Author: | Tommaso Pincio | ISBN: | 9788865762264 |
Publisher: | Il Saggiatore | Publication: | July 3, 2012 |
Imprint: | Il Saggiatore | Language: | Italian |
Author: | Tommaso Pincio |
ISBN: | 9788865762264 |
Publisher: | Il Saggiatore |
Publication: | July 3, 2012 |
Imprint: | Il Saggiatore |
Language: | Italian |
Roma disumana. Crudele. Roma sproporzionata. Roma intorpidita. Languida. Oziosa. Superba. Tronfia. Deserta. Spaccona. Con un flusso di immagini Tommaso Pincio compie un ritratto personale di una città universale in quest’oggetto narrativo non identificato. Tra le vie cieche della Capitale soffocate da una torrida estate postapocalittica si trascina un uomo indolente e triste, mentre l’enorme polipo si avvinghia al corpo di una ragazza in una camera affogata in un oceano rosso sangue. Freud, ossessionato dalla città e immobilizzato al limite mai valicato di Annibale, soffoca sul lago Trasimeno, schiacciato dal desiderio nevrotico di visitare Roma che per Onfray è soltanto pulsione incestuosa. Davanti a una porta muta e chiusa, un novellino, una rosetta appena sfornata dal centro d’addestramento, il giovanissimo agente ausiliario di Piesse cresciuto sotto la dominazione cattolica della nonna è stato messo di piantone e immobilizzato in eterno, mentre dietro la porta uno, nessuno e centomila commissari Acaba riflettono sul concetto di molinello ingravalliano. Il divano e le pareti della suite 541 dell’Hotel Excelsior di Roma assorbono lo spirito infelice di Kurt Cobain, mentre il Colosseo avveniristico di Ranxerox è puntellato da immonde colate di cemento armato, ricoperto di plexiglas rosa e trasformato in un albergo. Forte di una lingua che oltrepassa la parola scritta aprendosi a una consapevole ed efficace narrazione per immagini, il marziano trapiantato a Roma trascende i limiti del romanzo in questo pastiche letterario, offren10 do una prova narrativa mai tentata prima, un’inaudita e sorprendente esplorazione onirica della prosa dalla visionarietà gaddiana. [Autore] Tommaso Pincio, scrittore e pittore di ritratti, vive e lavora a Roma. Ha pubblicato M. (Cronopio 1999), Un amore dell’altro mondo (Einaudi 2002), La ragazza che non era lei (Einaudi 2005), Gli alieni (Fazi 2006), Cinacittà (Einaudi 2008), Lo spazio sfinito (minimum fax 2010), Hotel a zero stelle (Laterza 2011). Collabora regolarmente alla rivista Rolling Stone, alle pagine culturali del manifesto, e con il Venerdì di Repubblica. Sospeso tra infiniti universi paralleli, declina il suo linguaggio nella traduzione del romanzo del sogno americano per eccellenza: Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald per minimum fax, oltre che di autori quali Jack Kerouac (Il libro del risveglio, Mondadori), Philip K. Dick (Mary e il gigante, Fanucci).
Roma disumana. Crudele. Roma sproporzionata. Roma intorpidita. Languida. Oziosa. Superba. Tronfia. Deserta. Spaccona. Con un flusso di immagini Tommaso Pincio compie un ritratto personale di una città universale in quest’oggetto narrativo non identificato. Tra le vie cieche della Capitale soffocate da una torrida estate postapocalittica si trascina un uomo indolente e triste, mentre l’enorme polipo si avvinghia al corpo di una ragazza in una camera affogata in un oceano rosso sangue. Freud, ossessionato dalla città e immobilizzato al limite mai valicato di Annibale, soffoca sul lago Trasimeno, schiacciato dal desiderio nevrotico di visitare Roma che per Onfray è soltanto pulsione incestuosa. Davanti a una porta muta e chiusa, un novellino, una rosetta appena sfornata dal centro d’addestramento, il giovanissimo agente ausiliario di Piesse cresciuto sotto la dominazione cattolica della nonna è stato messo di piantone e immobilizzato in eterno, mentre dietro la porta uno, nessuno e centomila commissari Acaba riflettono sul concetto di molinello ingravalliano. Il divano e le pareti della suite 541 dell’Hotel Excelsior di Roma assorbono lo spirito infelice di Kurt Cobain, mentre il Colosseo avveniristico di Ranxerox è puntellato da immonde colate di cemento armato, ricoperto di plexiglas rosa e trasformato in un albergo. Forte di una lingua che oltrepassa la parola scritta aprendosi a una consapevole ed efficace narrazione per immagini, il marziano trapiantato a Roma trascende i limiti del romanzo in questo pastiche letterario, offren10 do una prova narrativa mai tentata prima, un’inaudita e sorprendente esplorazione onirica della prosa dalla visionarietà gaddiana. [Autore] Tommaso Pincio, scrittore e pittore di ritratti, vive e lavora a Roma. Ha pubblicato M. (Cronopio 1999), Un amore dell’altro mondo (Einaudi 2002), La ragazza che non era lei (Einaudi 2005), Gli alieni (Fazi 2006), Cinacittà (Einaudi 2008), Lo spazio sfinito (minimum fax 2010), Hotel a zero stelle (Laterza 2011). Collabora regolarmente alla rivista Rolling Stone, alle pagine culturali del manifesto, e con il Venerdì di Repubblica. Sospeso tra infiniti universi paralleli, declina il suo linguaggio nella traduzione del romanzo del sogno americano per eccellenza: Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald per minimum fax, oltre che di autori quali Jack Kerouac (Il libro del risveglio, Mondadori), Philip K. Dick (Mary e il gigante, Fanucci).