Nel luglio del 1944 l’assassinio di "Facio", comandante della leggendaria banda partigiana "Picelli" operante fra l’appennino parmense e la Lunigiana, su ordine di "Salvatore", suo sottoposto e rivale, è uno degli episodi oscuri della storia del movimento partigiano, sul quale ancora in anni recenti si è riaccesa la polemica. Condotta con finezza e basata su documenti originali, questa indagine propone una rilettura del caso facendo luce sul complesso sfondo entro cui si svolse. L’emigrazione, l’antifascismo, la militanza, la prigionia, la Resistenza, ma anche la rivalità e le feroci contrapposizioni che segnarono gli ultimi mesi di guerra in merito al futuro di quella che sarebbe stata l’Italia liberata: Dante Castellucci e Antonio Cabrelli vivono e interpretano tutto questo in due percorsi paralleli, che infine si scontrano, dando luogo a uno dei fatti più tragici della storia della Resistenza italiana.
Nel luglio del 1944 l’assassinio di "Facio", comandante della leggendaria banda partigiana "Picelli" operante fra l’appennino parmense e la Lunigiana, su ordine di "Salvatore", suo sottoposto e rivale, è uno degli episodi oscuri della storia del movimento partigiano, sul quale ancora in anni recenti si è riaccesa la polemica. Condotta con finezza e basata su documenti originali, questa indagine propone una rilettura del caso facendo luce sul complesso sfondo entro cui si svolse. L’emigrazione, l’antifascismo, la militanza, la prigionia, la Resistenza, ma anche la rivalità e le feroci contrapposizioni che segnarono gli ultimi mesi di guerra in merito al futuro di quella che sarebbe stata l’Italia liberata: Dante Castellucci e Antonio Cabrelli vivono e interpretano tutto questo in due percorsi paralleli, che infine si scontrano, dando luogo a uno dei fatti più tragici della storia della Resistenza italiana.