Author: | Giovanni, Brizzi | ISBN: | 9788815321626 |
Publisher: | Società editrice il Mulino, Spa | Publication: | September 11, 2014 |
Imprint: | Società editrice il Mulino | Language: | Italian |
Author: | Giovanni, Brizzi |
ISBN: | 9788815321626 |
Publisher: | Società editrice il Mulino, Spa |
Publication: | September 11, 2014 |
Imprint: | Società editrice il Mulino |
Language: | Italian |
"dalle mia ossa possa tu sorgere, uomo della vendetta, che con fuoco e con ferro incalzerai i coloni troiani, ora o poi, in qualsiasi tempo ci siano forze, sponda contro sponda io maledico, onde contro flutti, armi contro armi, combattano essi e i nipoti"
Didone (Eneide IV, 625-629)
Con stile piano e scorrevole il libro rievoca la vita e le imprese leggendarie di Annibale, il condottiero cartaginese che nel corso della seconda guerra punica (218-201 a.C.) inflisse ai Romani una serie di spaventose disfatte (la più devastante nella battaglia di Canne, 216 a.C.). Annibale venne infine sconfitto a Zama, sul suolo africano, ad opera di Scipione, che della lezione del Barcide aveva sagacemente fatto tesoro, e che, in questo modo, avviò Roma verso il predominio sul Mediterraneo. Ne emerge la figura di un generale tra i più grandi di ogni tempo, genio militare innovativo dalle insuperate doti di condottiero, dotato di sicura padronanza delle concezioni tattiche più raffinate.
"dalle mia ossa possa tu sorgere, uomo della vendetta, che con fuoco e con ferro incalzerai i coloni troiani, ora o poi, in qualsiasi tempo ci siano forze, sponda contro sponda io maledico, onde contro flutti, armi contro armi, combattano essi e i nipoti"
Didone (Eneide IV, 625-629)
Con stile piano e scorrevole il libro rievoca la vita e le imprese leggendarie di Annibale, il condottiero cartaginese che nel corso della seconda guerra punica (218-201 a.C.) inflisse ai Romani una serie di spaventose disfatte (la più devastante nella battaglia di Canne, 216 a.C.). Annibale venne infine sconfitto a Zama, sul suolo africano, ad opera di Scipione, che della lezione del Barcide aveva sagacemente fatto tesoro, e che, in questo modo, avviò Roma verso il predominio sul Mediterraneo. Ne emerge la figura di un generale tra i più grandi di ogni tempo, genio militare innovativo dalle insuperate doti di condottiero, dotato di sicura padronanza delle concezioni tattiche più raffinate.