George Steiner compie in queste pagine un autentico miracolo intellettuale: ripercorrere l'intera storia della filosofia focalizzando l'attenzione sul rapporto tra il pensiero e il linguaggio, ovvero tra la filosofia e la poesia. È un viaggio che risale fino ai frammenti presocratici e ai dialoghi di Platone, che bandiva i poeti dalla sua città ideale, governata dai filosofi. Ma ci fa avvicinare Lucrezio e Dante, Leonardo e Giordano Bruno, Galileo e Cartesio, e naturalmente Wittgenstein? A segnare i punti culminanti della riflessione, due incontri: quello tra Hegel e Hölderlin e quello tra Martin Heidegger e Paul Celan. La poesia del pensiero è una sintesi magistrale, straordinariamente ricca di implicazioni. Perché ogni atto filosofico passa necessariamente attraverso il linguaggio, ed è dunque sottoposto a due tensioni: da un lato aspira alla trasparenza e alla verificabilità della matematica, dall'altro a intuizioni che sembrano precedere il linguaggio, alla inesauribile ricchezza di significati della musica. E questa continua tensione modula il linguaggio di tutti noi: la nostra capacità di costruire e comprendere le metafore, ma anche la struttura grammaticale e sintattica delle nostre frasi, la loro ricchezza lessicale. Perché quello di Steiner è un atto di fede nella parola come produttrice di senso, che si apre però - in un profetico finale - alla possibilità di una filosofia «post-linguistica o post-testuale», dove «il senso può essere danzato».
George Steiner compie in queste pagine un autentico miracolo intellettuale: ripercorrere l'intera storia della filosofia focalizzando l'attenzione sul rapporto tra il pensiero e il linguaggio, ovvero tra la filosofia e la poesia. È un viaggio che risale fino ai frammenti presocratici e ai dialoghi di Platone, che bandiva i poeti dalla sua città ideale, governata dai filosofi. Ma ci fa avvicinare Lucrezio e Dante, Leonardo e Giordano Bruno, Galileo e Cartesio, e naturalmente Wittgenstein? A segnare i punti culminanti della riflessione, due incontri: quello tra Hegel e Hölderlin e quello tra Martin Heidegger e Paul Celan. La poesia del pensiero è una sintesi magistrale, straordinariamente ricca di implicazioni. Perché ogni atto filosofico passa necessariamente attraverso il linguaggio, ed è dunque sottoposto a due tensioni: da un lato aspira alla trasparenza e alla verificabilità della matematica, dall'altro a intuizioni che sembrano precedere il linguaggio, alla inesauribile ricchezza di significati della musica. E questa continua tensione modula il linguaggio di tutti noi: la nostra capacità di costruire e comprendere le metafore, ma anche la struttura grammaticale e sintattica delle nostre frasi, la loro ricchezza lessicale. Perché quello di Steiner è un atto di fede nella parola come produttrice di senso, che si apre però - in un profetico finale - alla possibilità di una filosofia «post-linguistica o post-testuale», dove «il senso può essere danzato».