Author: | AA. VV. | ISBN: | 9788849266351 |
Publisher: | Gangemi Editore | Publication: | May 29, 2016 |
Imprint: | Gangemi Editore | Language: | Italian |
Author: | AA. VV. |
ISBN: | 9788849266351 |
Publisher: | Gangemi Editore |
Publication: | May 29, 2016 |
Imprint: | Gangemi Editore |
Language: | Italian |
Catalogo della mostra aperta presso le Case Romane del Celio Roma, dal 27 maggio al 27 giugno 2016 Per comprendere il fantastico e fantasioso viaggio antropologico-cosmico dell’artista toscana, ormai da molti anni genovese d’adozione, va tenuto presente quanto indicavo due anni fa. Infatti Roberta Buttini ha sviluppato nel “tempo e spazio senza limiti” il suo “gergo” pittorico con nuovi segni e simboli aggiunti a quelli codificati nel passato, e mi riferisco alla tavola con le tre sequenze verticali della segnaletica di Ieri oggi domani (2010), in cui sulla scorta delle modifiche avvenute dai segni primitivi a quelli odierni ella propone l’ipotesi di come saranno all’inizio del IV millennio, nella fattispecie nel 3004, a dar credito ad un dipinto qui assente, intitolato appunto Archeologia industriale 3004. Le opere del 2015-16 costituiscono una nuova tappa del suo viaggio che ovviamente affonda le radici nelle tappe precedenti, alcune delle quali appositamente vengono riproposte per far meglio comprendere la coerenza del tragitto e le motivazioni insite in esso. Pertanto non solo possiamo individuare nelle sue composizioni gli stessi leit-motiv, tra cui le soluzioni ternarie, non di rado sviluppate oltre, ma anche incontrare la medesima simbologia precedentemente utilizzata, come i due profili di cranio in Homo silicio (2016), che rimandano ai crani Dartiani/Homo sapiens/Homo futurus e relative creazioni (pietra scheggiata e armi in legno, il prototipo del telefono di Bell e la scrittura lineare) con cui, sempre rispettando la norma ternaria, inizia il tragitto espositivo.
Catalogo della mostra aperta presso le Case Romane del Celio Roma, dal 27 maggio al 27 giugno 2016 Per comprendere il fantastico e fantasioso viaggio antropologico-cosmico dell’artista toscana, ormai da molti anni genovese d’adozione, va tenuto presente quanto indicavo due anni fa. Infatti Roberta Buttini ha sviluppato nel “tempo e spazio senza limiti” il suo “gergo” pittorico con nuovi segni e simboli aggiunti a quelli codificati nel passato, e mi riferisco alla tavola con le tre sequenze verticali della segnaletica di Ieri oggi domani (2010), in cui sulla scorta delle modifiche avvenute dai segni primitivi a quelli odierni ella propone l’ipotesi di come saranno all’inizio del IV millennio, nella fattispecie nel 3004, a dar credito ad un dipinto qui assente, intitolato appunto Archeologia industriale 3004. Le opere del 2015-16 costituiscono una nuova tappa del suo viaggio che ovviamente affonda le radici nelle tappe precedenti, alcune delle quali appositamente vengono riproposte per far meglio comprendere la coerenza del tragitto e le motivazioni insite in esso. Pertanto non solo possiamo individuare nelle sue composizioni gli stessi leit-motiv, tra cui le soluzioni ternarie, non di rado sviluppate oltre, ma anche incontrare la medesima simbologia precedentemente utilizzata, come i due profili di cranio in Homo silicio (2016), che rimandano ai crani Dartiani/Homo sapiens/Homo futurus e relative creazioni (pietra scheggiata e armi in legno, il prototipo del telefono di Bell e la scrittura lineare) con cui, sempre rispettando la norma ternaria, inizia il tragitto espositivo.