La ricchezza nascosta delle nazioni

Indagine sui paradisi fiscali

Nonfiction, Social & Cultural Studies, Political Science, Politics, Economic Conditions, Reference & Language, Education & Teaching, Administration
Cover of the book La ricchezza nascosta delle nazioni by Gabriel Zucman, Thomas Piketty, ADD Editore
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Author: Gabriel Zucman, Thomas Piketty ISBN: 9788867831517
Publisher: ADD Editore Publication: February 16, 2017
Imprint: ADD Editore Language: Italian
Author: Gabriel Zucman, Thomas Piketty
ISBN: 9788867831517
Publisher: ADD Editore
Publication: February 16, 2017
Imprint: ADD Editore
Language: Italian

I paradisi fiscali custodiscono capitali illegali per almeno 7.600 miliardi di dollari. Una cifra enorme, pari all’8% del patrimonio finanziario mondiale. Di questo fiume di ricchezza esentasse, 1.200 miliardi provengono dagli Stati Uniti, 1.300 dall’Asia, 800 dai Paesi del Golfo, 300 dalla Russia, 700 dall’America Latina e ben 2.600 miliardi dall’Europa. Quella dei paradisi fiscali è la ricchezza nascosta delle nazioni, l’origine di tutte le diseguaglianze.Gabriel Zucman, economista francese dell’Università di Berkeley, ricostruisce la storia dei paradisi fiscali: come sono nati nel periodo tra le due guerre, assumendo nel tempo il ruolo centrale che svolgono oggi.I paradisi fiscali, e con loro l’opacità finanziaria, sono alla base delle crescenti ineguaglianze economiche nel mondo e costituiscono una minaccia per le democrazie moderne, che si basano su un contratto sociale fondamentale: tutti devono pagare le tasse su una base equa e trasparente. Se una parte crescente della popolazione, si sente vittima del funzionamento del sistema e del trattamento iniquo dell’economia globale o dei governi, potrebbe finire per rifiutare le nozioni di solidarietà tra classi e di stato sociale e fiscale equo, fino a lasciarsi sedurre dalle soluzioni nazionaliste, dalle divisioni etniche e dalla politica dell’odio.La proposta di Zucman è chiara: i governi dovrebbero assumere il controllo dei depositi centrali e concentrarli gradualmente in un catasto finanziario mondiale. Gli Stati Uniti, l’Unione europea, il Giappone e, auspicabilmente, l’FMI dovrebbero essere alla guida di questo processo, insieme a tutti quei Paesi emergenti dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina che, viste le gravissime perdite subite a causa dell’evasione fiscale e della fuga di capitali, volessero unirsi a questo sforzo cooperativo. L’inclusione nel catasto finanziario mondiale garantirebbe la protezione dei diritti di proprietà e delle transazioni finanziarie in cambio dell’impegno a trasmettere tutte le informazioni necessarie per identificare i reali proprietari degli attivi in circolazione.Ciò che rende il libro di Zucman così importante è che non riguarda solo principi astratti e comportamenti dannosi, ma riguarda dati, analizzati in maniera sistematica e innovativa, e soluzioni.

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I paradisi fiscali custodiscono capitali illegali per almeno 7.600 miliardi di dollari. Una cifra enorme, pari all’8% del patrimonio finanziario mondiale. Di questo fiume di ricchezza esentasse, 1.200 miliardi provengono dagli Stati Uniti, 1.300 dall’Asia, 800 dai Paesi del Golfo, 300 dalla Russia, 700 dall’America Latina e ben 2.600 miliardi dall’Europa. Quella dei paradisi fiscali è la ricchezza nascosta delle nazioni, l’origine di tutte le diseguaglianze.Gabriel Zucman, economista francese dell’Università di Berkeley, ricostruisce la storia dei paradisi fiscali: come sono nati nel periodo tra le due guerre, assumendo nel tempo il ruolo centrale che svolgono oggi.I paradisi fiscali, e con loro l’opacità finanziaria, sono alla base delle crescenti ineguaglianze economiche nel mondo e costituiscono una minaccia per le democrazie moderne, che si basano su un contratto sociale fondamentale: tutti devono pagare le tasse su una base equa e trasparente. Se una parte crescente della popolazione, si sente vittima del funzionamento del sistema e del trattamento iniquo dell’economia globale o dei governi, potrebbe finire per rifiutare le nozioni di solidarietà tra classi e di stato sociale e fiscale equo, fino a lasciarsi sedurre dalle soluzioni nazionaliste, dalle divisioni etniche e dalla politica dell’odio.La proposta di Zucman è chiara: i governi dovrebbero assumere il controllo dei depositi centrali e concentrarli gradualmente in un catasto finanziario mondiale. Gli Stati Uniti, l’Unione europea, il Giappone e, auspicabilmente, l’FMI dovrebbero essere alla guida di questo processo, insieme a tutti quei Paesi emergenti dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina che, viste le gravissime perdite subite a causa dell’evasione fiscale e della fuga di capitali, volessero unirsi a questo sforzo cooperativo. L’inclusione nel catasto finanziario mondiale garantirebbe la protezione dei diritti di proprietà e delle transazioni finanziarie in cambio dell’impegno a trasmettere tutte le informazioni necessarie per identificare i reali proprietari degli attivi in circolazione.Ciò che rende il libro di Zucman così importante è che non riguarda solo principi astratti e comportamenti dannosi, ma riguarda dati, analizzati in maniera sistematica e innovativa, e soluzioni.

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