Essere duri senza mai perdere la tenerezza. La questione della guerra giusta in Agostino

Published in Sociologia n. 1/2016. Rivista quadrimestrale di Scienze Storiche e Sociali. Religione e violenza nella società contemporanea

Nonfiction, Social & Cultural Studies, Social Science, Sociology
Cover of the book Essere duri senza mai perdere la tenerezza. La questione della guerra giusta in Agostino by Stefano Simonetta, Gangemi Editore
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Author: Stefano Simonetta ISBN: 9788849294941
Publisher: Gangemi Editore Publication: March 8, 2017
Imprint: Gangemi Editore Language: Italian
Author: Stefano Simonetta
ISBN: 9788849294941
Publisher: Gangemi Editore
Publication: March 8, 2017
Imprint: Gangemi Editore
Language: Italian

In un lavoro volto a ricostruire la storia delle relazioni fra religioni e violenza non può non trovare spazio la figura di Aurelio Agostino, spesso considerato l'ideologo della dottrina cristiana della guerra giusta, nonché – da alcuni – il primo a introdurre in tale cultura il concetto di guerra santa. Ora, rinviando a un'analisi successiva quest'ultimo aspetto della questione, occorre innanzitutto chiedersi quanto sia corretta la tendenza ad associare – in maniera quasi automatica – il nome di Agostino alla teoria del bellum iustum che segnò profondamente la storia del Medioevo cristiano; e qui va subito chiarito come, pur essendo possibile individuare in alcune sue pagine la genesi e la matrice di quella teoria, la sconfinata produzione agostiniana non contenga in realtà alcuna trattazione esplicita e sistematica dei requisiti che rendono legittimo prendere parte a un determinato conflitto. Lungi dall'essere l'oggetto di uno specifico scritto, il tema della guerra è affrontato in modo cursorio in una molteplicità di passi (spesso si tratta di poche decine di righe) disseminati nel corpus agostiniano e appartenenti a periodi e tipologie di testi assai differenti fra loro. Chi voglia tentare di ricostruire il pensiero di Agostino sulla guerra giusta deve perciò procedere, con la dovuta prudenza e con la consapevolezza di operare una parziale forzatura, per via indiziaria, raccogliendo e provando ad accostare le diverse tessere del mosaico – metafora agostiniana per eccellenza – alle quali sono state affidate alcune considerazioni frammentarie (e, in taluni casi, parzialmente contraddittorie), con l'obiettivo di comporre un'immagine che riassuma nella maniera più verosimile la posizione dell'Ipponate.

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In un lavoro volto a ricostruire la storia delle relazioni fra religioni e violenza non può non trovare spazio la figura di Aurelio Agostino, spesso considerato l'ideologo della dottrina cristiana della guerra giusta, nonché – da alcuni – il primo a introdurre in tale cultura il concetto di guerra santa. Ora, rinviando a un'analisi successiva quest'ultimo aspetto della questione, occorre innanzitutto chiedersi quanto sia corretta la tendenza ad associare – in maniera quasi automatica – il nome di Agostino alla teoria del bellum iustum che segnò profondamente la storia del Medioevo cristiano; e qui va subito chiarito come, pur essendo possibile individuare in alcune sue pagine la genesi e la matrice di quella teoria, la sconfinata produzione agostiniana non contenga in realtà alcuna trattazione esplicita e sistematica dei requisiti che rendono legittimo prendere parte a un determinato conflitto. Lungi dall'essere l'oggetto di uno specifico scritto, il tema della guerra è affrontato in modo cursorio in una molteplicità di passi (spesso si tratta di poche decine di righe) disseminati nel corpus agostiniano e appartenenti a periodi e tipologie di testi assai differenti fra loro. Chi voglia tentare di ricostruire il pensiero di Agostino sulla guerra giusta deve perciò procedere, con la dovuta prudenza e con la consapevolezza di operare una parziale forzatura, per via indiziaria, raccogliendo e provando ad accostare le diverse tessere del mosaico – metafora agostiniana per eccellenza – alle quali sono state affidate alcune considerazioni frammentarie (e, in taluni casi, parzialmente contraddittorie), con l'obiettivo di comporre un'immagine che riassuma nella maniera più verosimile la posizione dell'Ipponate.

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