Fine del carabiniere a cavallo

Saggi letterari (1955-1989)

Fiction & Literature, Essays & Letters, Essays
Cover of the book Fine del carabiniere a cavallo by Leonardo Sciascia, Adelphi
View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart
Author: Leonardo Sciascia ISBN: 9788845977428
Publisher: Adelphi Publication: February 25, 2016
Imprint: Adelphi Language: Italian
Author: Leonardo Sciascia
ISBN: 9788845977428
Publisher: Adelphi
Publication: February 25, 2016
Imprint: Adelphi
Language: Italian

Nel caso di Sciascia, che rivendicava il diritto di essere «saggista nel racconto e narratore nel saggio», le etichette, si sa, funzionano male, mostrano tutti i loro limiti: saggistica e fiction, anzitutto. Ma anche all'interno di una categoria in apparenza inscalfibile come quella qui utilizzata per il sottotitolo, i conti alla fine non tornano, e il cartellino, pur necessario, appare riduttivo. Perché la sorprendente vastità delle letture di Sciascia (sono qui radunati interventi sul "Furioso" di Ariosto e l'"Ulisse" di Joyce, su E.M. Forster e Lawrence Durrell, su Ivo Andric e Calvino, su Montale e Bufalino, per non citarne che alcuni), ma soprattutto la mobilità del suo pensiero e l'incrollabile certezza che la letteratura può decifrare la realtà fanno sì che ogni saggio sia un luogo della libertà, un porto franco dell'intelligenza, una scena sulla quale si materializzano figure, temi, tempi del tutto imprevedibili e che ci portano molto lontano da dove eravamo partiti. Non stupisce allora che l'amatissimo Pirandello venga chiamato in soccorso per spiegare un fatto di cronaca – quello del folle che aveva la mania di introdursi nel siciliano Collegio del Carmelo per spiare le suore – o che un sonetto del Belli dove si menziona l'istituzione pontificia dell'impunità illumini il fenomeno del pentitismo o che, viceversa, le paure e le superstizioni legate al diffondersi dell'Aids, responsabile di una nuova caccia all'untore, evochino il ricordo di Buzzati, di Stevenson, di "Bubu di Montparnasse". Ma Sciascia, non scordiamolo, è irrimediabilmente affetto da stendhalismo (come del resto un altro dei suoi autori prediletti, Savinio, che gli garantì «un senso di liberazione, una leggerezza e un leggero stordimento come di decollo»), sicché trasparenza e dilettantismo – nel senso di 'dilettarsi della vita' – affiorano in ogni lettura e in ogni scoperta (come Maurice Nadeau, Sciascia credeva che scoprire un nuovo scrittore, o riscoprirne uno dimenticato, equivalesse a scrivere, a continuare a scrivere), e trasformano questo libro, per usare un'espressione d'autore, in un «dislargo di orizzonte».

View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart

Nel caso di Sciascia, che rivendicava il diritto di essere «saggista nel racconto e narratore nel saggio», le etichette, si sa, funzionano male, mostrano tutti i loro limiti: saggistica e fiction, anzitutto. Ma anche all'interno di una categoria in apparenza inscalfibile come quella qui utilizzata per il sottotitolo, i conti alla fine non tornano, e il cartellino, pur necessario, appare riduttivo. Perché la sorprendente vastità delle letture di Sciascia (sono qui radunati interventi sul "Furioso" di Ariosto e l'"Ulisse" di Joyce, su E.M. Forster e Lawrence Durrell, su Ivo Andric e Calvino, su Montale e Bufalino, per non citarne che alcuni), ma soprattutto la mobilità del suo pensiero e l'incrollabile certezza che la letteratura può decifrare la realtà fanno sì che ogni saggio sia un luogo della libertà, un porto franco dell'intelligenza, una scena sulla quale si materializzano figure, temi, tempi del tutto imprevedibili e che ci portano molto lontano da dove eravamo partiti. Non stupisce allora che l'amatissimo Pirandello venga chiamato in soccorso per spiegare un fatto di cronaca – quello del folle che aveva la mania di introdursi nel siciliano Collegio del Carmelo per spiare le suore – o che un sonetto del Belli dove si menziona l'istituzione pontificia dell'impunità illumini il fenomeno del pentitismo o che, viceversa, le paure e le superstizioni legate al diffondersi dell'Aids, responsabile di una nuova caccia all'untore, evochino il ricordo di Buzzati, di Stevenson, di "Bubu di Montparnasse". Ma Sciascia, non scordiamolo, è irrimediabilmente affetto da stendhalismo (come del resto un altro dei suoi autori prediletti, Savinio, che gli garantì «un senso di liberazione, una leggerezza e un leggero stordimento come di decollo»), sicché trasparenza e dilettantismo – nel senso di 'dilettarsi della vita' – affiorano in ogni lettura e in ogni scoperta (come Maurice Nadeau, Sciascia credeva che scoprire un nuovo scrittore, o riscoprirne uno dimenticato, equivalesse a scrivere, a continuare a scrivere), e trasformano questo libro, per usare un'espressione d'autore, in un «dislargo di orizzonte».

More books from Adelphi

Cover of the book Esiste Ascoli Piceno? by Leonardo Sciascia
Cover of the book Il gatto by Leonardo Sciascia
Cover of the book Ka by Leonardo Sciascia
Cover of the book Il calore del sangue by Leonardo Sciascia
Cover of the book Senza via di scampo by Leonardo Sciascia
Cover of the book The Possessed by Leonardo Sciascia
Cover of the book Maigret perde le staffe by Leonardo Sciascia
Cover of the book Gente by Leonardo Sciascia
Cover of the book Maigret e le persone perbene by Leonardo Sciascia
Cover of the book Babilonia by Leonardo Sciascia
Cover of the book Il filo del rasoio by Leonardo Sciascia
Cover of the book Shakespeare by Leonardo Sciascia
Cover of the book Il ranch della Giumenta perduta by Leonardo Sciascia
Cover of the book Che paese, l'America by Leonardo Sciascia
Cover of the book Lo spirito della fantascienza by Leonardo Sciascia
We use our own "cookies" and third party cookies to improve services and to see statistical information. By using this website, you agree to our Privacy Policy