Zipper e suo padre

Fiction & Literature
Cover of the book Zipper e suo padre by Joseph Roth, Adelphi
View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart
Author: Joseph Roth ISBN: 9788845977145
Publisher: Adelphi Publication: December 17, 2015
Imprint: Adelphi Language: Italian
Author: Joseph Roth
ISBN: 9788845977145
Publisher: Adelphi
Publication: December 17, 2015
Imprint: Adelphi
Language: Italian

Il narratore di questo romanzo, che Roth presenta come una «cronaca», conosceva bene il vecchio Zipper e suo figlio: aveva condiviso la loro vita in tempo di pace, in tempo di guerra (la prima guerra mondiale), e negli anni dopo la guerra. All’inizio, il giovane Zipper è solo un compagno di classe lentigginoso, che nomina sempre suo padre, come fonte di ogni autorità; e il vecchio Zipper è un uomo piegato dalla fatica dell’enorme passo che ha compiuto: nato proletario, è diventato piccolo-borghese, e ora difende con le unghie la sua conquista, aggirandosi nella sua vita come fra i sedicesimi scompagnati di una enciclopedia popolare. Il vecchio Zipper voleva disperatamente sapere, perché pensava che il sapere portasse al successo nella vita: ma la sua vita è rimasta misera, e allora tutti i suoi sogni si depositano sul figlio Arnold. E, come sempre, il figlio non corrisponde ai sogni paterni: rispetto al vecchio, ha «un temperamento più malinconico, un cervello più fino e una pelle meno dura». La somiglianza fra padre e figlio è molto più profonda e misteriosa – e a scandagliarla è dedicato questo amaro romanzo. È una somiglianza in qualcosa che li sovrasta, e che si può chiamare destino, ricordando che «nella vita degli Zipper il destino non aveva mai una forza primordiale e prorompente. Aveva il lento, tedioso modo di operare del tarlo». Joseph Roth, che tante volte avrebbe narrato storie dove il destino e la favola si sovrappongono, per una volta ha voluto illuminare l’altra faccia del destino, quella in cui si mostra un ingranaggio oscuro, impersonale, freddo. E lo ha fatto isolando una storia esemplare degli anni di Weimar, gli anni del cinema proliferante, degli sradicati, degli arraffatori, anni dove due generazioni in apparenza lontanissime vennero a confluire nella disperazione e nel fallimento, sulla base della comune esperienza della guerra: «Tutti i vecchi Zipper erano sotto le armi, e i giovani pure. Milioni di Zipper sparavano e morivano, e centinaia di migliaia impazzivano». Questa è una storia di illusioni: quella del vecchio Zipper, che suonando il violino pensa di essere un musicista e approfitta delle pause per «lanciare attorno uno sguardo compiaciuto, come un artista che colga un lontano applauso percepibile a lui solo»; quella del giovane Zipper, che vagheggia l’America, si innamora di una giovane attrice – tipica creatura dei tempi nuovi – e si lascia beffare da lei. Senza saperlo, padre e figlio sono colpiti dalla stessa condanna. E a condannarli è semplicemente il tempo che passa, l’irrompere di un’epoca che li schiaccia. Così il violino amato da Zipper padre torna nelle mani di Zipper figlio: ma ora dovrà suonarlo per fare da spalla a un celebre clown. Alla fine, seduti a un tavolo nella penombra, Zipper e suo figlio sembrano due fratelli: «Entrambi stavano seduti nella sera come in una barca, e veleggiavano lentamente, folli e beati, incontro al medesimo destino». Pubblicato nel 1928, "Zipper e suo padre" viene qui proposto per la prima volta in traduzione italiana.

View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart

Il narratore di questo romanzo, che Roth presenta come una «cronaca», conosceva bene il vecchio Zipper e suo figlio: aveva condiviso la loro vita in tempo di pace, in tempo di guerra (la prima guerra mondiale), e negli anni dopo la guerra. All’inizio, il giovane Zipper è solo un compagno di classe lentigginoso, che nomina sempre suo padre, come fonte di ogni autorità; e il vecchio Zipper è un uomo piegato dalla fatica dell’enorme passo che ha compiuto: nato proletario, è diventato piccolo-borghese, e ora difende con le unghie la sua conquista, aggirandosi nella sua vita come fra i sedicesimi scompagnati di una enciclopedia popolare. Il vecchio Zipper voleva disperatamente sapere, perché pensava che il sapere portasse al successo nella vita: ma la sua vita è rimasta misera, e allora tutti i suoi sogni si depositano sul figlio Arnold. E, come sempre, il figlio non corrisponde ai sogni paterni: rispetto al vecchio, ha «un temperamento più malinconico, un cervello più fino e una pelle meno dura». La somiglianza fra padre e figlio è molto più profonda e misteriosa – e a scandagliarla è dedicato questo amaro romanzo. È una somiglianza in qualcosa che li sovrasta, e che si può chiamare destino, ricordando che «nella vita degli Zipper il destino non aveva mai una forza primordiale e prorompente. Aveva il lento, tedioso modo di operare del tarlo». Joseph Roth, che tante volte avrebbe narrato storie dove il destino e la favola si sovrappongono, per una volta ha voluto illuminare l’altra faccia del destino, quella in cui si mostra un ingranaggio oscuro, impersonale, freddo. E lo ha fatto isolando una storia esemplare degli anni di Weimar, gli anni del cinema proliferante, degli sradicati, degli arraffatori, anni dove due generazioni in apparenza lontanissime vennero a confluire nella disperazione e nel fallimento, sulla base della comune esperienza della guerra: «Tutti i vecchi Zipper erano sotto le armi, e i giovani pure. Milioni di Zipper sparavano e morivano, e centinaia di migliaia impazzivano». Questa è una storia di illusioni: quella del vecchio Zipper, che suonando il violino pensa di essere un musicista e approfitta delle pause per «lanciare attorno uno sguardo compiaciuto, come un artista che colga un lontano applauso percepibile a lui solo»; quella del giovane Zipper, che vagheggia l’America, si innamora di una giovane attrice – tipica creatura dei tempi nuovi – e si lascia beffare da lei. Senza saperlo, padre e figlio sono colpiti dalla stessa condanna. E a condannarli è semplicemente il tempo che passa, l’irrompere di un’epoca che li schiaccia. Così il violino amato da Zipper padre torna nelle mani di Zipper figlio: ma ora dovrà suonarlo per fare da spalla a un celebre clown. Alla fine, seduti a un tavolo nella penombra, Zipper e suo figlio sembrano due fratelli: «Entrambi stavano seduti nella sera come in una barca, e veleggiavano lentamente, folli e beati, incontro al medesimo destino». Pubblicato nel 1928, "Zipper e suo padre" viene qui proposto per la prima volta in traduzione italiana.

More books from Adelphi

Cover of the book Maigret e il cliente del sabato by Joseph Roth
Cover of the book Satana a Goraj by Joseph Roth
Cover of the book Lettere da Torino by Joseph Roth
Cover of the book Il prisma e lo specchio by Joseph Roth
Cover of the book Turista da banane by Joseph Roth
Cover of the book La ragazza del Kyūshū by Joseph Roth
Cover of the book Gioco e teoria del duende by Joseph Roth
Cover of the book La Dea Bianca by Joseph Roth
Cover of the book La strega e il capitano by Joseph Roth
Cover of the book La Marcia di Radetzky by Joseph Roth
Cover of the book Due by Joseph Roth
Cover of the book Nuovo commento by Joseph Roth
Cover of the book La verità su Bébé Donge by Joseph Roth
Cover of the book Le mille e una morte by Joseph Roth
Cover of the book Lo spirito errabondo by Joseph Roth
We use our own "cookies" and third party cookies to improve services and to see statistical information. By using this website, you agree to our Privacy Policy