Author: | Dominique Charpin | ISBN: | 9788869730511 |
Publisher: | Salerno Editrice | Publication: | June 29, 2015 |
Imprint: | Salerno Editrice | Language: | Italian |
Author: | Dominique Charpin |
ISBN: | 9788869730511 |
Publisher: | Salerno Editrice |
Publication: | June 29, 2015 |
Imprint: | Salerno Editrice |
Language: | Italian |
All’inizio del secolo scorso una missione francese scoprí a Susa, in Iran, una stele di basalto nera, alta m. 2,25, su cui era inscritto il famoso Codice di leggi di Hammurabi: grazie a questa scoperta, del tutto casuale, il nome di questo re babilonese è ora noto a tutti. Se però la sua vita privata rimarrà per sempre nascosta tra le polveri della “Fertile mezzaluna”, i numerosi scavi archeologici del Vicino Oriente, e in particolare a Mari, in Siria, ci hanno restituito un’ormai ricca documentazione, che ci consente di rivedere e aggiornare le conoscenze finora acquisite sul suo regno. Grazie a questi nuovi testi, Charpin ricostruisce la figura di Hammurabi seguendo tre differenti prospettive: quella del conquistatore, del politico e dell’amministratore. La prima parte, rigorosamente cronologica, illustra come, in quasi mezzo secolo di conquiste, battaglie e distruzioni, tra il 1792 e il 1750 a.C., Hammurabi seppe trasformare un piccolo regno, soffocato dalle grandi potenze del periodo (Mesopotamia, Siria e Anatolia), in un vero e proprio impero. La seconda è un interessante intreccio di storia politica e diplomatica, talvolta confrontabile con l’attualità, e di sottili equilibri tra le cancellerie mesopotamiche e ci dimostra come il conquistatore Hammurabi sostenesse la pace con lo stesso impegno con cui affrontava la guerra. La terza riguarda il funzionamento economico delle “città-stato” e affronta alcune rigide definizioni che alcuni studiosi hanno attribuito all’economia paleobabilonese, consentendo di sfumarle e di reinterpretare, ad esempio, quella che finora era stata considerata un’« economia palaziale » come un’« economia demaniale ». Charpin propone finalmente una sintesi degli studi comparsi negli ultimi vent’anni, aggiornando il lettore sulla corrispondenza che Hammurabi ha intrattenuto con l’ultimo sovrano di Mari, che egli finí per conquistare poco prima della sua morte, e, attraverso i rapporti epistolari con i re delle città-Stato confinanti, ci consente di rivivere la sua scalata al potere, facendo cosí luce su un periodo storico tra i piú importanti della civiltà mesopotamica.
All’inizio del secolo scorso una missione francese scoprí a Susa, in Iran, una stele di basalto nera, alta m. 2,25, su cui era inscritto il famoso Codice di leggi di Hammurabi: grazie a questa scoperta, del tutto casuale, il nome di questo re babilonese è ora noto a tutti. Se però la sua vita privata rimarrà per sempre nascosta tra le polveri della “Fertile mezzaluna”, i numerosi scavi archeologici del Vicino Oriente, e in particolare a Mari, in Siria, ci hanno restituito un’ormai ricca documentazione, che ci consente di rivedere e aggiornare le conoscenze finora acquisite sul suo regno. Grazie a questi nuovi testi, Charpin ricostruisce la figura di Hammurabi seguendo tre differenti prospettive: quella del conquistatore, del politico e dell’amministratore. La prima parte, rigorosamente cronologica, illustra come, in quasi mezzo secolo di conquiste, battaglie e distruzioni, tra il 1792 e il 1750 a.C., Hammurabi seppe trasformare un piccolo regno, soffocato dalle grandi potenze del periodo (Mesopotamia, Siria e Anatolia), in un vero e proprio impero. La seconda è un interessante intreccio di storia politica e diplomatica, talvolta confrontabile con l’attualità, e di sottili equilibri tra le cancellerie mesopotamiche e ci dimostra come il conquistatore Hammurabi sostenesse la pace con lo stesso impegno con cui affrontava la guerra. La terza riguarda il funzionamento economico delle “città-stato” e affronta alcune rigide definizioni che alcuni studiosi hanno attribuito all’economia paleobabilonese, consentendo di sfumarle e di reinterpretare, ad esempio, quella che finora era stata considerata un’« economia palaziale » come un’« economia demaniale ». Charpin propone finalmente una sintesi degli studi comparsi negli ultimi vent’anni, aggiornando il lettore sulla corrispondenza che Hammurabi ha intrattenuto con l’ultimo sovrano di Mari, che egli finí per conquistare poco prima della sua morte, e, attraverso i rapporti epistolari con i re delle città-Stato confinanti, ci consente di rivivere la sua scalata al potere, facendo cosí luce su un periodo storico tra i piú importanti della civiltà mesopotamica.