Considerato da molti il capolavoro di Balzac, Eugénie Grandet presenta due figure tra le più straordinarie della letteratura francese: Félix Grandet, commerciante ricchissimo, prigioniero della propria smisurata avarizia, e la figlia Eugénie, d’animo nobile e sensibile, prigioniera di un sogno d’amore. Due ritratti indimenticabili, tratteggiati con vigore e grande maestria psicologica, che si fronteggiano in un dramma di «ordinaria famiglia». Nulla può distrarli dal perseguimento del proprio credo, dalla fatale attuazione del proprio destino: nella scena memorabile della morte del vecchio Grandet, l’ultimo «gesto spaventoso» è quello per afferrare il crocifisso dorato che il parroco gli porge, «e quest’ultimo sforzo gli costò la vita».
Considerato da molti il capolavoro di Balzac, Eugénie Grandet presenta due figure tra le più straordinarie della letteratura francese: Félix Grandet, commerciante ricchissimo, prigioniero della propria smisurata avarizia, e la figlia Eugénie, d’animo nobile e sensibile, prigioniera di un sogno d’amore. Due ritratti indimenticabili, tratteggiati con vigore e grande maestria psicologica, che si fronteggiano in un dramma di «ordinaria famiglia». Nulla può distrarli dal perseguimento del proprio credo, dalla fatale attuazione del proprio destino: nella scena memorabile della morte del vecchio Grandet, l’ultimo «gesto spaventoso» è quello per afferrare il crocifisso dorato che il parroco gli porge, «e quest’ultimo sforzo gli costò la vita».