Un posto sbagliato per morire

Un caso per il commissario Melis

Fiction & Literature, Crime, Literary, Mystery & Suspense
Cover of the book Un posto sbagliato per morire by Hans Tuzzi, Bollati Boringhieri
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Author: Hans Tuzzi ISBN: 9788833970769
Publisher: Bollati Boringhieri Publication: May 12, 2011
Imprint: Bollati Boringhieri Language: Italian
Author: Hans Tuzzi
ISBN: 9788833970769
Publisher: Bollati Boringhieri
Publication: May 12, 2011
Imprint: Bollati Boringhieri
Language: Italian

«Hans Tuzzi scopre il suo gioco di autore capace di fare l’occhiolino ai lettori più accorti... È un pokerista della narrazione. »
la Repubblica - Giuliano Aluffi

«I romanzi che Hans Tuzzi si diverte a pubblicare hanno il pregio di far sentire più intelligente chi li legge... le ore passate in compagnia di Melis sono preziose. »
Gioia - Pietro Cheli

«Tuzzi ha la capacità di tenere avvinti alla pagina, e nel contempo di depositare descrizioni e riflessioni da grande scrittore. »
Mucchio selvaggio - Carlo Bordone

Un’inchiesta in cui la personalità della vittima è la chiave per arrivare al colpevole? Succede, più spesso di quanto si creda. Mai come in questo caso, però, il commissario Melis ne sembra convinto. Manrico Barbarani: una laurea in architettura, uno studio affermato, un socio da trent’anni al suo fianco, tante amiche, alcuni affezionati nemici, una passione per l’alpinismo, due mogli, anzi: due ex mogli. E un figlio di cui potrebbe essere il nonno.
Già. E tre proiettili piantati in corpo. E dove, poi! Nella più squallida delle periferie, che pure a Milano sono tutte squallide: vicino al dormitorio dei «barboni», su strade battute la notte da prostitute e ragazzi di vita.
Una doppia vita? Forse. Qualcosa però non convince Melis, a cominciare dal fatto che l’auto di Barbarani è in garage. E allora? E allora, nel sereno settembre milanese del 1981, il commissario e i suoi uomini iniziano un’indagine che, muovendosi fra i luoghi del potere più o meno occulto e le feroci dispute di una difficile separazione fra coniugi, sembra condannata ad arenarsi. Fino a quando l’assassino colpisce di nuovo. Allora, ecco, tutte le tessere del mosaico vanno lentamente al loro posto, disegnando una vicenda di grande amarezza, di grande solitudine, di grande amore. Quell’amore per il quale un uomo può persino tradire sé stesso.
Anche in questo romanzo, lo svolgimento corale e la voce di Milano, città non semplice sfondo ma personaggio fra i personaggi, creano l’inconfondibile atmosfera dei gialli di Hans Tuzzi, dove allo scavo psicologico dei protagonisti e alla cura descrittiva dei particolari si aggiunge una trama asciutta di gran ritmo narrativo e dallo svolgimento inatteso.

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«Hans Tuzzi scopre il suo gioco di autore capace di fare l’occhiolino ai lettori più accorti... È un pokerista della narrazione. »
la Repubblica - Giuliano Aluffi

«I romanzi che Hans Tuzzi si diverte a pubblicare hanno il pregio di far sentire più intelligente chi li legge... le ore passate in compagnia di Melis sono preziose. »
Gioia - Pietro Cheli

«Tuzzi ha la capacità di tenere avvinti alla pagina, e nel contempo di depositare descrizioni e riflessioni da grande scrittore. »
Mucchio selvaggio - Carlo Bordone

Un’inchiesta in cui la personalità della vittima è la chiave per arrivare al colpevole? Succede, più spesso di quanto si creda. Mai come in questo caso, però, il commissario Melis ne sembra convinto. Manrico Barbarani: una laurea in architettura, uno studio affermato, un socio da trent’anni al suo fianco, tante amiche, alcuni affezionati nemici, una passione per l’alpinismo, due mogli, anzi: due ex mogli. E un figlio di cui potrebbe essere il nonno.
Già. E tre proiettili piantati in corpo. E dove, poi! Nella più squallida delle periferie, che pure a Milano sono tutte squallide: vicino al dormitorio dei «barboni», su strade battute la notte da prostitute e ragazzi di vita.
Una doppia vita? Forse. Qualcosa però non convince Melis, a cominciare dal fatto che l’auto di Barbarani è in garage. E allora? E allora, nel sereno settembre milanese del 1981, il commissario e i suoi uomini iniziano un’indagine che, muovendosi fra i luoghi del potere più o meno occulto e le feroci dispute di una difficile separazione fra coniugi, sembra condannata ad arenarsi. Fino a quando l’assassino colpisce di nuovo. Allora, ecco, tutte le tessere del mosaico vanno lentamente al loro posto, disegnando una vicenda di grande amarezza, di grande solitudine, di grande amore. Quell’amore per il quale un uomo può persino tradire sé stesso.
Anche in questo romanzo, lo svolgimento corale e la voce di Milano, città non semplice sfondo ma personaggio fra i personaggi, creano l’inconfondibile atmosfera dei gialli di Hans Tuzzi, dove allo scavo psicologico dei protagonisti e alla cura descrittiva dei particolari si aggiunge una trama asciutta di gran ritmo narrativo e dallo svolgimento inatteso.

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