Il patto sporco

Il processo Stato-Mafia nel racconto di un suo protagonista

Nonfiction, Social & Cultural Studies, Political Science, Politics, Practical Politics
Cover of the book Il patto sporco by Saverio Lodato, Nino Di Matteo, Chiarelettere
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Author: Saverio Lodato, Nino Di Matteo ISBN: 9788832961270
Publisher: Chiarelettere Publication: September 18, 2018
Imprint: Chiarelettere Language: Italian
Author: Saverio Lodato, Nino Di Matteo
ISBN: 9788832961270
Publisher: Chiarelettere
Publication: September 18, 2018
Imprint: Chiarelettere
Language: Italian

La testimonianza del pm più minacciato d'Italia.
Le verità che molti volevano nascondere.

“Chiediamoci perché politica, istituzioni, cultura, abbiano avuto
bisogno delle parole dei giudici per cominciare finalmente
a capire... Un manipolo di magistrati e di investigatori
ha dimostrato di non aver paura a processare lo Stato.
Ora anche altri devono fare la loro parte.”
Nino Di Matteo

“Volevo che nelle pagine di questo libro parlasse il magistrato,
parlasse l’uomo, protagonista e testimone
di un processo destinato a lasciare il segno.”
Saverio Lodato

Gli attentati a Lima, Falcone, Borsellino, le bombe a Milano, Firenze, Roma, gli omicidi di valorosi commissari di polizia e ufficiali dei carabinieri. Lo Stato in ginocchio, i suoi uomini migliori sacrificati. Ma mentre correva il sangue delle stragi c’era chi, proprio in nome dello Stato, dialogava e interagiva con il nemico.
La sentenza di condanna di Palermo, contro l’opinione di molti “negazionisti”, ha provato che la trattativa non solo ci fu ma non evitò altro sangue. Anzi, lo provocò. Come racconta il pm Di Matteo a Saverio Lodato in questa appassionata ricostruzione, per la prima volta una sentenza accosta il protagonismo della mafia a Berlusconi esponente politico, e per la prima volta carabinieri di alto rango, Subranni, Mori e De Donno, sono ritenuti colpevoli di aver tradito le loro divise. Troppi i non ricordo e gli errori di politici e forze dell’ordine dietro vicende altrimenti inspiegabili come l’interminabile latitanza (43 anni!) di Provenzano, la cattura di Riina e la mancata perquisizione del suo covo, il siluramento del capo delle carceri, Nicolò Amato, la sospensione del carcere duro per 334 boss mafiosi.
Anni di silenzi, depistaggi, pressioni ai massimi livelli (anche dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano), qui documentati, finalizzati a intimidire e a bloccare le indagini. Ora, dopo questa prima sentenza che si può dire storica, le istituzioni appaiono più forti e possono spazzare via per sempre il tanfo maleodorante delle complicità e della convivenza segreta con la mafia.

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La testimonianza del pm più minacciato d'Italia.
Le verità che molti volevano nascondere.

“Chiediamoci perché politica, istituzioni, cultura, abbiano avuto
bisogno delle parole dei giudici per cominciare finalmente
a capire... Un manipolo di magistrati e di investigatori
ha dimostrato di non aver paura a processare lo Stato.
Ora anche altri devono fare la loro parte.”
Nino Di Matteo

“Volevo che nelle pagine di questo libro parlasse il magistrato,
parlasse l’uomo, protagonista e testimone
di un processo destinato a lasciare il segno.”
Saverio Lodato

Gli attentati a Lima, Falcone, Borsellino, le bombe a Milano, Firenze, Roma, gli omicidi di valorosi commissari di polizia e ufficiali dei carabinieri. Lo Stato in ginocchio, i suoi uomini migliori sacrificati. Ma mentre correva il sangue delle stragi c’era chi, proprio in nome dello Stato, dialogava e interagiva con il nemico.
La sentenza di condanna di Palermo, contro l’opinione di molti “negazionisti”, ha provato che la trattativa non solo ci fu ma non evitò altro sangue. Anzi, lo provocò. Come racconta il pm Di Matteo a Saverio Lodato in questa appassionata ricostruzione, per la prima volta una sentenza accosta il protagonismo della mafia a Berlusconi esponente politico, e per la prima volta carabinieri di alto rango, Subranni, Mori e De Donno, sono ritenuti colpevoli di aver tradito le loro divise. Troppi i non ricordo e gli errori di politici e forze dell’ordine dietro vicende altrimenti inspiegabili come l’interminabile latitanza (43 anni!) di Provenzano, la cattura di Riina e la mancata perquisizione del suo covo, il siluramento del capo delle carceri, Nicolò Amato, la sospensione del carcere duro per 334 boss mafiosi.
Anni di silenzi, depistaggi, pressioni ai massimi livelli (anche dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano), qui documentati, finalizzati a intimidire e a bloccare le indagini. Ora, dopo questa prima sentenza che si può dire storica, le istituzioni appaiono più forti e possono spazzare via per sempre il tanfo maleodorante delle complicità e della convivenza segreta con la mafia.

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