e studiosi, fu diretta da Cesare Musatti, il padre fondatore della spicoanalisi italiana, ed è stata costantemente aggiornata da decine di studiosi. Questa edizione digitale mantiene gli stessi elevati standard scientifici e redazionali dell'edizione cartacea, che ha costruito il lessico della psicoanalisi nella nostra lingua. In questi saggi, considerati tra i suoi lavori teorici più importanti, Sigmund Freud affronta due questioni cruciali: la teoria della libido e lo stato affettivo dell’angoscia. Sono due scritti nati in periodi e temperie differenti: se nell’Introduzione al narcisismo (1914) il padre della psicoanalisi, dopo la rottura con Adler e Jung, polemizza con i suoi discepoli, tornando a riaffermare la primazia delle pulsioni sessuali nell’indagine psichica; negli studi sull’angoscia, che risalgono al 1925, Freud scarta definitivamente la teoria che leggeva gli stati ansiosi come trasformazione della libido, e apre una nuova via interpretativa leggendo l’angoscia come una reazione dell’Io di fronte a una situazione di pericolo, di volta in volta, reale o nevrotico.