Morfologie del pubblico e mercati globalizzati: i complessi rapporti tra gli italiani e la loro compagnia di bandiera

Published in Sociologia n. 1/2016. Rivista quadrimestrale di Scienze Storiche e Sociali. Religione e violenza nella società contemporanea

Nonfiction, Social & Cultural Studies, Social Science, Sociology
Cover of the book Morfologie del pubblico e mercati globalizzati: i complessi rapporti tra gli italiani e la loro compagnia di bandiera by Sergio Marotta, Gangemi Editore
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Author: Sergio Marotta ISBN: 9788849296297
Publisher: Gangemi Editore Publication: March 8, 2017
Imprint: Gangemi Editore Language: Italian
Author: Sergio Marotta
ISBN: 9788849296297
Publisher: Gangemi Editore
Publication: March 8, 2017
Imprint: Gangemi Editore
Language: Italian

Gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso sono stati dominati dal dibattito teorico sulla necessità di ridurre l'intervento dello Stato in economia e di restituire interi settori della produzione industriale e del terziario, già occupati da aziende pubbliche, alla sola azione dei mercati. Lo Stato doveva cessare di essere imprenditore, com'era diventato dopo quasi un secolo di espansione delle sue competenze, e trasformarsi in uno Stato regolatore che si limitasse a svolgere funzioni di controllo sull'effettiva applicazione delle regole della concorrenza. Così abbiamo assistito anche in Italia alla graduale realizzazione di uno Stato regolatore con il conseguente proliferare di Autorità indipendenti che avrebbero dovuto svolgere il delicato e difficile compito di vegliare sull'andamento dei mercati, di assicurare la libertà di concorrenza e di tutelare le ragioni degli utenti divenuti ormai semplicemente clienti. La devastante crisi economica di questi ultimi anni ha generato un ritorno alla riflessione sul ruolo dello Stato nell'economia da parte di studiosi di diverse discipline che, sulla scia del premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz che aveva posto il problema già alla fine degli anni Ottanta, sono tornati a proporre un più intenso ruolo dello Stato nell'economia. Le recenti vicende che hanno visto protagonista l'Alitalia, la compagnia di bandiera dello Stato italiano, sono un'esemplare cartina di tornasole dei processi innanzi accennati e inducono a riflettere sull'opportunità che lo Stato si occupi di settori di mercato strutturalmente ridisegnati dai processi di privatizzazione e dalla globalizzazione economica. La vicenda Alitalia può, infatti, essere letta nei termini di un fallimento tanto del vecchio Stato imprenditore operante in condizioni di monopolio, quanto del nuovo Stato regolatore nella doppia veste di imprenditore attivo con una propria compagnia in un mercato liberalizzato e, al tempo stesso, di garante della concorrenza. Tutto ciò pone nuovi pressanti interrogativi su quale debba essere il ruolo dell'intervento pubblico nell'economia di uno Stato nazionale come l'Italia che esce fortemente penalizzato dai processi di globalizzazione e di conseguente crisi economica e finanziaria e che è costretto a muoversi nell'ambito delle rigide regole imposte dall'Unione europea.

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Gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso sono stati dominati dal dibattito teorico sulla necessità di ridurre l'intervento dello Stato in economia e di restituire interi settori della produzione industriale e del terziario, già occupati da aziende pubbliche, alla sola azione dei mercati. Lo Stato doveva cessare di essere imprenditore, com'era diventato dopo quasi un secolo di espansione delle sue competenze, e trasformarsi in uno Stato regolatore che si limitasse a svolgere funzioni di controllo sull'effettiva applicazione delle regole della concorrenza. Così abbiamo assistito anche in Italia alla graduale realizzazione di uno Stato regolatore con il conseguente proliferare di Autorità indipendenti che avrebbero dovuto svolgere il delicato e difficile compito di vegliare sull'andamento dei mercati, di assicurare la libertà di concorrenza e di tutelare le ragioni degli utenti divenuti ormai semplicemente clienti. La devastante crisi economica di questi ultimi anni ha generato un ritorno alla riflessione sul ruolo dello Stato nell'economia da parte di studiosi di diverse discipline che, sulla scia del premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz che aveva posto il problema già alla fine degli anni Ottanta, sono tornati a proporre un più intenso ruolo dello Stato nell'economia. Le recenti vicende che hanno visto protagonista l'Alitalia, la compagnia di bandiera dello Stato italiano, sono un'esemplare cartina di tornasole dei processi innanzi accennati e inducono a riflettere sull'opportunità che lo Stato si occupi di settori di mercato strutturalmente ridisegnati dai processi di privatizzazione e dalla globalizzazione economica. La vicenda Alitalia può, infatti, essere letta nei termini di un fallimento tanto del vecchio Stato imprenditore operante in condizioni di monopolio, quanto del nuovo Stato regolatore nella doppia veste di imprenditore attivo con una propria compagnia in un mercato liberalizzato e, al tempo stesso, di garante della concorrenza. Tutto ciò pone nuovi pressanti interrogativi su quale debba essere il ruolo dell'intervento pubblico nell'economia di uno Stato nazionale come l'Italia che esce fortemente penalizzato dai processi di globalizzazione e di conseguente crisi economica e finanziaria e che è costretto a muoversi nell'ambito delle rigide regole imposte dall'Unione europea.

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