voglio mio figlio

Giorgio Olivieri, giovane imprenditore romano, un giorno è convocato al Viminale, dove un funzionario lo informa che la moglie Sara è morta mentre viaggiava su un aereo egiziano abbattuto sul Sinai dai ribelli yemeniti. Mahjir Usark, profugo siriano residente a Roma, una mattina ha preso all’uscita di scuola il figlio Kahlil ed è fuggito in Siria. Sei mesi dopo la sua partenza, la moglie Olga è informata che il marito è una delle vittime dell’aereo egiziano abbattuto sul Sinai. A Giorgio e a Olga è chiesto di recarsi sul posto per riconoscere i corpi dei congiunti. Per Olga sorge una domanda. Se sull’aereo abbattuto Mahjir viaggiava solo, dove e a chi ha lasciato il figlio che le ha sottratto? Da qui nasce per lei il lungo e insidioso calvario per trovare il bambino. Giorgio, messo da parte il dolore per la perdita della moglie, aiuta la giovane donna, cosa molto ardua a causa della guerra che insanguina la Siria devastata dagli scontri tra i ribelli dell’Isis e i regolari di Bachar al Assad.