Author: | Giuseppe Gangemi, Maria Clara Ghia, Antonella Greco, Silvia Massotti, Renato Nicolini, Antonio Quistelli, Enrico Valeriani | ISBN: | 9788849247268 |
Publisher: | Gangemi Editore | Publication: | January 3, 2016 |
Imprint: | Gangemi Editore | Language: | Italian |
Author: | Giuseppe Gangemi, Maria Clara Ghia, Antonella Greco, Silvia Massotti, Renato Nicolini, Antonio Quistelli, Enrico Valeriani |
ISBN: | 9788849247268 |
Publisher: | Gangemi Editore |
Publication: | January 3, 2016 |
Imprint: | Gangemi Editore |
Language: | Italian |
È ora di dedicarci a capire "come nasce l'immagine", la costruzione dello spazio, la formazione di uno spazio praticabile, vivibile, generatore di comunicazione e convivenza: uno spazio per una sia pur nuova, futura, inventata, possibile condizione umana. UN RICORDO SU MARCELLO FABBRI Dall'introduzione al volume di Antonio Quistelli Marcello Fabbri fu uno degli "outsider" che io volli in squadra con me alla facoltà di Architettura di Reggio Calabria quando ne ero il Direttore. Un nostro primo incontro c'era stato per un progetto del quale mi ero occupato al tempo del terremoto del Belice. Un uomo acuto, un'intelligenza pronta e una cultura profonda non poteva non riconoscere in lui uno di quei maestri che la fortuna mi ha fatto più volte incontrare. Erano tempi in cui la mia carica di Rettore mi dava grandi poteri e l'uso di risorse economiche che mi consentivano tutta una serie di interventi che non fossero solo diretti alla promozione della Scuola che dirigevo, ma anche alla promozione della vita culturale della città che ci ospitava. Fu così che prese vita quel Controspazio che lui suggerì di acquisire passando dalle mani di Portoghesi alle nostre. Marcello era un ispiratore instancabile di tutto ciò che poteva far crescere noi e insieme la nostra città. Era sempre il partigiano, il combattente per la libertà, che continuava la sua battaglia e, questa volta, in un disegno complessivo di avanzamento di idee e di principi. C'era tra noi quella differenza di età che aveva chiamato lui a prendere le armi e me a capire facendo scelte alle quali sono stato costantemente fedele. Lo ammiravo e ne condividevo posizioni e intenti. Non è la prima volta che mi trovo a scrivere per ricordarne la memoria. Mi accadde, a caldo, all'atto della sua scomparsa e sento come in dovere prendere la penna ora, questa volta, per un tributo che quanti lo hanno conosciuto e lavorato con lui sentono di dover dare. Ciao Marcello: sei sempre con noi.
È ora di dedicarci a capire "come nasce l'immagine", la costruzione dello spazio, la formazione di uno spazio praticabile, vivibile, generatore di comunicazione e convivenza: uno spazio per una sia pur nuova, futura, inventata, possibile condizione umana. UN RICORDO SU MARCELLO FABBRI Dall'introduzione al volume di Antonio Quistelli Marcello Fabbri fu uno degli "outsider" che io volli in squadra con me alla facoltà di Architettura di Reggio Calabria quando ne ero il Direttore. Un nostro primo incontro c'era stato per un progetto del quale mi ero occupato al tempo del terremoto del Belice. Un uomo acuto, un'intelligenza pronta e una cultura profonda non poteva non riconoscere in lui uno di quei maestri che la fortuna mi ha fatto più volte incontrare. Erano tempi in cui la mia carica di Rettore mi dava grandi poteri e l'uso di risorse economiche che mi consentivano tutta una serie di interventi che non fossero solo diretti alla promozione della Scuola che dirigevo, ma anche alla promozione della vita culturale della città che ci ospitava. Fu così che prese vita quel Controspazio che lui suggerì di acquisire passando dalle mani di Portoghesi alle nostre. Marcello era un ispiratore instancabile di tutto ciò che poteva far crescere noi e insieme la nostra città. Era sempre il partigiano, il combattente per la libertà, che continuava la sua battaglia e, questa volta, in un disegno complessivo di avanzamento di idee e di principi. C'era tra noi quella differenza di età che aveva chiamato lui a prendere le armi e me a capire facendo scelte alle quali sono stato costantemente fedele. Lo ammiravo e ne condividevo posizioni e intenti. Non è la prima volta che mi trovo a scrivere per ricordarne la memoria. Mi accadde, a caldo, all'atto della sua scomparsa e sento come in dovere prendere la penna ora, questa volta, per un tributo che quanti lo hanno conosciuto e lavorato con lui sentono di dover dare. Ciao Marcello: sei sempre con noi.