"Porta d'ingresso" d'Italia sin dai tempi di Augusto, protezione naturale contro i barbari, le Alpi rimasero per molti secoli una terra incognita, popolata di demoni e di dei, di draghi e di briganti. Solo a partire dal '700 gli scienziati vi videro un laboratorio dove scoprire i segreti della storia naturale, e gli alpinisti vittoriani vi individuarono poi "il playground of Europe", un terreno di gioco dove praticare uno sport nuovo: l'alpinismo. Una reinvenzione del mondo alpino che coinvolge gli italiani solo dopo l'Unità. Fatta l'Italia, le Alpi segnarono lo spazio materiale di un'identità, da marcare con i simboli della nazione e da difendere con fortezze moderne e soldati affidabili: gli alpini, soldati "diversi", fieri e disciplinati, montanari usi alla fatica. La Grande Guerra e il sangue di migliaia di giovani scaraventati sui monti delle Alpi orientali sacralizzarono la frontiera alpina, e più tardi la montagna fascista si volle "scuola di ardimento e di italianità", un progetto dissoltosi nelle steppe ghiacciate del Don. Questo libro è un racconto dell'immaginario alpino, una storia dell'uso politico che è stato fatto delle Alpi, e dei significati, dei miti e dei simboli che gli italiani hanno associato alle loro montagne.
"Porta d'ingresso" d'Italia sin dai tempi di Augusto, protezione naturale contro i barbari, le Alpi rimasero per molti secoli una terra incognita, popolata di demoni e di dei, di draghi e di briganti. Solo a partire dal '700 gli scienziati vi videro un laboratorio dove scoprire i segreti della storia naturale, e gli alpinisti vittoriani vi individuarono poi "il playground of Europe", un terreno di gioco dove praticare uno sport nuovo: l'alpinismo. Una reinvenzione del mondo alpino che coinvolge gli italiani solo dopo l'Unità. Fatta l'Italia, le Alpi segnarono lo spazio materiale di un'identità, da marcare con i simboli della nazione e da difendere con fortezze moderne e soldati affidabili: gli alpini, soldati "diversi", fieri e disciplinati, montanari usi alla fatica. La Grande Guerra e il sangue di migliaia di giovani scaraventati sui monti delle Alpi orientali sacralizzarono la frontiera alpina, e più tardi la montagna fascista si volle "scuola di ardimento e di italianità", un progetto dissoltosi nelle steppe ghiacciate del Don. Questo libro è un racconto dell'immaginario alpino, una storia dell'uso politico che è stato fatto delle Alpi, e dei significati, dei miti e dei simboli che gli italiani hanno associato alle loro montagne.