Il paradiso in terra

Il progresso e la sua critica

Nonfiction, Religion & Spirituality, Philosophy, Social & Cultural Studies, Social Science
Cover of the book Il paradiso in terra by Christopher Lasch, Neri Pozza
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Author: Christopher Lasch ISBN: 9788854514522
Publisher: Neri Pozza Publication: December 16, 2016
Imprint: Neri Pozza Language: Italian
Author: Christopher Lasch
ISBN: 9788854514522
Publisher: Neri Pozza
Publication: December 16, 2016
Imprint: Neri Pozza
Language: Italian

«Come può accadere che delle persone serie continuino a credere nel progresso, malgrado le importanti confutazioni che parevano aver liquidato una volta per tutte la validità di questa idea?» Muovendo da questo interrogativo, Christopher Lasch dà avvio in questo libro – vera e propria pietra miliare di ogni pensiero critico della modernità – a un’affascinante ricostruzione storica, filosofica, sociologica dell’idea di progresso, ultima fede, autentica religione secolarizzata dell’occidente. Il libro parte dall’interpretazione largamente accettata secondo la quale l’idea di progresso rappresenterebbe la versione secolarizzata della fede cristiana nella provvidenza. Opponendosi, infatti, al mondo antico e alla sua visione ciclica della storia, e rivendicando all’opposto una direzione di quest’ultima – dalla caduta dell’uomo alla sua definitiva redenzione –, la cristianità avrebbe permesso all’occidente di concepire la storia come un «processo generalmente in moto verso l’alto». Per Lasch, tuttavia, nel ventesimo secolo quest’idea del progresso basata sul pensiero di una «finalità» della storia, sulla speranza in un qualche stato finale di perfezione terrena, diventa «la più morta delle idee morte», spazzata via dal fallimento dei totalitarismi e di ogni considerazione utopistica del futuro. Nel secolo scorso si mostra, infatti, in ambito soprattutto anglosassone, l’estrema secolarizzazione della fede nel progresso. La sua idea viene separata dalla città celeste e riportata sulla terra, e la fede nel progresso diventa fede nel «progresso tecnologico» e nell’estensione del benessere materiale, dell’abbondanza e del consumo. È allora anche che ogni critica del progresso viene bollata come una faccenda di oscurantisti, chiacchiera di tutti coloro che «si rifugiano nella devozione, nell’estetica e nel mito». Il risultato è che questa cieca fede nel progresso appartiene oggi in egual misura tanto alla destra che pro-pone di mantenere il nostro standard di vita smodato a spese del resto del mondo e delle nostre stesse mino-ranze, quanto alla sinistra che pensa, invece, di estendere gli standard di vita occidentali al resto del mondo. Un programma suicida, per Lasch, perché nel primo caso approfondirà il solco che separa le nazioni povere da quelle ricche e genererà moti di ribellione e terrorismo sempre più violenti contro l’occidente; e, nel se-condo, porterà ancora più rapidamente all’esaurimento di risorse non rinnovabili, all’inquinamento irrever-sibile dell’atmosfera terrestre e alla distruzione del sistema ecologico da cui dipende la vita dell’uomo. Tutto ciò rende urgente, per Lasch, la costruzione di un punto di vista radicalmente nuovo che tagli corto sia con la convinzione che il nostro standard di vita sia destinato a un costante miglioramento, sia con l’altra faccia dell’ideologia del progresso: quella struggente nostalgia che essa produce per la semplicità passata, per le comunità del «mondo che abbiamo perduto». «Indubbiamente il suo capolavoro… Di questi, strani, tempi, non conosco modo migliore per raccomandare un libro». Jean-Claude Michéa, autore di I misteri della sinistra «Un libro ricco e affascinante, che presenta un panorama di storia delle idee poco familiare al lettore italiano». L’Indice «Il paradiso in terra è il libro più importante di Lasch… una critica dell’idea di progresso così come essa è stata formulata dai moralisti inglesi del Settecento (Mandeville, Hume, Adam Smith) e difesa, nel corso del Novecento, tanto dai liberals di destra quanto dai liberali di sinistra». Claudio Giunta

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«Come può accadere che delle persone serie continuino a credere nel progresso, malgrado le importanti confutazioni che parevano aver liquidato una volta per tutte la validità di questa idea?» Muovendo da questo interrogativo, Christopher Lasch dà avvio in questo libro – vera e propria pietra miliare di ogni pensiero critico della modernità – a un’affascinante ricostruzione storica, filosofica, sociologica dell’idea di progresso, ultima fede, autentica religione secolarizzata dell’occidente. Il libro parte dall’interpretazione largamente accettata secondo la quale l’idea di progresso rappresenterebbe la versione secolarizzata della fede cristiana nella provvidenza. Opponendosi, infatti, al mondo antico e alla sua visione ciclica della storia, e rivendicando all’opposto una direzione di quest’ultima – dalla caduta dell’uomo alla sua definitiva redenzione –, la cristianità avrebbe permesso all’occidente di concepire la storia come un «processo generalmente in moto verso l’alto». Per Lasch, tuttavia, nel ventesimo secolo quest’idea del progresso basata sul pensiero di una «finalità» della storia, sulla speranza in un qualche stato finale di perfezione terrena, diventa «la più morta delle idee morte», spazzata via dal fallimento dei totalitarismi e di ogni considerazione utopistica del futuro. Nel secolo scorso si mostra, infatti, in ambito soprattutto anglosassone, l’estrema secolarizzazione della fede nel progresso. La sua idea viene separata dalla città celeste e riportata sulla terra, e la fede nel progresso diventa fede nel «progresso tecnologico» e nell’estensione del benessere materiale, dell’abbondanza e del consumo. È allora anche che ogni critica del progresso viene bollata come una faccenda di oscurantisti, chiacchiera di tutti coloro che «si rifugiano nella devozione, nell’estetica e nel mito». Il risultato è che questa cieca fede nel progresso appartiene oggi in egual misura tanto alla destra che pro-pone di mantenere il nostro standard di vita smodato a spese del resto del mondo e delle nostre stesse mino-ranze, quanto alla sinistra che pensa, invece, di estendere gli standard di vita occidentali al resto del mondo. Un programma suicida, per Lasch, perché nel primo caso approfondirà il solco che separa le nazioni povere da quelle ricche e genererà moti di ribellione e terrorismo sempre più violenti contro l’occidente; e, nel se-condo, porterà ancora più rapidamente all’esaurimento di risorse non rinnovabili, all’inquinamento irrever-sibile dell’atmosfera terrestre e alla distruzione del sistema ecologico da cui dipende la vita dell’uomo. Tutto ciò rende urgente, per Lasch, la costruzione di un punto di vista radicalmente nuovo che tagli corto sia con la convinzione che il nostro standard di vita sia destinato a un costante miglioramento, sia con l’altra faccia dell’ideologia del progresso: quella struggente nostalgia che essa produce per la semplicità passata, per le comunità del «mondo che abbiamo perduto». «Indubbiamente il suo capolavoro… Di questi, strani, tempi, non conosco modo migliore per raccomandare un libro». Jean-Claude Michéa, autore di I misteri della sinistra «Un libro ricco e affascinante, che presenta un panorama di storia delle idee poco familiare al lettore italiano». L’Indice «Il paradiso in terra è il libro più importante di Lasch… una critica dell’idea di progresso così come essa è stata formulata dai moralisti inglesi del Settecento (Mandeville, Hume, Adam Smith) e difesa, nel corso del Novecento, tanto dai liberals di destra quanto dai liberali di sinistra». Claudio Giunta

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