Author: | Carlo Scataglini | ISBN: | 9788859003717 |
Publisher: | Edizioni Centro Studi Erickson | Publication: | June 12, 2013 |
Imprint: | Edizioni Centro Studi Erickson | Language: | Italian |
Author: | Carlo Scataglini |
ISBN: | 9788859003717 |
Publisher: | Edizioni Centro Studi Erickson |
Publication: | June 12, 2013 |
Imprint: | Edizioni Centro Studi Erickson |
Language: | Italian |
Il diario di un insegnante di sostegno innamorato del suo lavoro, che racconta le difficoltà — ma anche le gioie — legate alla sua professione.L’autore è Carlo Scataglini, insegnante specializzato, autore di apprezzati testi di narrativa e di recupero e sostegno come Adattamento dei libri di testo, Storia facile, Geografia facile, Scienze facili, Anche gli orchi hanno paura, Magigum e il volo delle emozioni.Mi piace l’idea di provare a raccontare alcune esperienze che mi sono capitate in più di vent’anni di lavoro, di incontri, di emozioni. Di spiegare le ragioni per cui, secondo me, il mondo del sostegno è una specie di «caos calmo», un ossimoro disordinato e lento, generativo e immobile, difficile da vivere e magnifico, spaventoso e intrigante, per il quale niente è semplice o scontato, niente è uguale due volte di seguito. Nemmeno aprire la porta ed entrare in classe al mattino: tutto è sempre una nuova scoperta.Mi piace l’idea di raccontare in questo libro la scuola, così come l’ho vissuta e la vivo io, e il lavoro dell’insegnante di sostegno e di arrivare alla conclusione che, almeno per ciò che mi riguarda, non ho assolutamente intenzione di cambiare mestiere. Credo proprio che non lo farò mai.«Dalla porta aperta dell’aula di sostegno deve poter entrare e uscire tanta gente. Le emozioni e i desideri, così come gli apprendimenti, devono potersi mescolare, scambiare: solo così si arricchiscono e crescono sani.Ricordo Massimo, il prof di musica di un’altra scuola, che utilizzava l’aula di sostegno con un gruppetto di ragazzi che faceva esercitare nel canto con il karaoke al televisore, mentre io rimanevo in classe con il resto degli alunni. Quella era un’aula di sostegno fantastica, con la porta sempre aperta.E ancora Gianni, il maestro che ogni bambino dovrebbe conoscere alle elementari. Lui saliva al piano di sopra, dove c’eravamo noi delle medie, portandosi dietro i bambini di quinta. Quelli di quinta elementare insieme ad alcuni ragazzini di prima media, a preparare cartelloni per la giornata della legalità. Insieme, anche se di scuole diverse, sul tavolone dell’aula di sostegno. Anche lui, anche Gianni, non chiudeva mai la porta.»
Il diario di un insegnante di sostegno innamorato del suo lavoro, che racconta le difficoltà — ma anche le gioie — legate alla sua professione.L’autore è Carlo Scataglini, insegnante specializzato, autore di apprezzati testi di narrativa e di recupero e sostegno come Adattamento dei libri di testo, Storia facile, Geografia facile, Scienze facili, Anche gli orchi hanno paura, Magigum e il volo delle emozioni.Mi piace l’idea di provare a raccontare alcune esperienze che mi sono capitate in più di vent’anni di lavoro, di incontri, di emozioni. Di spiegare le ragioni per cui, secondo me, il mondo del sostegno è una specie di «caos calmo», un ossimoro disordinato e lento, generativo e immobile, difficile da vivere e magnifico, spaventoso e intrigante, per il quale niente è semplice o scontato, niente è uguale due volte di seguito. Nemmeno aprire la porta ed entrare in classe al mattino: tutto è sempre una nuova scoperta.Mi piace l’idea di raccontare in questo libro la scuola, così come l’ho vissuta e la vivo io, e il lavoro dell’insegnante di sostegno e di arrivare alla conclusione che, almeno per ciò che mi riguarda, non ho assolutamente intenzione di cambiare mestiere. Credo proprio che non lo farò mai.«Dalla porta aperta dell’aula di sostegno deve poter entrare e uscire tanta gente. Le emozioni e i desideri, così come gli apprendimenti, devono potersi mescolare, scambiare: solo così si arricchiscono e crescono sani.Ricordo Massimo, il prof di musica di un’altra scuola, che utilizzava l’aula di sostegno con un gruppetto di ragazzi che faceva esercitare nel canto con il karaoke al televisore, mentre io rimanevo in classe con il resto degli alunni. Quella era un’aula di sostegno fantastica, con la porta sempre aperta.E ancora Gianni, il maestro che ogni bambino dovrebbe conoscere alle elementari. Lui saliva al piano di sopra, dove c’eravamo noi delle medie, portandosi dietro i bambini di quinta. Quelli di quinta elementare insieme ad alcuni ragazzini di prima media, a preparare cartelloni per la giornata della legalità. Insieme, anche se di scuole diverse, sul tavolone dell’aula di sostegno. Anche lui, anche Gianni, non chiudeva mai la porta.»