Author: | Miguel D'Addario | ISBN: | 9781507181942 |
Publisher: | Babelcube Inc. | Publication: | April 24, 2017 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Miguel D'Addario |
ISBN: | 9781507181942 |
Publisher: | Babelcube Inc. |
Publication: | April 24, 2017 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Il Coaching si fonda, principalmente, sul metodo socratico, la maieutica, la quale afferma che ogni essere umano ha la risposta dentro di sé e che l’apprendimento è una scoperta. Il coaching, come stile di allenamento nello sport, nacque a metà degli anni 70, grazie a Timothy Gallwey, allenatore sportivo e maestro di tennis presso l’università di Harvard. Gallwey affermava che l’avversario più temibile per un tennista stava sempre dal suo lato della rete.
Il Coaching è un sistema di comunicazione positiva ed effettiva che insegna a domandare, ascoltare, rispondere, prendere coscienza e stabilire un piano d’azione con delle aspettative nuove e migliori. Il coach ontologico non dice alle persone quello che devono fare, non fa loro pressioni, né le consiglia o le raccomanda, bensì esplora, pone domande, offre interpretazioni produttive, sfida rispettosamente i loro schemi mentali affinché sviluppino un nuovo modo di vedere che permetta di scoprire nuove azioni e possibilità; li accompagna nella progettazione di azioni che facilitino loro il raggiungimento dei risultati cercati.
. Il Coaching ontologico è una dinamica di trasformazione attraverso la quale le persone e le organizzazioni rivedono, sviluppano ed ottimizzano i loro modi di stare al mondo. Si presenta come un dialogo che crea una nuova cultura e non come una tecnica interna alla cultura. Il Coaching ontologico è un processo fondamentalmente liberatorio di sofferenze e convinzioni. Ci connette con le nostre risorse e la nostra capacità di intervento, ottenendo un maggiore benessere ed efficacia nel raggiungimento dei risultati che ci interessano. Nel processo di Coaching ontologico la crescita avviene nel dominio del Sé, attraverso un processo di apprendimento che mette in discussione, rispettosamente, i modi tradizionali di percepire ed interpretare, dove le persone e i gruppi interrompono i loro abituali modelli di condotta e comportamento. Il Coaching ontologico sviluppa l’attitudine e disposizione a generare nuove idee, creare nuove possibilità, scoprire nuovi significati, inventare nuovi cammini, trovare nuove connessioni, sia livello individuale che sociale. Ѐ potersi slegare dal certo e conosciuto per iniziare un viaggio nella regione del “non ancora esplorato” per osare disegnare un accordo futuro con le nostre inquietudini. Il coach ontologico è un agevolatore dei processi di apprendimento, mette in discussione, con rispetto, i modi con cui le persone percepiscono la loro realtà e le loro situazioni per permettere loro di cambiare strategie e far sì che siano più efficaci nel raggiungimento dei risultati desiderati. Per ottenere una maggiore efficacia e benessere è necessario mettere in discussione i vecchi modi di pensare, per imparare come praticare “un nuovo gioco”, aumentare la capacità di “vedere” e pensare, come generare nuove possibilità di azione, ed ottenere risultati che, prima dell’intervento del Coaching ontologico, erano impensabili.
Il Coaching si fonda, principalmente, sul metodo socratico, la maieutica, la quale afferma che ogni essere umano ha la risposta dentro di sé e che l’apprendimento è una scoperta. Il coaching, come stile di allenamento nello sport, nacque a metà degli anni 70, grazie a Timothy Gallwey, allenatore sportivo e maestro di tennis presso l’università di Harvard. Gallwey affermava che l’avversario più temibile per un tennista stava sempre dal suo lato della rete.
Il Coaching è un sistema di comunicazione positiva ed effettiva che insegna a domandare, ascoltare, rispondere, prendere coscienza e stabilire un piano d’azione con delle aspettative nuove e migliori. Il coach ontologico non dice alle persone quello che devono fare, non fa loro pressioni, né le consiglia o le raccomanda, bensì esplora, pone domande, offre interpretazioni produttive, sfida rispettosamente i loro schemi mentali affinché sviluppino un nuovo modo di vedere che permetta di scoprire nuove azioni e possibilità; li accompagna nella progettazione di azioni che facilitino loro il raggiungimento dei risultati cercati.
. Il Coaching ontologico è una dinamica di trasformazione attraverso la quale le persone e le organizzazioni rivedono, sviluppano ed ottimizzano i loro modi di stare al mondo. Si presenta come un dialogo che crea una nuova cultura e non come una tecnica interna alla cultura. Il Coaching ontologico è un processo fondamentalmente liberatorio di sofferenze e convinzioni. Ci connette con le nostre risorse e la nostra capacità di intervento, ottenendo un maggiore benessere ed efficacia nel raggiungimento dei risultati che ci interessano. Nel processo di Coaching ontologico la crescita avviene nel dominio del Sé, attraverso un processo di apprendimento che mette in discussione, rispettosamente, i modi tradizionali di percepire ed interpretare, dove le persone e i gruppi interrompono i loro abituali modelli di condotta e comportamento. Il Coaching ontologico sviluppa l’attitudine e disposizione a generare nuove idee, creare nuove possibilità, scoprire nuovi significati, inventare nuovi cammini, trovare nuove connessioni, sia livello individuale che sociale. Ѐ potersi slegare dal certo e conosciuto per iniziare un viaggio nella regione del “non ancora esplorato” per osare disegnare un accordo futuro con le nostre inquietudini. Il coach ontologico è un agevolatore dei processi di apprendimento, mette in discussione, con rispetto, i modi con cui le persone percepiscono la loro realtà e le loro situazioni per permettere loro di cambiare strategie e far sì che siano più efficaci nel raggiungimento dei risultati desiderati. Per ottenere una maggiore efficacia e benessere è necessario mettere in discussione i vecchi modi di pensare, per imparare come praticare “un nuovo gioco”, aumentare la capacità di “vedere” e pensare, come generare nuove possibilità di azione, ed ottenere risultati che, prima dell’intervento del Coaching ontologico, erano impensabili.