"Eudaimonia"

Poesie e la storia dell'angelo bruno.

Fiction & Literature, Poetry
Cover of the book "Eudaimonia" by Bianca Fasano, Accademia dei Parmenidei
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Author: Bianca Fasano ISBN: 9788822864413
Publisher: Accademia dei Parmenidei Publication: November 11, 2016
Imprint: Language: Italian
Author: Bianca Fasano
ISBN: 9788822864413
Publisher: Accademia dei Parmenidei
Publication: November 11, 2016
Imprint:
Language: Italian

"Eudaimonia" Poesie e la storia dell'angelo bruno.

Qual è la ragione dello scrivere?
Forse la domanda se la pone di più chi scrive, rispetto al lettore.
Penso che in ciascun essere umano, inteso come essere pensante, vi sia la necessità di esprimersi in modi differenti da quello verbale o gestuale. Alcuni si esprimono con il ballo o con il canto, altri con la recitazione. Io, anche, dipingo.
Tuttavia non tutti scrivono a lungo, fosse anche in un diario e pochi, rispetto al numero di umani sul pianeta, qualcosa che assomigli ad un racconto o ad un romanzo.
Intervistai Giorgio Bassani, molti anni fa, un uomo che considero abbia vissuto esperienze personali molto forti, sia in quanto ebreo, vissuto nel periodo del Nazismo, sia in quanto uomo che ha perduto amori, amici, sicurezze, possesso del sé.
Lui mi suggerì di scrivere su cose che avessi vissuto visceralmente, perché soltanto in questo modo si scrive qualcosa di "vivo". Forse gli artisti vivono in modo personale anche esperienze che non sono proprio le loro, per cui anche scrivere "storie di altri", diviene come se si scrivesse di se stessi.
Dedicata a Jane Austen
Mia Cara Jane,
lontana dal mio tempo,
ma non dal sentimento e l’emozione,
non penso
la tua vita ti abbia dato
ciò che cercavi con il fiato e la ragione.
Non penso:
le eroine dei tuoi film
fatti con l’intuizione e l’ironia,
hanno alla fine vinto le battaglie,
placato l’animo coi desideri vinti
ma ciò non fu per te, amica mia.
Film:
non d’immagini di celluloide,
ma fatti di fantasia ed inchiostro,
scritti e poi da qualcuno realizzati.
Storie di donne che non eri tu
a cui l’amore, invece, fu negato.
Non tu, cui il tuo Thomas rinunciò
in quanto preda di un altro destino,
tu, le cui notti non rallegrò l’amore
ed il calore di un altro respiro.
La tua gioia, cara Jane, l’hai cercata
e l’hai trovata,
nei tuoi personaggi.
L’hai regalata a noi,
ricca di vita,
di quella che a te stessa fu proibita.
Non posso che abbracciarti, col pensiero
come la perla di una immensa collana
fatta di donne tutte come noi,
che han combattuto
i propri e gli altrui errori,
immerse in tanti tempi differenti
con un unico grande filo a unirle:
il tentativo di essere se stesse
e vive l’amore e la ragione,
cui intorno il mondo tenta di fermare
l’arte, l’ardore, la forza e la visione.

Quello che davvero mi interessa è sapere che qualcuno mi legga.
Il mio dialogo con voi, lettori, è una cosa che mi riempie di gioia. Spero che quello che scrivo piaccia. Ricordo l'effetto avuto su di me con il leggere: un distaccarmi, anche se momentaneo, dal momento vissuto, un "essere altrove", che mi faceva tornare sul pianeta terra più serena. Il contatto con pensieri ed avvenimenti non miei. Quello che mi piace pensare riesca ad ottenere con ciò che scrivo.
Quindi: non mi chiedo "perché scrivo". Lo so: è uno dei miei modi di esprimermi e se non potessi più farlo sarebbe una privazione terribile.
Quindi: grazie di leggermi.

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"Eudaimonia" Poesie e la storia dell'angelo bruno.

Qual è la ragione dello scrivere?
Forse la domanda se la pone di più chi scrive, rispetto al lettore.
Penso che in ciascun essere umano, inteso come essere pensante, vi sia la necessità di esprimersi in modi differenti da quello verbale o gestuale. Alcuni si esprimono con il ballo o con il canto, altri con la recitazione. Io, anche, dipingo.
Tuttavia non tutti scrivono a lungo, fosse anche in un diario e pochi, rispetto al numero di umani sul pianeta, qualcosa che assomigli ad un racconto o ad un romanzo.
Intervistai Giorgio Bassani, molti anni fa, un uomo che considero abbia vissuto esperienze personali molto forti, sia in quanto ebreo, vissuto nel periodo del Nazismo, sia in quanto uomo che ha perduto amori, amici, sicurezze, possesso del sé.
Lui mi suggerì di scrivere su cose che avessi vissuto visceralmente, perché soltanto in questo modo si scrive qualcosa di "vivo". Forse gli artisti vivono in modo personale anche esperienze che non sono proprio le loro, per cui anche scrivere "storie di altri", diviene come se si scrivesse di se stessi.
Dedicata a Jane Austen
Mia Cara Jane,
lontana dal mio tempo,
ma non dal sentimento e l’emozione,
non penso
la tua vita ti abbia dato
ciò che cercavi con il fiato e la ragione.
Non penso:
le eroine dei tuoi film
fatti con l’intuizione e l’ironia,
hanno alla fine vinto le battaglie,
placato l’animo coi desideri vinti
ma ciò non fu per te, amica mia.
Film:
non d’immagini di celluloide,
ma fatti di fantasia ed inchiostro,
scritti e poi da qualcuno realizzati.
Storie di donne che non eri tu
a cui l’amore, invece, fu negato.
Non tu, cui il tuo Thomas rinunciò
in quanto preda di un altro destino,
tu, le cui notti non rallegrò l’amore
ed il calore di un altro respiro.
La tua gioia, cara Jane, l’hai cercata
e l’hai trovata,
nei tuoi personaggi.
L’hai regalata a noi,
ricca di vita,
di quella che a te stessa fu proibita.
Non posso che abbracciarti, col pensiero
come la perla di una immensa collana
fatta di donne tutte come noi,
che han combattuto
i propri e gli altrui errori,
immerse in tanti tempi differenti
con un unico grande filo a unirle:
il tentativo di essere se stesse
e vive l’amore e la ragione,
cui intorno il mondo tenta di fermare
l’arte, l’ardore, la forza e la visione.

Quello che davvero mi interessa è sapere che qualcuno mi legga.
Il mio dialogo con voi, lettori, è una cosa che mi riempie di gioia. Spero che quello che scrivo piaccia. Ricordo l'effetto avuto su di me con il leggere: un distaccarmi, anche se momentaneo, dal momento vissuto, un "essere altrove", che mi faceva tornare sul pianeta terra più serena. Il contatto con pensieri ed avvenimenti non miei. Quello che mi piace pensare riesca ad ottenere con ciò che scrivo.
Quindi: non mi chiedo "perché scrivo". Lo so: è uno dei miei modi di esprimermi e se non potessi più farlo sarebbe una privazione terribile.
Quindi: grazie di leggermi.

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