I pescatori di balene

Con questo racconto Emilio Salgari conduce il lettore a bordo di una baleniera che percorre i mari del nord. L’ambientazione resta pur sempre esotica ma si discosta dai Caraibi e dalla Malesia per dare spazio alla fredda Alaska. Le descrizioni dei luoghi nei suoi racconti sono sempre estremamente minuziose e precise anche se lo scrittore non si spostò mai dal mare Adriatico. La sua penna era mossa da una fantasia mixata ad una conoscenza formatasi sui libri delle biblioteche. Ovviamente, si trattava di fonti non sempre attendibili ma, al lettore, resta sempre l’impressione che chi scrive abbia davvero visitato quei luoghi.

Lo scrittore veronese nel 1878 partecipò al primo corso presso l’Istituto Nautico di Venezia mentre nel 1879 vi partecipò come capitano ottenendo una promozione che lo rese piuttosto orgoglioso. Gli anni seguenti frequentò ancora l’Istituto per poi mollarlo definitivamente soffrendone non poco. Negli anni seguenti, egli dichiarò sempre di essere capitano con tanto di brevetto asserendo, dunque, una bugia bella e buona che finì, nel corso degli anni, per diventare una realtà verosimigliante. Lo scrittore, in effetti, amò moltissimo il mare e, probabilmente, sfogò con la penna il fallimento che ebbe sul campo vivendo, in un certo senso, sulla carta le avventure che non potette vivere nella vita reale.

Il primo lupo di mare salgariano compare proprio in questo libro ed è il capitano danese Valdemaro Weimar comandante nonché proprietario della baleniera Daneborg Aalborg che viene descritto come vigoroso, energico, alto e biondo oltre che dalla notevole e comprovata esperienza nei mari. A fargli da spalla Hostrup tenente basso e tarchiato, anch’egli con parecchia esperienza e con il naso rosso per il troppo alcool. Forse proprio per l’abuso di tali sostanze, l’uomo si rivela essere parecchio divertente e sarà in grado di accaparrarsi le simpatie dei lettori che viaggeranno con lui a bordo della baleniera.