Adolescenti, gruppi ed influenza sociale

Nonfiction, Family & Relationships, Parenting, Child Development, Reference & Language, Education & Teaching, Educational Theory, Leadership, Relationships, Friendship
Cover of the book Adolescenti, gruppi ed influenza sociale by Federico Vaccarini, Federico Vaccarini
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Author: Federico Vaccarini ISBN: 9786050303728
Publisher: Federico Vaccarini Publication: May 10, 2014
Imprint: Language: Italian
Author: Federico Vaccarini
ISBN: 9786050303728
Publisher: Federico Vaccarini
Publication: May 10, 2014
Imprint:
Language: Italian

L’adolescenza è una fase della vita di ricerca e indagine nella quale il ragazzo cerca con forza di distinguersi dai genitori e di identificarsi con i coetanei i quali rispondono al bisogno di sentirsi valorizzati e riconosciuti.
Ma perché per gli adolescenti risulta essere così importante far parte di un “gruppo dei pari”?
Innanzitutto perché risultano essere i soggetti con i quali prediligono confrontarsi, si rivelano come un punto di riferimento alternativo alla famiglia in un periodo nel quale spesso si tende a contestarla, spesso si configurano come una specie di specchio per il proprio Sé e un sostegno indispensabile per condurre l’adolescente dalla condizione di infante a quella di adulto. Sherif e Sherif definiscono il gruppo adolescenziale come una sorta di laboratorio sociale nel quale i ragazzi possono mettere in gioco loro stessi, attraverso l’espressione di nuovi pensieri e comportamenti, formulando scelte autonome senza la supervisione solerte degli adulti. Il gruppo dei coetanei collabora all’ampliamento delle esperienze dei suoi membri partecipando alla formazione nel ragazzo di valori, idee, atteggiamenti, rappresentazioni sociali e stili di comportamento che risultano essere diversi rispetto a quelli che gli adolescenti hanno acquisito all’interno della famiglia durante l’infanzia. Per il ragazzo, la condivisione di esperienze, emozioni e riflessioni con i coetanei ha nel periodo adolescenziale la finalità di fronteggiare la fatica di crescere, arrivando così a creare un varco di indipendenza dal mondo adulto. Attività svolte in comune hanno, oltre ad una finalità ricreativa, anche l’obiettivo più complesso di stabilizzare e potenziare apprendimenti di natura sociale, come l’impegno che richiede venire accolti all’interno di un gruppo, la capacità rimanerci, l’abilità nell’ottenere uno status superiore, la formazione di una reputazione sociale, il conseguimento di popolarità fra i coetanei.
L’acquisizione di competenze relazionali ha inizio sin dai primi anni di vita nei momenti di gioco e di interazione e continua per tutto l’arco della vita mediante la frequentazione di altre persone.
Per poter entrare o continuare a rimanere all’interno di un gruppo è di fondamentale importanza rispettare il sistema normativo che “vige” entro lo stesso. Oltre a compagnie adolescenziali che mettono in atto comportamenti positivi nei riguardi delle autorità formali e che si conformano alle leggi dettate dalle istituzioni, sono presenti gruppi di ragazzi che, assumendo condotte devianti, si contrappongono a queste norme. Le prime considerano le regole sociali come mezzi essenziali per poter svolgere una vita collettiva positiva, i secondi, invece, si pongono in opposizione rispetto alla comunità, percependo l’atteggiamento deviante come una condotta conforme con l’identità del gruppo stesso, arrivando a produrre in questo modo un sistema normativo interno, ma al contempo contronormativo rispetto a quello della società.

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L’adolescenza è una fase della vita di ricerca e indagine nella quale il ragazzo cerca con forza di distinguersi dai genitori e di identificarsi con i coetanei i quali rispondono al bisogno di sentirsi valorizzati e riconosciuti.
Ma perché per gli adolescenti risulta essere così importante far parte di un “gruppo dei pari”?
Innanzitutto perché risultano essere i soggetti con i quali prediligono confrontarsi, si rivelano come un punto di riferimento alternativo alla famiglia in un periodo nel quale spesso si tende a contestarla, spesso si configurano come una specie di specchio per il proprio Sé e un sostegno indispensabile per condurre l’adolescente dalla condizione di infante a quella di adulto. Sherif e Sherif definiscono il gruppo adolescenziale come una sorta di laboratorio sociale nel quale i ragazzi possono mettere in gioco loro stessi, attraverso l’espressione di nuovi pensieri e comportamenti, formulando scelte autonome senza la supervisione solerte degli adulti. Il gruppo dei coetanei collabora all’ampliamento delle esperienze dei suoi membri partecipando alla formazione nel ragazzo di valori, idee, atteggiamenti, rappresentazioni sociali e stili di comportamento che risultano essere diversi rispetto a quelli che gli adolescenti hanno acquisito all’interno della famiglia durante l’infanzia. Per il ragazzo, la condivisione di esperienze, emozioni e riflessioni con i coetanei ha nel periodo adolescenziale la finalità di fronteggiare la fatica di crescere, arrivando così a creare un varco di indipendenza dal mondo adulto. Attività svolte in comune hanno, oltre ad una finalità ricreativa, anche l’obiettivo più complesso di stabilizzare e potenziare apprendimenti di natura sociale, come l’impegno che richiede venire accolti all’interno di un gruppo, la capacità rimanerci, l’abilità nell’ottenere uno status superiore, la formazione di una reputazione sociale, il conseguimento di popolarità fra i coetanei.
L’acquisizione di competenze relazionali ha inizio sin dai primi anni di vita nei momenti di gioco e di interazione e continua per tutto l’arco della vita mediante la frequentazione di altre persone.
Per poter entrare o continuare a rimanere all’interno di un gruppo è di fondamentale importanza rispettare il sistema normativo che “vige” entro lo stesso. Oltre a compagnie adolescenziali che mettono in atto comportamenti positivi nei riguardi delle autorità formali e che si conformano alle leggi dettate dalle istituzioni, sono presenti gruppi di ragazzi che, assumendo condotte devianti, si contrappongono a queste norme. Le prime considerano le regole sociali come mezzi essenziali per poter svolgere una vita collettiva positiva, i secondi, invece, si pongono in opposizione rispetto alla comunità, percependo l’atteggiamento deviante come una condotta conforme con l’identità del gruppo stesso, arrivando a produrre in questo modo un sistema normativo interno, ma al contempo contronormativo rispetto a quello della società.

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