Proesie

Una dozzina d’anni fa, quando l’amico Renzo Francescotti, scrittore, poeta e commediografo trentino, lesse alcune delle mie composizioni scritte, affermò che, più che di poe- sia, si trattava di prosa. Fu così che colsi l’occasione, al volo, per defnirle proesie. Tutto, ciò che è raccolto in que- sto volume, è stato scritto, soprattutto, di notte, oserei dire spesso nell'infrarosso. Ogni cosa può riguardarmi, es- sere stata parte della mia realtà o della mia comprensione, ma anche di oggettività altrui.
Fare conoscere ad altri ciò che è stato, è o potrebbe esse- re nella mia intera esistenza terrena, lo considero una con- divisione.
Non ci sono persone, cose, luoghi, tempi ed eventi positivi o negativi, come li si vorrebbe vedere nell'ordinario modo di percepire e pensare, ma solo stati emozionali da osservare ed eventualmente da tradurre in comprensione. Ritengo che tutto sia stato orchestrato per farne esperienza e per tradurlo in saggezza.
Per diversi motivi, ciò che ho scritto nel corso di alcuni anni, prima di essere inserito in questo volume, è stato selezio- nato e comprende solo in parte gli aspetti del mio attuale pensiero, perché ieri sono stato, ora sono e domani sarò. Quindi, se si desidera vedere il tutto come un unicum vi- brante in azione, non c'è passato o futuro, ma solo eterno presente in continuo divenire.
Sergio Abram