Tre cariche di carillon

Fiction & Literature, Thrillers, Mystery & Suspense
Cover of the book Tre cariche di carillon by Marco Terramoccia, Cavinato Editore
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Author: Marco Terramoccia ISBN: 9788869825873
Publisher: Cavinato Editore Publication: September 15, 2017
Imprint: Language: Italian
Author: Marco Terramoccia
ISBN: 9788869825873
Publisher: Cavinato Editore
Publication: September 15, 2017
Imprint:
Language: Italian

In una grande città, non ben identificata, in un appartamento vivono un uomo e due donne. A una delle due, appena coricata, viene tagliata la gola e muore, inondando il letto di sangue. Inizia così una catena di omicidi nel quartiere che pare inarrestabile. Dapprima la polizia capisce che l’assassino conosce bene quel quartiere e gli altri due limitrofi, dopodiché appura che l’assassino usa un rasoio di 25 cm di lunghezza affilatissimo, di acciaio di miglior qualità che sulle ferite delle vittime lascia pochissimi residui e che allo stesso tempo con un colpo secco finisce il lavoro. Ma non trovano mai impronte e arrivano subito a capire che l’assassino usa sempre i guanti, oltre a possedere una forza di sopra della media. Ciò porterà ancor più fuori strada gli investigatori, che pensano si tratti di un uomo robusto e forzuto.
Marina è una giovane donna che ha avuto un’infanzia brutale. Figlia di una prostituta, è cresciuta da sola, abbandonata a se stessa in una squallida camera. Il più delle volte era stata costretta a guardare sua madre insieme ai suoi amanti clienti. La bambina cresce in compagnia di un carillon che la madre stessa le aveva regalato per stare buona in casa, perché oltretutto odiava sentire la figlia piangere. Marina, tra un pianto e l’altro senza singhiozzi per non farsi sentire, aveva imparato ad addormentarsi ricaricando per tre volte il carillon, che teneva sul suo cuscino. Unico amico che aveva e che sapeva tutto di lei. Lavora in una palestra di zona ben frequentata, insegnando insieme alla sua socia kung fu. La socia e allieva preferita, Ada, che tra tutti i personaggi è quella che riesce a tenere testa a Marina, caratterialmente e agonisticamente. In Marina, Ada vede un personaggio interessante a livello di lavoro ma inquietante come essere umano. Specialmente da quando si rende conto che Marina vuole qualcosa da lei e quel qualcosa è sicuramente sesso, Marina appare omosessuale in più di un caso.
Sempre più spesso crescono in Marina vuoti di memoria. Lei, il giorno dopo aver dormito, sa di aver fatto qualcosa ma non ricorda mai cosa. Sono giorni della non consapevolezza, anche se capisce che i suoi istinti non sono benevoli. Spesso le capita di sentire su di lei l’odore del sangue e non si spiega il perché. Anche se i suoi sogni iniziano ad aprirle un mondo che è fatto di violenza e sangue. Presa da uno dei suoi raptus di rabbia sempre più frequenti, nel cortile di casa sua da un calcio a un vaso. Lo rompe ma si ferisce a una caviglia. Dopo un paio di giorni, decide di andare in ospedale al pronto soccorso per farsi curare l’infezione causata dalla ferita. È proprio all’ospedale che incontra Guido, altro personaggio di primo piano. La cura bene ed entra immediatamente nelle sue corde. In quell’uomo Marina trova una perfetta sintonia. Inizialmente non riesce a spiegarsi il perché, ma col passar del tempo i due diventeranno più che complici. Lui all’apparenza è un uomo gentile e educato di nobili origini, un conte ricco dalla nascita che fa il chirurgo per passione. Caratterialmente non sono proprio simili, è quello che la vita gli propone che attrae i due a unirsi e rifugiarsi l’uno nella vita dell’altro.  Man mano che la trama si amplia subentrano gli altri personaggi nelle vesti del commissario Lazzari e il suo vice, che conducono le indagini, e allo stesso tempo nella vita di Ada si affaccia Roberto che diverrà subito il suo eroe.    

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In una grande città, non ben identificata, in un appartamento vivono un uomo e due donne. A una delle due, appena coricata, viene tagliata la gola e muore, inondando il letto di sangue. Inizia così una catena di omicidi nel quartiere che pare inarrestabile. Dapprima la polizia capisce che l’assassino conosce bene quel quartiere e gli altri due limitrofi, dopodiché appura che l’assassino usa un rasoio di 25 cm di lunghezza affilatissimo, di acciaio di miglior qualità che sulle ferite delle vittime lascia pochissimi residui e che allo stesso tempo con un colpo secco finisce il lavoro. Ma non trovano mai impronte e arrivano subito a capire che l’assassino usa sempre i guanti, oltre a possedere una forza di sopra della media. Ciò porterà ancor più fuori strada gli investigatori, che pensano si tratti di un uomo robusto e forzuto.
Marina è una giovane donna che ha avuto un’infanzia brutale. Figlia di una prostituta, è cresciuta da sola, abbandonata a se stessa in una squallida camera. Il più delle volte era stata costretta a guardare sua madre insieme ai suoi amanti clienti. La bambina cresce in compagnia di un carillon che la madre stessa le aveva regalato per stare buona in casa, perché oltretutto odiava sentire la figlia piangere. Marina, tra un pianto e l’altro senza singhiozzi per non farsi sentire, aveva imparato ad addormentarsi ricaricando per tre volte il carillon, che teneva sul suo cuscino. Unico amico che aveva e che sapeva tutto di lei. Lavora in una palestra di zona ben frequentata, insegnando insieme alla sua socia kung fu. La socia e allieva preferita, Ada, che tra tutti i personaggi è quella che riesce a tenere testa a Marina, caratterialmente e agonisticamente. In Marina, Ada vede un personaggio interessante a livello di lavoro ma inquietante come essere umano. Specialmente da quando si rende conto che Marina vuole qualcosa da lei e quel qualcosa è sicuramente sesso, Marina appare omosessuale in più di un caso.
Sempre più spesso crescono in Marina vuoti di memoria. Lei, il giorno dopo aver dormito, sa di aver fatto qualcosa ma non ricorda mai cosa. Sono giorni della non consapevolezza, anche se capisce che i suoi istinti non sono benevoli. Spesso le capita di sentire su di lei l’odore del sangue e non si spiega il perché. Anche se i suoi sogni iniziano ad aprirle un mondo che è fatto di violenza e sangue. Presa da uno dei suoi raptus di rabbia sempre più frequenti, nel cortile di casa sua da un calcio a un vaso. Lo rompe ma si ferisce a una caviglia. Dopo un paio di giorni, decide di andare in ospedale al pronto soccorso per farsi curare l’infezione causata dalla ferita. È proprio all’ospedale che incontra Guido, altro personaggio di primo piano. La cura bene ed entra immediatamente nelle sue corde. In quell’uomo Marina trova una perfetta sintonia. Inizialmente non riesce a spiegarsi il perché, ma col passar del tempo i due diventeranno più che complici. Lui all’apparenza è un uomo gentile e educato di nobili origini, un conte ricco dalla nascita che fa il chirurgo per passione. Caratterialmente non sono proprio simili, è quello che la vita gli propone che attrae i due a unirsi e rifugiarsi l’uno nella vita dell’altro.  Man mano che la trama si amplia subentrano gli altri personaggi nelle vesti del commissario Lazzari e il suo vice, che conducono le indagini, e allo stesso tempo nella vita di Ada si affaccia Roberto che diverrà subito il suo eroe.    

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