Verso un’altra estate

Fiction & Literature, Literary
Cover of the book Verso un’altra estate by Janet Frame, Neri Pozza
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Author: Janet Frame ISBN: 9788854511811
Publisher: Neri Pozza Publication: November 13, 2015
Imprint: Neri Pozza Language: Italian
Author: Janet Frame
ISBN: 9788854511811
Publisher: Neri Pozza
Publication: November 13, 2015
Imprint: Neri Pozza
Language: Italian

Grace Cleave ha trent’anni, vive a Londra e, fatta eccezione per qualche mese di adulterio con un sedicente scrittore americano, non è mai stata sposata. I capelli, che un tempo le fiammeggiavano fulvi al sole dell’emisfero australe – Grace viene dalla Nuova Zelanda –, sono ora così sbiaditi da aver preso il colore della polvere. L’ispirazione anche sembra irrimediabilmente svanita. Il romanzo che stava scrivendo, interrotto com’è tra la seconda e la terza parte, rischia di diventare un vero e proprio «figlio adottivo del silenzio». Il fatto è che qualcosa si è intromesso sul gozzo del romanzo e sulla sua vita. Qualcosa di minaccioso e allettante insieme, annunciato dalle soavi parole di una cartolina postale affrancata con cura: «Sig.na Grace Cleave: Sa che la temperatura qui a Relham è superiore di zero virgola quindici gradi rispetto a quella di Londra? Venga a scaldarsi! Philip Thirkettle». Philip Thirkettle ha l’aspetto pulito, assorto, tipico degli intellettuali inglesi. Gesticola con prontezza, è entusiasta e vivace. È venuto a trovarla per un’intervista il giorno in cui Grace si è messa la gonna azzurra a quadri e il cardigan sintetico azzurro con la scollatura sul davanti e si è tirata via un paio di peli tra i seni, nel caso si vedessero quando si chinava. Philip, però, mirava alla sua mente. Non sapeva che nessuno, con la conversazione, può raggiungere la mente di Grace Cleave. Influenze? Modo di lavorare? Ha rivolto le solite domande, poi con grazia e scioltezza ha lasciato cadere l’invito: «Ascolti, perché non viene su da noi una volta? Anne le piacerà, e anche suo padre, un tempo faceva l’allevatore di pecore, con lui potrà parlare di pecore, delle loro malattie, della fasciola, della zoppina…». Philip non sa che a Grace serve coraggio per andare tra la gente, anche per soli cinque o dieci minuti. Un fine settimana a Relham, con lui, sua moglie Anne, il padre di lei, Reuben, e i figli sembra la promessa di un incubo per la scrittrice. Nessuna via di fuga. E poi il problema di quando alzarsi, andare a letto, cosa dire, dove andare e quando, problema che per Grace ha raggiunto i limiti dell’irresolubilità: sì, perché durante la notte Grace Cleave si trasforma in un uccello migratore… Pubblicato a quasi cinquant’anni dalla sua stesura, Verso un’altra estate è il romanzo che Janet Frame vietò di rendere pubblico perché troppo personale. Con il suo stile denso di metafore e di bagliori ironici, l’autrice di Un angelo alla mia tavola regala ai suoi lettori un’altra toccante storia sospesa tra incubo e sogno. Io non voglio abitare il mondo umano sotto mentite spoglie». Janet Frame, Verso un’altra estate «Con la sua scrittura intensamente personale Janet Frame è capace di afferrare il momento, e di raccontare ciò che sfugge al linguaggio normale attraverso la metafora e l’immaginazione». The Guardian «Una scrittura limpida, con metafore sorprendenti per la bellezza e la precisione, e un’introspezione che raggiunge profondità abissali». Nathalie Crom

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Grace Cleave ha trent’anni, vive a Londra e, fatta eccezione per qualche mese di adulterio con un sedicente scrittore americano, non è mai stata sposata. I capelli, che un tempo le fiammeggiavano fulvi al sole dell’emisfero australe – Grace viene dalla Nuova Zelanda –, sono ora così sbiaditi da aver preso il colore della polvere. L’ispirazione anche sembra irrimediabilmente svanita. Il romanzo che stava scrivendo, interrotto com’è tra la seconda e la terza parte, rischia di diventare un vero e proprio «figlio adottivo del silenzio». Il fatto è che qualcosa si è intromesso sul gozzo del romanzo e sulla sua vita. Qualcosa di minaccioso e allettante insieme, annunciato dalle soavi parole di una cartolina postale affrancata con cura: «Sig.na Grace Cleave: Sa che la temperatura qui a Relham è superiore di zero virgola quindici gradi rispetto a quella di Londra? Venga a scaldarsi! Philip Thirkettle». Philip Thirkettle ha l’aspetto pulito, assorto, tipico degli intellettuali inglesi. Gesticola con prontezza, è entusiasta e vivace. È venuto a trovarla per un’intervista il giorno in cui Grace si è messa la gonna azzurra a quadri e il cardigan sintetico azzurro con la scollatura sul davanti e si è tirata via un paio di peli tra i seni, nel caso si vedessero quando si chinava. Philip, però, mirava alla sua mente. Non sapeva che nessuno, con la conversazione, può raggiungere la mente di Grace Cleave. Influenze? Modo di lavorare? Ha rivolto le solite domande, poi con grazia e scioltezza ha lasciato cadere l’invito: «Ascolti, perché non viene su da noi una volta? Anne le piacerà, e anche suo padre, un tempo faceva l’allevatore di pecore, con lui potrà parlare di pecore, delle loro malattie, della fasciola, della zoppina…». Philip non sa che a Grace serve coraggio per andare tra la gente, anche per soli cinque o dieci minuti. Un fine settimana a Relham, con lui, sua moglie Anne, il padre di lei, Reuben, e i figli sembra la promessa di un incubo per la scrittrice. Nessuna via di fuga. E poi il problema di quando alzarsi, andare a letto, cosa dire, dove andare e quando, problema che per Grace ha raggiunto i limiti dell’irresolubilità: sì, perché durante la notte Grace Cleave si trasforma in un uccello migratore… Pubblicato a quasi cinquant’anni dalla sua stesura, Verso un’altra estate è il romanzo che Janet Frame vietò di rendere pubblico perché troppo personale. Con il suo stile denso di metafore e di bagliori ironici, l’autrice di Un angelo alla mia tavola regala ai suoi lettori un’altra toccante storia sospesa tra incubo e sogno. Io non voglio abitare il mondo umano sotto mentite spoglie». Janet Frame, Verso un’altra estate «Con la sua scrittura intensamente personale Janet Frame è capace di afferrare il momento, e di raccontare ciò che sfugge al linguaggio normale attraverso la metafora e l’immaginazione». The Guardian «Una scrittura limpida, con metafore sorprendenti per la bellezza e la precisione, e un’introspezione che raggiunge profondità abissali». Nathalie Crom

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