Killing Kennedy

Da Washington a Dallas: la fine del sogno americano

Nonfiction, Social & Cultural Studies, Political Science, Politics, Leadership
Cover of the book Killing Kennedy by Bill O'Reilly, Castelvecchi
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Author: Bill O'Reilly ISBN: 9788868266202
Publisher: Castelvecchi Publication: November 30, 2013
Imprint: Castelvecchi Language: Italian
Author: Bill O'Reilly
ISBN: 9788868266202
Publisher: Castelvecchi
Publication: November 30, 2013
Imprint: Castelvecchi
Language: Italian

Perché John Fitzgerald Kennedy doveva morire? Qual è la verità sull’omicidio del trentacinquesimo Presidente degli Stati Uniti? In Killing Kennedy – bestseller che solo negli Usa ha venduto oltre un milione di copie – O’Reilly e Dugard ripercorrono, con un ritmo narrativo incalzante, gli ultimi due anni di JFK. Dal 20 gennaio 1961, giorno del giuramento, fino a quel 22 novembre del 1963, in cui l’uomo che meglio ha incarnato il «sogno americano» finiva la sua vita a Dallas per mano dell’ex tiratore scelto dei Marines, Lee Harvey Oswald, unico responsabile ufficiale di un omicidio ancora avvolto da troppi misteri. La morte di Kennedy è uno degli episodi più drammatici degli ultimi cinquant’anni, un evento che ha cambiato il corso della Storia, non solo statunitense. Per capire il perché di quei colpi di fucile esplosi a Dallas, gli autori mettono in fila uno dopo l’altro i contrasti politici che in piena Guerra Fredda tenevano in ansia il mondo intero: il Vietnam, la lotta al comunismo, che con la Cuba di Castro era arrivato fin dentro «il giardino di casa», le tensioni con l’Urss di Nikita Chrušcˇëv. O’Reilly e Dugard tracciano un vivido identikit dei tanti nemici che JFK si era fatto negli Usa: il direttore della Cia Allen W. Dulles, per esempio, silurato nell’aprile 1961 dopo il fallito sbarco nella Baia dei Porci. E, sopra tutti, il più ambiguo, il vicepresidente Lyndon B. Johnson, che mal sopporta il ruolo di secondo. Di lui Kennedy e il fratello Bobby non si fidano, e non lo nascondono. Nel libro non c’è solo la politica, l’ufficialità della Casa Bianca: ci sono gli amori – quello per la moglie Jackie, la First Lady che con la sua eleganza ha stregato l’intero Paese, o quello, pericolosissimo, per Marilyn – le manie, il sesso (una vera ossessione) e le debolezze di un uomo che l’America ancora rimpiange.

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Perché John Fitzgerald Kennedy doveva morire? Qual è la verità sull’omicidio del trentacinquesimo Presidente degli Stati Uniti? In Killing Kennedy – bestseller che solo negli Usa ha venduto oltre un milione di copie – O’Reilly e Dugard ripercorrono, con un ritmo narrativo incalzante, gli ultimi due anni di JFK. Dal 20 gennaio 1961, giorno del giuramento, fino a quel 22 novembre del 1963, in cui l’uomo che meglio ha incarnato il «sogno americano» finiva la sua vita a Dallas per mano dell’ex tiratore scelto dei Marines, Lee Harvey Oswald, unico responsabile ufficiale di un omicidio ancora avvolto da troppi misteri. La morte di Kennedy è uno degli episodi più drammatici degli ultimi cinquant’anni, un evento che ha cambiato il corso della Storia, non solo statunitense. Per capire il perché di quei colpi di fucile esplosi a Dallas, gli autori mettono in fila uno dopo l’altro i contrasti politici che in piena Guerra Fredda tenevano in ansia il mondo intero: il Vietnam, la lotta al comunismo, che con la Cuba di Castro era arrivato fin dentro «il giardino di casa», le tensioni con l’Urss di Nikita Chrušcˇëv. O’Reilly e Dugard tracciano un vivido identikit dei tanti nemici che JFK si era fatto negli Usa: il direttore della Cia Allen W. Dulles, per esempio, silurato nell’aprile 1961 dopo il fallito sbarco nella Baia dei Porci. E, sopra tutti, il più ambiguo, il vicepresidente Lyndon B. Johnson, che mal sopporta il ruolo di secondo. Di lui Kennedy e il fratello Bobby non si fidano, e non lo nascondono. Nel libro non c’è solo la politica, l’ufficialità della Casa Bianca: ci sono gli amori – quello per la moglie Jackie, la First Lady che con la sua eleganza ha stregato l’intero Paese, o quello, pericolosissimo, per Marilyn – le manie, il sesso (una vera ossessione) e le debolezze di un uomo che l’America ancora rimpiange.

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