STORIA DELLA DECADENZA E ROVINA DELL'IMPERO ROMANO

VOLUME QUARTO

Fiction & Literature, Historical
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Author: EDOARDO GIBBON ISBN: 1230003293102
Publisher: NICCIA Publication: June 24, 2019
Imprint: Language: Italian
Author: EDOARDO GIBBON
ISBN: 1230003293102
Publisher: NICCIA
Publication: June 24, 2019
Imprint:
Language: Italian

STORIA

DELLA DECADENZA E ROVINA

DELL'IMPERO ROMANO

DI

EDOARDO GIBBON

VOLUME QUARTO

Le sponde del Danubio da una parte e dall'altra erano coronate di spettatori, che ammiravan la pompa militare, prevedevano l'importanza del fatto, e spargevan per le vicine regioni la fama d'un giovin Eroe, che s'avanzava con una velocità più che mortale alla testa delle innumerabili forze d'Occidente. Luciliano, che col grado di Generale di cavalleria comandava la milizia dell'Illirico, rimase agitato e perplesso dalle dubbiose relazioni, ch'ei non poteva nè rigettare, nè credere. Avea egli prese alcune lente ed irresolute misure ad oggetto di levar truppe, quando fu sorpreso da Dagalaifo, attivo Uffiziale, che Giuliano, appena sbarcato a Bologna, avea spedito avanti con qualche corpo d'infanteria leggiera. Il Generale prigioniero, incerto della vita o della morte, fu posto in fretta sopra un cavallo, e condotto alla presenza di Giuliano, che l'alzò cortesemente da terra, e sgombrò il terrore e la sorpresa, che sembrava avessero instupidite le sue potenze. Ma tosto che Luciliano ebbe ripreso lo spirito, dimostrò la sua mancanza di discernimento col pretendere d'ammonire il suo vincitore per essersi temerariamente arrischiato con un pugno di soldati ad esporre la sua persona in mezzo a' nemici. «Riserva coteste timide rimostranze al tuo Signore Costanzo», replicò con un sorriso di disprezzo Giuliano, «quando io ti ho dato a baciare la mia porpora, ti ho ricevuto come un supplichevole, non come un consigliero». Sapendo che il solo successo era quello che giustificar poteva il suo tentativo, e che il solo ardire poteva dominar sull'evento, immediatamente s'avanzò alla testa di tremila soldati ad attaccar la più forte e più popolata città delle Province Illiriche. Entrato nel lungo sobborgo di Sirmio, fu ricevuto dalle liete acclamazioni dell'esercito e del popolo, che coronato di fiori, e tenendo in mano fiaccole accese, conduceva all'Imperial sua residenza il proprio già riconosciuto Sovrano.

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STORIA

DELLA DECADENZA E ROVINA

DELL'IMPERO ROMANO

DI

EDOARDO GIBBON

VOLUME QUARTO

Le sponde del Danubio da una parte e dall'altra erano coronate di spettatori, che ammiravan la pompa militare, prevedevano l'importanza del fatto, e spargevan per le vicine regioni la fama d'un giovin Eroe, che s'avanzava con una velocità più che mortale alla testa delle innumerabili forze d'Occidente. Luciliano, che col grado di Generale di cavalleria comandava la milizia dell'Illirico, rimase agitato e perplesso dalle dubbiose relazioni, ch'ei non poteva nè rigettare, nè credere. Avea egli prese alcune lente ed irresolute misure ad oggetto di levar truppe, quando fu sorpreso da Dagalaifo, attivo Uffiziale, che Giuliano, appena sbarcato a Bologna, avea spedito avanti con qualche corpo d'infanteria leggiera. Il Generale prigioniero, incerto della vita o della morte, fu posto in fretta sopra un cavallo, e condotto alla presenza di Giuliano, che l'alzò cortesemente da terra, e sgombrò il terrore e la sorpresa, che sembrava avessero instupidite le sue potenze. Ma tosto che Luciliano ebbe ripreso lo spirito, dimostrò la sua mancanza di discernimento col pretendere d'ammonire il suo vincitore per essersi temerariamente arrischiato con un pugno di soldati ad esporre la sua persona in mezzo a' nemici. «Riserva coteste timide rimostranze al tuo Signore Costanzo», replicò con un sorriso di disprezzo Giuliano, «quando io ti ho dato a baciare la mia porpora, ti ho ricevuto come un supplichevole, non come un consigliero». Sapendo che il solo successo era quello che giustificar poteva il suo tentativo, e che il solo ardire poteva dominar sull'evento, immediatamente s'avanzò alla testa di tremila soldati ad attaccar la più forte e più popolata città delle Province Illiriche. Entrato nel lungo sobborgo di Sirmio, fu ricevuto dalle liete acclamazioni dell'esercito e del popolo, che coronato di fiori, e tenendo in mano fiaccole accese, conduceva all'Imperial sua residenza il proprio già riconosciuto Sovrano.

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