Orlando Furioso

Fiction & Literature, Military, Classics, Literary
Cover of the book Orlando Furioso by Ludovico Ariosto, E-text
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Author: Ludovico Ariosto ISBN: 9788897313007
Publisher: E-text Publication: January 1, 2011
Imprint: Language: Italian
Author: Ludovico Ariosto
ISBN: 9788897313007
Publisher: E-text
Publication: January 1, 2011
Imprint:
Language: Italian

L'edizione dell'opera presentata all'interno della nostra biblioteca è la terza, quella definitiva in 46 canti del 1532, ed è tratta dall'edizione cartacea Garzanti, Milano, 1992 (XIII edizione). L'opera prende le mosse dall'Orlando innamorato del Boiardo; "le donne, i cavalieri l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese" sono descritti magistralmente dal poeta con toni sfumati e ironici. Quando Ariosto si accinse a scrivere l'Orlando Furioso, la fama del paladino fedele a Carlo Magno era oramai più che consacrata grazie alla diffusione, attraverso i secoli, dei tanti rifacimenti del poema epico (d'autore ignoto ma messo per iscritto da un certo Turoldo) noto sotto il nome di Chanson de Roland.

Questo poema, nato attorno al 1100, aveva cantato le gloriose gesta dei paladini francesi alle prese con i mori, rifacendosi ad un episodio della storia di Carlo Magno assai oscuro e secondario: l'assalto miseramente fallito dei Cristiani decisi ad espugnare Saragozza. La chanson, per essere esatti, canta di come, durante la ritirata, la retroguardia dell'esercito francese venne attaccata a sorpresa e sconfitta dagli Arabi a causa del vile tradimento di Gano di Maganza. Al centro della vicenda la coraggiosa e commovente morte di Roland che, pur tentando di combattere sino allo stremo delle forze, soccombe, suonando in punto di morte l'olifante per chiamare in soccorso il suo sovrano.

Probabilmente il poema fu soltanto un'operazione di trascrizione, attraverso la disciplina poetica, di una tradizione già affermatasi con i giullari, i quali vagando di gente in gente e di corte in corte, oralmente narravano la leggenda di Carlo Magno ed i suoi paladini, appassionando a tal punto il pubblico da trovare in seguito adesione anche in Spagna e in Italia. Assistiamo addirittura alla proliferazione di una letteratura "franco-veneta" che traduceva i vari cicli di gesta francesi apportandovi nuove vicende e variando quelle già note.

Tante le varianti che seguiranno, ma inalterati restano i tratti inconfondibili di Rolando/Orlando, ovvero una decisa fedeltà ai valori della fede cristiana e obbedienza al sovrano. Rolando è un personaggio austero, al di là d'ogni debolezza umana, coraggioso e leale nei confronti dei valori codificati dalla cavalleria. In seguito, però, la materia del ciclo carolingio subirà la contaminazione del ciclo di bretagna, dove assoluti protagonisti sono le figure di re Artù e i cavalieri della tavola rotonda, mago Merlino, e gli amori tormentati di Isotta e di Ginevra. Nel bretone è assegnata preminenza assoluta all'elemento magico e amoroso, e se la serietà ai valori di patria e fede cristiana avevano conquistato soprattutto il popolo, il ciclo arturiano invece non mancherà di fare breccia soprattutto nelle corti nobiliari e nel cuore delle dame.

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L'edizione dell'opera presentata all'interno della nostra biblioteca è la terza, quella definitiva in 46 canti del 1532, ed è tratta dall'edizione cartacea Garzanti, Milano, 1992 (XIII edizione). L'opera prende le mosse dall'Orlando innamorato del Boiardo; "le donne, i cavalieri l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese" sono descritti magistralmente dal poeta con toni sfumati e ironici. Quando Ariosto si accinse a scrivere l'Orlando Furioso, la fama del paladino fedele a Carlo Magno era oramai più che consacrata grazie alla diffusione, attraverso i secoli, dei tanti rifacimenti del poema epico (d'autore ignoto ma messo per iscritto da un certo Turoldo) noto sotto il nome di Chanson de Roland.

Questo poema, nato attorno al 1100, aveva cantato le gloriose gesta dei paladini francesi alle prese con i mori, rifacendosi ad un episodio della storia di Carlo Magno assai oscuro e secondario: l'assalto miseramente fallito dei Cristiani decisi ad espugnare Saragozza. La chanson, per essere esatti, canta di come, durante la ritirata, la retroguardia dell'esercito francese venne attaccata a sorpresa e sconfitta dagli Arabi a causa del vile tradimento di Gano di Maganza. Al centro della vicenda la coraggiosa e commovente morte di Roland che, pur tentando di combattere sino allo stremo delle forze, soccombe, suonando in punto di morte l'olifante per chiamare in soccorso il suo sovrano.

Probabilmente il poema fu soltanto un'operazione di trascrizione, attraverso la disciplina poetica, di una tradizione già affermatasi con i giullari, i quali vagando di gente in gente e di corte in corte, oralmente narravano la leggenda di Carlo Magno ed i suoi paladini, appassionando a tal punto il pubblico da trovare in seguito adesione anche in Spagna e in Italia. Assistiamo addirittura alla proliferazione di una letteratura "franco-veneta" che traduceva i vari cicli di gesta francesi apportandovi nuove vicende e variando quelle già note.

Tante le varianti che seguiranno, ma inalterati restano i tratti inconfondibili di Rolando/Orlando, ovvero una decisa fedeltà ai valori della fede cristiana e obbedienza al sovrano. Rolando è un personaggio austero, al di là d'ogni debolezza umana, coraggioso e leale nei confronti dei valori codificati dalla cavalleria. In seguito, però, la materia del ciclo carolingio subirà la contaminazione del ciclo di bretagna, dove assoluti protagonisti sono le figure di re Artù e i cavalieri della tavola rotonda, mago Merlino, e gli amori tormentati di Isotta e di Ginevra. Nel bretone è assegnata preminenza assoluta all'elemento magico e amoroso, e se la serietà ai valori di patria e fede cristiana avevano conquistato soprattutto il popolo, il ciclo arturiano invece non mancherà di fare breccia soprattutto nelle corti nobiliari e nel cuore delle dame.

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