Da Quarto al Volturno

storia di uno dei Mille

Fiction & Literature, Historical
Cover of the book Da Quarto al Volturno by Giuseppe Cesare Abba, nicla
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Author: Giuseppe Cesare Abba ISBN: 1230001348774
Publisher: nicla Publication: September 16, 2016
Imprint: Language: Italian
Author: Giuseppe Cesare Abba
ISBN: 1230001348774
Publisher: nicla
Publication: September 16, 2016
Imprint:
Language: Italian

DAL LIBRO: Navigheremo di conserva, ma intanto quelli che montarono sul Piemonte furono più fortunati. Hanno Garibaldi. I due legni si chiamano Piemonte e Lombardo; e con questi nomi di due provincie libere, navighiamo a portare la libertà alle provincie schiave.

Noi del Lombardo siamo un bel numero. Se ce ne sono tanti sul Piemonte, arriveremo al migliaio. Chi potesse vedere nel cuore di tutti, ciò che sa ognuno della nostra impresa e della Sicilia! A nominarla, sento un mondo nell'antichità. Quei Siracusani che, solo a sentirli cantare i cori greci, mandarono liberi i prigionieri di Nicia, mi parvero sempre una delle più grandi gentilezze che siano state sulla terra. Quel che oggi sia l'isola non lo so. La vedo laggiù in una profondità misteriosa e sola. E Trapani?

Mi vibrano bene nella mente, in questi momenti, le parole di quel volontario che fu in Crimea. «Appoggiammo a Trapani, raccolta laggiù su d'una punta squallida, città colma di mestizia fin sopra i tetti. Venivano, sulle barche, dei poveri straccioni a venderci frutta, girando stupefatti attorno alla nostra nave. — Che cosa siete? ci chiedevano.

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DAL LIBRO: Navigheremo di conserva, ma intanto quelli che montarono sul Piemonte furono più fortunati. Hanno Garibaldi. I due legni si chiamano Piemonte e Lombardo; e con questi nomi di due provincie libere, navighiamo a portare la libertà alle provincie schiave.

Noi del Lombardo siamo un bel numero. Se ce ne sono tanti sul Piemonte, arriveremo al migliaio. Chi potesse vedere nel cuore di tutti, ciò che sa ognuno della nostra impresa e della Sicilia! A nominarla, sento un mondo nell'antichità. Quei Siracusani che, solo a sentirli cantare i cori greci, mandarono liberi i prigionieri di Nicia, mi parvero sempre una delle più grandi gentilezze che siano state sulla terra. Quel che oggi sia l'isola non lo so. La vedo laggiù in una profondità misteriosa e sola. E Trapani?

Mi vibrano bene nella mente, in questi momenti, le parole di quel volontario che fu in Crimea. «Appoggiammo a Trapani, raccolta laggiù su d'una punta squallida, città colma di mestizia fin sopra i tetti. Venivano, sulle barche, dei poveri straccioni a venderci frutta, girando stupefatti attorno alla nostra nave. — Che cosa siete? ci chiedevano.

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