Verde

Nonfiction, Art & Architecture, General Art, Colour, Social & Cultural Studies, Social Science
Cover of the book Verde by Manlio Brusatin, Marsilio
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Author: Manlio Brusatin ISBN: 9788831734882
Publisher: Marsilio Publication: April 13, 2013
Imprint: Marsilio Language: Italian
Author: Manlio Brusatin
ISBN: 9788831734882
Publisher: Marsilio
Publication: April 13, 2013
Imprint: Marsilio
Language: Italian

Non solo un colore. Il verde, chiaro segnale di via libera, è diventato l’orizzonte sterminato di una speranza senza confini, che occupa tempo e spazio di un immaginario – tanto individuale quanto universale – “secolo verde”. Il verde fin dalle sue origini è buono quando fa parte della natura, non è buono quando entra nel corporeo e nel serpentino. La sua doppia natura fonde insieme i due colori che lo compongono: il giallo della luce del sole, il blu dell’ombra notturna. Ma si tratta di un colore assolutamente originario, il colore più presente sopra la terra a partire da quello stagno di rane dove si è coltivata la vita molto umana, la vita di ogni essere che ha camminato, dal paradiso terrestre alla conquista della terra promessa, anch’essa sempre molto verde. L’itinerario nel verde che qui si propone è necessariamente saltellante come una inquieta e vorace cavalletta, tra divinità e paradisi verdi, cavalieri e fate verdi, pietre, terre e case verdi, riportando le diverse storie a una loro matrice originaria, e cercando di approdare a quel territorio verde, sostenibile o insostenibile che sia, di una speranza ancora verde che ha il colore intermittente delle lucciole nel bosco. La virtù della speranza verde sta sempre in mezzo, con la fede bianca alla destra e alla sinistra la carità rossa – un tricolore ancora inedito. Per tradizione, i tre animali verdi sarebbero il pappagallo, il ramarro e lo scarabeo di cui non sarà difficile scoprire le virtù troppo umane di un “falso e vero verde”. Così “essere al verde” si spiega come una condizione, non ineluttabile, ma necessaria per rinverdire e rinascere – con o senza biglietti verdi.

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Non solo un colore. Il verde, chiaro segnale di via libera, è diventato l’orizzonte sterminato di una speranza senza confini, che occupa tempo e spazio di un immaginario – tanto individuale quanto universale – “secolo verde”. Il verde fin dalle sue origini è buono quando fa parte della natura, non è buono quando entra nel corporeo e nel serpentino. La sua doppia natura fonde insieme i due colori che lo compongono: il giallo della luce del sole, il blu dell’ombra notturna. Ma si tratta di un colore assolutamente originario, il colore più presente sopra la terra a partire da quello stagno di rane dove si è coltivata la vita molto umana, la vita di ogni essere che ha camminato, dal paradiso terrestre alla conquista della terra promessa, anch’essa sempre molto verde. L’itinerario nel verde che qui si propone è necessariamente saltellante come una inquieta e vorace cavalletta, tra divinità e paradisi verdi, cavalieri e fate verdi, pietre, terre e case verdi, riportando le diverse storie a una loro matrice originaria, e cercando di approdare a quel territorio verde, sostenibile o insostenibile che sia, di una speranza ancora verde che ha il colore intermittente delle lucciole nel bosco. La virtù della speranza verde sta sempre in mezzo, con la fede bianca alla destra e alla sinistra la carità rossa – un tricolore ancora inedito. Per tradizione, i tre animali verdi sarebbero il pappagallo, il ramarro e lo scarabeo di cui non sarà difficile scoprire le virtù troppo umane di un “falso e vero verde”. Così “essere al verde” si spiega come una condizione, non ineluttabile, ma necessaria per rinverdire e rinascere – con o senza biglietti verdi.

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