Sono Chiesa anch'io

Il ruolo dei laici e il rinnovamento

Nonfiction, Religion & Spirituality, Christianity, Church
Cover of the book Sono Chiesa anch'io by Claudio Ubaldo Cortoni, Rubbettino Editore
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Author: Claudio Ubaldo Cortoni ISBN: 9788849839128
Publisher: Rubbettino Editore Publication: November 13, 2013
Imprint: Rubbettino Editore Language: Italian
Author: Claudio Ubaldo Cortoni
ISBN: 9788849839128
Publisher: Rubbettino Editore
Publication: November 13, 2013
Imprint: Rubbettino Editore
Language: Italian

La storia del laicato si sviluppa a partire dalla distinzione dell’unico corpo di Cristo in tre ordini (laici, monaci e chierici) formalmente riconosciuti nei sinodi della chiesa carolingia del sec. VIII e IX, dopo essere stati già enunciati dai Padri nei loro scritti. Una distinzione che nella chiesa altomedioevale non appare immediatamente come una separazione tra coloro che partecipano alle cose sacre e quelli che, vivendo nel secolo, vengono esclusi dalla pratica di quelle virtù cristiane che aprono la vita del credente alle beatitudini evangeliche. Solo il lento ed inesorabile processo di clericalizzazione della chiesa dal sec. XI ha portato ad una separazione dei chierici dai laici, riassunta in sintesi nell’opera giuridica di Graziano che per la prima volta distingue il popolo di Dio in due generi, sottolineando il rapporto problematico tra battezzati rispetto una diversa partecipazione dei singoli cristiani alla vita della chiesa. Dal bisogno di difendere le prerogative del clero per quanto riguarda la predicazione nella chiesa bassomedievale, fortemente rimodellata dalle riforme gregoriane, emerge l’immagine di un laicato interessato al recupero del messaggio evangelico per il quale venne dichiarato molto spesso eretico. Da Lucio III a Bonifacio VIII la chiesa ha visto con sospetto tutti quei movimenti laicali che per ritornare ad una vita cristiana ispirata ai valori evangelici riprendono in mano autonomamente le Sacre Scritture, leggendole in volgare, e predicando al popolo senza autorizzazione delle autorità ecclesiastiche, non facendo alcuna distinzione tra uomo e donna. Furono i movimenti laicali bassomedievali a riconoscere per primi l’uguaglianza tra uomo e donna, e a costituire comunità di fedeli riuniti attorno all’ascolto della Parola di Dio. Il laicato manterrà questa sua vocazione al rinnovamento della chiesa ispirata ad un ritorno alla pratica delle virtù evangeliche sino ai tentativi di rinnovamento della vita ecclesiale dell’umanesimo rinascimento che culminarono nella Riforma. Tutto questo permise al padre domenicano Yves Congar di affermare in pieno svolgimento dei lavori del Vaticano II che il rinnovamento verrà dai laici, riconoscendogli implicitamente questa forza rinnovatrice che ha contrassegnato la storia di questa parte del popolo di Dio tanto a lungo lasciata in disparte nelle decisioni chiave per la vita della chiesa. La teologia sviluppatasi nell’immediato post – Concilio ha riconosciuto la forza di questa storia fatta di uomini e donne raccolti intorno alla Scrittura nel tentativo di dar forma ad una chiesa ispirata i precetti evangelici, recuperando uno sguardo positivo sul mondo dando voce ai travagli dell’umanità attraverso le teologie contestuali (J. Moltmann), e affermando una dignità teologica dell’uomo e della donna come espressione viva di Dio nella storia (K. Rahner).

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La storia del laicato si sviluppa a partire dalla distinzione dell’unico corpo di Cristo in tre ordini (laici, monaci e chierici) formalmente riconosciuti nei sinodi della chiesa carolingia del sec. VIII e IX, dopo essere stati già enunciati dai Padri nei loro scritti. Una distinzione che nella chiesa altomedioevale non appare immediatamente come una separazione tra coloro che partecipano alle cose sacre e quelli che, vivendo nel secolo, vengono esclusi dalla pratica di quelle virtù cristiane che aprono la vita del credente alle beatitudini evangeliche. Solo il lento ed inesorabile processo di clericalizzazione della chiesa dal sec. XI ha portato ad una separazione dei chierici dai laici, riassunta in sintesi nell’opera giuridica di Graziano che per la prima volta distingue il popolo di Dio in due generi, sottolineando il rapporto problematico tra battezzati rispetto una diversa partecipazione dei singoli cristiani alla vita della chiesa. Dal bisogno di difendere le prerogative del clero per quanto riguarda la predicazione nella chiesa bassomedievale, fortemente rimodellata dalle riforme gregoriane, emerge l’immagine di un laicato interessato al recupero del messaggio evangelico per il quale venne dichiarato molto spesso eretico. Da Lucio III a Bonifacio VIII la chiesa ha visto con sospetto tutti quei movimenti laicali che per ritornare ad una vita cristiana ispirata ai valori evangelici riprendono in mano autonomamente le Sacre Scritture, leggendole in volgare, e predicando al popolo senza autorizzazione delle autorità ecclesiastiche, non facendo alcuna distinzione tra uomo e donna. Furono i movimenti laicali bassomedievali a riconoscere per primi l’uguaglianza tra uomo e donna, e a costituire comunità di fedeli riuniti attorno all’ascolto della Parola di Dio. Il laicato manterrà questa sua vocazione al rinnovamento della chiesa ispirata ad un ritorno alla pratica delle virtù evangeliche sino ai tentativi di rinnovamento della vita ecclesiale dell’umanesimo rinascimento che culminarono nella Riforma. Tutto questo permise al padre domenicano Yves Congar di affermare in pieno svolgimento dei lavori del Vaticano II che il rinnovamento verrà dai laici, riconoscendogli implicitamente questa forza rinnovatrice che ha contrassegnato la storia di questa parte del popolo di Dio tanto a lungo lasciata in disparte nelle decisioni chiave per la vita della chiesa. La teologia sviluppatasi nell’immediato post – Concilio ha riconosciuto la forza di questa storia fatta di uomini e donne raccolti intorno alla Scrittura nel tentativo di dar forma ad una chiesa ispirata i precetti evangelici, recuperando uno sguardo positivo sul mondo dando voce ai travagli dell’umanità attraverso le teologie contestuali (J. Moltmann), e affermando una dignità teologica dell’uomo e della donna come espressione viva di Dio nella storia (K. Rahner).

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