Il Rettore d'Italia

Nonfiction, History, Ancient History, Rome
Cover of the book Il Rettore d'Italia by Concezio Di Risio, Concezio Di Risio
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Author: Concezio Di Risio ISBN: 9786050406108
Publisher: Concezio Di Risio Publication: August 17, 2015
Imprint: Language: Italian
Author: Concezio Di Risio
ISBN: 9786050406108
Publisher: Concezio Di Risio
Publication: August 17, 2015
Imprint:
Language: Italian

Se il nome della nostra nazione è Italia, lo dobbiamo a quegli antichi popoli che nel primo secolo a.C. si strinsero in una lega per affrontare Roma.
Da allora la Penisola si chiamò così, e non fu più il dominio, ma la nazione di Roma, una nazione unita, come solo dopo circa due millenni avvenne di nuovo.
I marsi Quinto Popedio Silone e Publio Vettio Scatone, il marrucino Herio Asinio, il vestino Tito Lafrenio, il pretuzio Tito Herennio, il piceno Caio Vidacilio, il peligno Publio Presenteio, il frentano Caio Pontidio, i sanniti Gavio Papio Mutilo, Mario Egnatio, Caio Trebazio e Pontio Telesino, il campano Tiberio Gutta, l'apulo Lucio Afranio, il lucano Marco Lamponio, furono i condottieri dell'agguerrito esercito che fece vacillare Roma e la cambiò irreversibilmente.
Il prezzo fu però altissimo: in quella guerra caddero quasi centomila guerrieri italici, e molti di più furono i civili mietuti dalla ferocia di Strabone e, soprattutto, Silla.
Per dare snellezza alla impressionante mole di eventi succedutisi in così breve tempo, si è scelta la forma del romanzo storico, e si è personificata la magnificenza di quegli eroi che riuscirono a piegare Roma, pur commettendo numerosi errori, che così saranno meglio stigmatizzati.
Le fonti storiche sono attendibili per le cronache di guerra, e quindi le vicende belliche saranno tutte fedelmente riportate, mentre meno attendibili, se non del tutto assenti, lo sono per il periodo antecedente: qui, tramite una comune azione bellica contro i Veneti, si è voluto dare origine all'afflato unitario, nonché dare rilievo a tradizioni italiche, quali la sacralità del monte Titano, l'odierna Repubblica di San Marino, e del confine settentrionale d'Italia, segnato da fiume Rubicone, tradizioni, queste, in seguito fatte proprie dai Romani.
Anche per il periodo successivo non abbiamo fonti storiche, ma è certo che l'esercito con cui Cesare sconfisse i Galli era composto prevalentemente da guerrieri italici.

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Se il nome della nostra nazione è Italia, lo dobbiamo a quegli antichi popoli che nel primo secolo a.C. si strinsero in una lega per affrontare Roma.
Da allora la Penisola si chiamò così, e non fu più il dominio, ma la nazione di Roma, una nazione unita, come solo dopo circa due millenni avvenne di nuovo.
I marsi Quinto Popedio Silone e Publio Vettio Scatone, il marrucino Herio Asinio, il vestino Tito Lafrenio, il pretuzio Tito Herennio, il piceno Caio Vidacilio, il peligno Publio Presenteio, il frentano Caio Pontidio, i sanniti Gavio Papio Mutilo, Mario Egnatio, Caio Trebazio e Pontio Telesino, il campano Tiberio Gutta, l'apulo Lucio Afranio, il lucano Marco Lamponio, furono i condottieri dell'agguerrito esercito che fece vacillare Roma e la cambiò irreversibilmente.
Il prezzo fu però altissimo: in quella guerra caddero quasi centomila guerrieri italici, e molti di più furono i civili mietuti dalla ferocia di Strabone e, soprattutto, Silla.
Per dare snellezza alla impressionante mole di eventi succedutisi in così breve tempo, si è scelta la forma del romanzo storico, e si è personificata la magnificenza di quegli eroi che riuscirono a piegare Roma, pur commettendo numerosi errori, che così saranno meglio stigmatizzati.
Le fonti storiche sono attendibili per le cronache di guerra, e quindi le vicende belliche saranno tutte fedelmente riportate, mentre meno attendibili, se non del tutto assenti, lo sono per il periodo antecedente: qui, tramite una comune azione bellica contro i Veneti, si è voluto dare origine all'afflato unitario, nonché dare rilievo a tradizioni italiche, quali la sacralità del monte Titano, l'odierna Repubblica di San Marino, e del confine settentrionale d'Italia, segnato da fiume Rubicone, tradizioni, queste, in seguito fatte proprie dai Romani.
Anche per il periodo successivo non abbiamo fonti storiche, ma è certo che l'esercito con cui Cesare sconfisse i Galli era composto prevalentemente da guerrieri italici.

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