Author: | Eugenio Scalfari | ISBN: | 9788866261575 |
Publisher: | Imprimatur-Aliberti | Publication: | April 4, 2014 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Eugenio Scalfari |
ISBN: | 9788866261575 |
Publisher: | Imprimatur-Aliberti |
Publication: | April 4, 2014 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
«Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi. Se questi elementi non ci sono, l’operazione non può riuscire».
Roma, 28 luglio 1981. L’intervista rilasciata da Enrico Berlinguer a Eugenio Scalfari contiene una scudisciata che il giorno dopo farà sobbalzare i lettori della «Repubblica» e mezza classe politica italiana: «I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela». Nessun leader, nel tempo della Prima Repubblica – con l’esclusione dell’antisistema Marco Pannella – aveva mai osato tanto. Sono passati più di trent’anni da quel giorno. Trent’anni di questione morale. Trent’anni di rabbia e di oblio. È stato più di trent’anni fa, che in un’estate calda Enrico Berlinguer ha coniato – in un’intervista che sarebbe entrata in tutti gli archivi – questa locuzione destinata a raccontare l’Italia di allora, quella di Mani pulite (che sarebbe arrivata undici anni più tardi) e – purtroppo – anche quella che stiamo vivendo, nel tempo dei pizzini, degli appalti facili, della P3 e della P4.
Dalla Prefazione
di Luca Telese
Enrico Berlinguer, nato a Sassari nel 1922, è stato segretario del Partito comunista italiano dal 1972 fino alla sua morte, avvenuta nel 1984. Portò avanti il cosiddetto “eurocomunismo”, ossia il tentativo di costruire un comunismo diverso da quello sovietico, oltre che un avvicinamento alla Nato e al mondo dell’industria. La questione morale è stata un tema cardine della sua politica.
Eugenio Scalfari, nato a Civitavecchia nel 1924, nel 1976 ha fondato il quotidiano «la Repubblica», di cui è stato direttore fino al 1996. Attualmente ne scrive gli editoriali per l’edizione domenicale e cura una rubrica su «l’Espresso». È stato insignito di numerose onorificenze e premi per il giornalismo. È autore di opere di grande successo quali Per l’alto mare aperto (2010), L’uomo che non credeva in Dio (2008) e Scuote l’anima mia Eros (2011).
«Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi. Se questi elementi non ci sono, l’operazione non può riuscire».
Roma, 28 luglio 1981. L’intervista rilasciata da Enrico Berlinguer a Eugenio Scalfari contiene una scudisciata che il giorno dopo farà sobbalzare i lettori della «Repubblica» e mezza classe politica italiana: «I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela». Nessun leader, nel tempo della Prima Repubblica – con l’esclusione dell’antisistema Marco Pannella – aveva mai osato tanto. Sono passati più di trent’anni da quel giorno. Trent’anni di questione morale. Trent’anni di rabbia e di oblio. È stato più di trent’anni fa, che in un’estate calda Enrico Berlinguer ha coniato – in un’intervista che sarebbe entrata in tutti gli archivi – questa locuzione destinata a raccontare l’Italia di allora, quella di Mani pulite (che sarebbe arrivata undici anni più tardi) e – purtroppo – anche quella che stiamo vivendo, nel tempo dei pizzini, degli appalti facili, della P3 e della P4.
Dalla Prefazione
di Luca Telese
Enrico Berlinguer, nato a Sassari nel 1922, è stato segretario del Partito comunista italiano dal 1972 fino alla sua morte, avvenuta nel 1984. Portò avanti il cosiddetto “eurocomunismo”, ossia il tentativo di costruire un comunismo diverso da quello sovietico, oltre che un avvicinamento alla Nato e al mondo dell’industria. La questione morale è stata un tema cardine della sua politica.
Eugenio Scalfari, nato a Civitavecchia nel 1924, nel 1976 ha fondato il quotidiano «la Repubblica», di cui è stato direttore fino al 1996. Attualmente ne scrive gli editoriali per l’edizione domenicale e cura una rubrica su «l’Espresso». È stato insignito di numerose onorificenze e premi per il giornalismo. È autore di opere di grande successo quali Per l’alto mare aperto (2010), L’uomo che non credeva in Dio (2008) e Scuote l’anima mia Eros (2011).