Bolle d'accompagnazione

Settantasette poetwit da skvolabus in Russia tsentrale

Fiction & Literature, Poetry, Continental European
Cover of the book Bolle d'accompagnazione by Bruno Osimo, Bruno Osimo
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Author: Bruno Osimo ISBN: 9788898467082
Publisher: Bruno Osimo Publication: February 13, 2019
Imprint: Language: Italian
Author: Bruno Osimo
ISBN: 9788898467082
Publisher: Bruno Osimo
Publication: February 13, 2019
Imprint:
Language: Italian

Prendere otto writer, otto esemplari di homo scribens, cinque di madrelingua italiana e tre siciliana, nella fattispecie due giornalisti e sei tra romanzieri e poeti, metterli su uno scuolabus che va in giro per la Russia centrale per otto giorni, agitare, non mescolare: shaken, not stirred, come il cocktail preferito di James Bond.
Questa, grosso modo, è la ricetta che è stata seguìta dal 14 al 22 settembre 2013 dai mandanti di questa gita scolastica fuori tempo massimo, alla quale ci siamo ritrovati impreparati, senza il cestino di plastica celeste della merenda, e disattenti al suono della campanella.
Ad accompagnarci avevamo anche la maestra, naturalmente essendo piccoli, una maestra polimorfa incarnata da diverse persone:
● la bodyguard, Andrej, che espletava il suo ruolo in incognito, fingendosi fotografo, nella penombra dell’ultima fila, ma conosceva bene i tempi scenici e sapeva entrare al momento giusto con la battuta giusta come quando, in un bar-discoteca di Kozélsk alle sei del pomeriggio, un indigeno ha invitato a ballare una di noi, e Andrej si è rivolto ad Andrea domandandogli: «Lo devo togliere?». Come se fosse un bruscolino (ma lo era, in confronto a lui).
● Il preside, nella persona di Pàša, che si sdoppiava anche nella funzione di autista dello scuolabus, che è stato la vera guida della spedizione.
● Il Commissario Politico, nella persona di Anastasija detta Nàstja, nostro autentico Duce dell’Umanità Progressiva verso il Radioso Avvenire. Ha viaggiato sempre sul cofano dello scuolabus, come il simbolo cromato della Mercedes, stagliando il suo profilo perfetto (e pure cromato) e lasciando svolazzare in modo ordinatissimo il drappo che la copriva, il braccio sinistro proteso verso l’alto impugnante la Falce.
● Il jukebox umano, Romàn detto Ramon, mascotte che senza bisogno d’inserire moneta alcuna faceva funzioni sia di karaoke che di fonte musicale autonoma.
● E le due mediatrici interlinguistiche orali, Olja e Sveta. Spesso hanno rivestito funzioni molto più ampie, dalle nutrici alle under-umbrella sitter, dalle consulenti globali alle respingitrici (buferà).
Si trattava di un esperimento scientifico: mettendo in queste condizioni gli ingredienti suggeriti dalla ricetta, cosa ne sarebbe uscito?
Di certo l’energia sprigionata dall’incontro di questi componenti biochimici è stata ed è notevole. Io che pensavo di avere fatto l’ultima gita scolastica della mia vita nel 1975 quando m’innamorai perdutamente di Mariella Saporito da Quarto Oggiaro e passai l’intera tratta Roma-Milano del treno accelerato a limonare con lei sotto gli sguardi esterrefatti degli altri sedenti nello scompartimento, mi sono ritrovato a farne un’altra quasi quarant’anni dopo.
Solo che nel 2013 certe cose non le faccio più... e poi il sedile in fondo dietro era sempre occupato. Ho quindi composto questi poetwit che contengono alcuni riflessi dei rimescolamenti avvenuti nella mia mente per motivi linguistici, culturali, affettivi, psicotici...

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Prendere otto writer, otto esemplari di homo scribens, cinque di madrelingua italiana e tre siciliana, nella fattispecie due giornalisti e sei tra romanzieri e poeti, metterli su uno scuolabus che va in giro per la Russia centrale per otto giorni, agitare, non mescolare: shaken, not stirred, come il cocktail preferito di James Bond.
Questa, grosso modo, è la ricetta che è stata seguìta dal 14 al 22 settembre 2013 dai mandanti di questa gita scolastica fuori tempo massimo, alla quale ci siamo ritrovati impreparati, senza il cestino di plastica celeste della merenda, e disattenti al suono della campanella.
Ad accompagnarci avevamo anche la maestra, naturalmente essendo piccoli, una maestra polimorfa incarnata da diverse persone:
● la bodyguard, Andrej, che espletava il suo ruolo in incognito, fingendosi fotografo, nella penombra dell’ultima fila, ma conosceva bene i tempi scenici e sapeva entrare al momento giusto con la battuta giusta come quando, in un bar-discoteca di Kozélsk alle sei del pomeriggio, un indigeno ha invitato a ballare una di noi, e Andrej si è rivolto ad Andrea domandandogli: «Lo devo togliere?». Come se fosse un bruscolino (ma lo era, in confronto a lui).
● Il preside, nella persona di Pàša, che si sdoppiava anche nella funzione di autista dello scuolabus, che è stato la vera guida della spedizione.
● Il Commissario Politico, nella persona di Anastasija detta Nàstja, nostro autentico Duce dell’Umanità Progressiva verso il Radioso Avvenire. Ha viaggiato sempre sul cofano dello scuolabus, come il simbolo cromato della Mercedes, stagliando il suo profilo perfetto (e pure cromato) e lasciando svolazzare in modo ordinatissimo il drappo che la copriva, il braccio sinistro proteso verso l’alto impugnante la Falce.
● Il jukebox umano, Romàn detto Ramon, mascotte che senza bisogno d’inserire moneta alcuna faceva funzioni sia di karaoke che di fonte musicale autonoma.
● E le due mediatrici interlinguistiche orali, Olja e Sveta. Spesso hanno rivestito funzioni molto più ampie, dalle nutrici alle under-umbrella sitter, dalle consulenti globali alle respingitrici (buferà).
Si trattava di un esperimento scientifico: mettendo in queste condizioni gli ingredienti suggeriti dalla ricetta, cosa ne sarebbe uscito?
Di certo l’energia sprigionata dall’incontro di questi componenti biochimici è stata ed è notevole. Io che pensavo di avere fatto l’ultima gita scolastica della mia vita nel 1975 quando m’innamorai perdutamente di Mariella Saporito da Quarto Oggiaro e passai l’intera tratta Roma-Milano del treno accelerato a limonare con lei sotto gli sguardi esterrefatti degli altri sedenti nello scompartimento, mi sono ritrovato a farne un’altra quasi quarant’anni dopo.
Solo che nel 2013 certe cose non le faccio più... e poi il sedile in fondo dietro era sempre occupato. Ho quindi composto questi poetwit che contengono alcuni riflessi dei rimescolamenti avvenuti nella mia mente per motivi linguistici, culturali, affettivi, psicotici...

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