Author: | Filippo Tommaso Marinetti | ISBN: | 9788827823125 |
Publisher: | Youcanprint | Publication: | March 28, 2018 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Filippo Tommaso Marinetti |
ISBN: | 9788827823125 |
Publisher: | Youcanprint |
Publication: | March 28, 2018 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Dieci anni dopo la pubblicazione su Le Figaro del celebre Manifesto del futurismo, Marinetti dette alle stampe con la casa editrice Facchi di Milano, la raccolta di scritti politici Democrazia futurista. Rispetto al 1909 – anno in cui uscì il Manifesto – la situazione era profondamente mutata sia per l’Italia sia per Marinetti. La prima guerra mondiale aveva determinato profondi cambiamenti nella vita del paese e Marinetti, sebbene avesse conservato lo spirito rivoluzionario, polemico e provocatorio, era diventato un personaggio di primo piano nella cultura italiana. Idee innovative, che si ritrovano nei 26 capitoli che si richiamano, in un certo senso, al Manifesto del Partito politico futurista italiano, pubblicato l’11 febbraio del 1918, un anno prima della pubblicazione del libro. Qual è il discorso di fondo di Marinetti? L’istanza maggiore? La “conflagrazione futurista”, cioè una sorta di rivoluzione che superasse e annullasse il governo democratico di allora. Marinetti lancia i propri anatemi contro la tradizione e propone di rilanciare la nazione attraverso la cancellazione del suo passato per poter così rinascere nella scienza e nell’arte. Una rivoluzione contro la classe dirigente che governava il paese e regolava la vita italiana ridotta “a una convivenza cretina di quadri d’antenati e di una lurida servaccia”, la necessità della rivoluzione nasceva per superare il sistema di governo democratico “quando si dice: democrazia, si pensa immediatamente a spirito ribelle, umanitario, pacifista, pietista, quietista, rinunciatario, anticoloniale, umile, internazionalista, e senza orgoglio di razza o negatore delle razze”. Tale rivoluzione doveva segnare una netta cesura con il passato poiché “noi non dobbiamo nulla al passato”. Marinetti si scaglia contro la tradizione colpevole di essere un freno allo sviluppo del paese e della nuova gloriosa classe dirigente, la borghesia, vera potenza produttiva del lavoro. Filippo Tommaso Marinetti (1876- 1944) è stato un poeta, scrittore e drammaturgo, noto principalmente come fondatore del Movimento Futurista, la prima avanguardia artistica italiana.
Dieci anni dopo la pubblicazione su Le Figaro del celebre Manifesto del futurismo, Marinetti dette alle stampe con la casa editrice Facchi di Milano, la raccolta di scritti politici Democrazia futurista. Rispetto al 1909 – anno in cui uscì il Manifesto – la situazione era profondamente mutata sia per l’Italia sia per Marinetti. La prima guerra mondiale aveva determinato profondi cambiamenti nella vita del paese e Marinetti, sebbene avesse conservato lo spirito rivoluzionario, polemico e provocatorio, era diventato un personaggio di primo piano nella cultura italiana. Idee innovative, che si ritrovano nei 26 capitoli che si richiamano, in un certo senso, al Manifesto del Partito politico futurista italiano, pubblicato l’11 febbraio del 1918, un anno prima della pubblicazione del libro. Qual è il discorso di fondo di Marinetti? L’istanza maggiore? La “conflagrazione futurista”, cioè una sorta di rivoluzione che superasse e annullasse il governo democratico di allora. Marinetti lancia i propri anatemi contro la tradizione e propone di rilanciare la nazione attraverso la cancellazione del suo passato per poter così rinascere nella scienza e nell’arte. Una rivoluzione contro la classe dirigente che governava il paese e regolava la vita italiana ridotta “a una convivenza cretina di quadri d’antenati e di una lurida servaccia”, la necessità della rivoluzione nasceva per superare il sistema di governo democratico “quando si dice: democrazia, si pensa immediatamente a spirito ribelle, umanitario, pacifista, pietista, quietista, rinunciatario, anticoloniale, umile, internazionalista, e senza orgoglio di razza o negatore delle razze”. Tale rivoluzione doveva segnare una netta cesura con il passato poiché “noi non dobbiamo nulla al passato”. Marinetti si scaglia contro la tradizione colpevole di essere un freno allo sviluppo del paese e della nuova gloriosa classe dirigente, la borghesia, vera potenza produttiva del lavoro. Filippo Tommaso Marinetti (1876- 1944) è stato un poeta, scrittore e drammaturgo, noto principalmente come fondatore del Movimento Futurista, la prima avanguardia artistica italiana.