Author: | Massimo Teodori, Massimo Bordin | ISBN: | 9788831737524 |
Publisher: | Marsilio | Publication: | April 24, 2014 |
Imprint: | Marsilio | Language: | Italian |
Author: | Massimo Teodori, Massimo Bordin |
ISBN: | 9788831737524 |
Publisher: | Marsilio |
Publication: | April 24, 2014 |
Imprint: | Marsilio |
Language: | Italian |
«Fumo, soltanto fumo». Così ha replicato Giorgio Napolitano alle accuse di aver complottato a favore di Mario Monti, contro Silvio Berlusconi. Questa è solo l’ultima in ordine di tempo delle fantasie evocate dal complottismo, l’arma più usata dai politici di qualsiasi colore per giustificare le proprie incapacità e ingannare l’opinione pubblica. Il morbo complottistico è così diffuso che nessuno crede più a quel che vede e molti pensano davvero che siamo governati da forze imponderabili. Sono vere o false le versioni che dipingono Berlusconi come vittima dei giudici, Grillo & Casaleggio come agenti di una cospirazione internazionale, Monti come mandato dalla massoneria finanziaria, le ruberie dei partiti inventate dai magistrati e, viceversa, i magistrati ossessionati dal desiderio di tappare la bocca ai politici? In questo libro, Teodori e Bordin rispondono raccontando per la prima volta una controstoria anticomplottistica della Repubblica, che smonta trucchi e abbagli della politica: dai comunisti, che ieri vedevano ovunque le forze oscure della reazione, ai democristiani, che inventavano golpe destabilizzanti solo per rafforzare il proprio potere; dalle cospirazioni eurocapitalistiche alla “bufala” della p2 ad opera del grande “pataccaro” Licio Gelli, dalle teorie sulla perfida mano americana al potere della mafia all’indomani dello sbarco alleato in Sicilia; dalla favola del “doppio Stato” a Gladio e Moro. Persino il processo per la trattativa Stato-Mafia utilizzerebbe scrive Massimo Bordin «schemi logico-interpretativi propri delle cosiddette teorie del complotto». Sullo sfondo la realtà dell’Italia inquinata dallo «stile paranoico» di una politica degradata a teatro dei pupi, qui impietosamente messa sotto accusa. Ma c’è dell’altro: il complottismo, che nasconde la mancanza di seri progetti politici, rischia di spingere ancor più al limite la democrazia italiana, già sull’orlo del baratro.
«Fumo, soltanto fumo». Così ha replicato Giorgio Napolitano alle accuse di aver complottato a favore di Mario Monti, contro Silvio Berlusconi. Questa è solo l’ultima in ordine di tempo delle fantasie evocate dal complottismo, l’arma più usata dai politici di qualsiasi colore per giustificare le proprie incapacità e ingannare l’opinione pubblica. Il morbo complottistico è così diffuso che nessuno crede più a quel che vede e molti pensano davvero che siamo governati da forze imponderabili. Sono vere o false le versioni che dipingono Berlusconi come vittima dei giudici, Grillo & Casaleggio come agenti di una cospirazione internazionale, Monti come mandato dalla massoneria finanziaria, le ruberie dei partiti inventate dai magistrati e, viceversa, i magistrati ossessionati dal desiderio di tappare la bocca ai politici? In questo libro, Teodori e Bordin rispondono raccontando per la prima volta una controstoria anticomplottistica della Repubblica, che smonta trucchi e abbagli della politica: dai comunisti, che ieri vedevano ovunque le forze oscure della reazione, ai democristiani, che inventavano golpe destabilizzanti solo per rafforzare il proprio potere; dalle cospirazioni eurocapitalistiche alla “bufala” della p2 ad opera del grande “pataccaro” Licio Gelli, dalle teorie sulla perfida mano americana al potere della mafia all’indomani dello sbarco alleato in Sicilia; dalla favola del “doppio Stato” a Gladio e Moro. Persino il processo per la trattativa Stato-Mafia utilizzerebbe scrive Massimo Bordin «schemi logico-interpretativi propri delle cosiddette teorie del complotto». Sullo sfondo la realtà dell’Italia inquinata dallo «stile paranoico» di una politica degradata a teatro dei pupi, qui impietosamente messa sotto accusa. Ma c’è dell’altro: il complottismo, che nasconde la mancanza di seri progetti politici, rischia di spingere ancor più al limite la democrazia italiana, già sull’orlo del baratro.