Author: | Gennaro Tallini | ISBN: | 9788893458498 |
Publisher: | Passerino | Publication: | April 9, 2018 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Gennaro Tallini |
ISBN: | 9788893458498 |
Publisher: | Passerino |
Publication: | April 9, 2018 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
L’«inclita città» (parafrasando l’Incipit di una lettera di Coluccio Salutati a Gaspare Squaro dei Broaspini) di Gaeta, particolarmente nel periodo umanistico e rinascimentale, ha rivestito una importante posizione non solo all’interno delle vicende storiche e geo-politiche del Regno di Napoli, ma anche e soprattutto nell’ambito storico e culturale di tutta la penisola.
Antico ducato e città marinara dagli albori del Medioevo, depositaria di una lingua propria ed autoctona, al centro di scambi commerciali all’interno del Mare Nostrum e almeno importante quanto Napoli, la nostra città nel Quattrocento ed ancor di più nel Cinquecento, si trasforma in autentica porta del regno napoletano, ponendosi al centro della vasta serie di scambi politici, commerciali, culturali che da sempre hanno caratterizzato le coste del basso Tirreno. Sempre divisa tra «il perpetuum negocium di Atena armata ed il sacro ozio delle Muse» (per citare Eugenio Garin), la città ha comunque trovato la forza di costruire una solida struttura culturale che ha resistito al tempo e alle genti.
La lingua “commune” cui si fa riferimento nel titolo di questo lavoro, dunque, è il segno di una continuità culturale che muove dal medioevo e giunge al rinascimento; non solo la lingua letteraria e parlata, dunque, ma una lingua culturale, identificativa di una condizione sociale e culturale di riferimento nel Mediterraneo e foriera di modelli e sviluppi soprattutto nel confronto con le altre realtà italiche e mediterranee.
Gennaro Tallini, Dottore di Ricerca in Lingue e Scienze della Letteratura presso l’Università di Verona, filologo, studioso di letteratura italiana rinascimentale e di storia della stampa, è docente di letteratura italiana presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere dell’università di Verona (SSD 10F1-10F3), dove svolge prevalentemente attività di ricerca nel campo della filologia antiquaria romana e francese nel XVI secolo e, recentemente, anche nel campo della didattica laboratoriale . Il personale profilo scientifico è incentrato sul tema della produzione e della circolazione letteraria a carattere antiquario, anche entro terreni di studio specifici e settoriali, a partire dal testo a stampa nel Cinquecento e la sua sovrapposizione e intersecazione negli ambiti della topografia, della urbanistica rinascimentale e della storiografia cinquecentesca, nei vari contesti della ricostruzione letteraria delle fonti antiche e umanistiche. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni in volume e su riviste scientifiche in ambito letterario e filologico ed è membro della RSA - Renaissance Society of America (socio effettivo dal 2014), dell’Istituto Nazionale di Studi per il Rinascimento Meridionale (socio corrispondente fino al 2014, socio effettivo dal 2015), del Gruppo di Studi sul Cinquecento.
L’«inclita città» (parafrasando l’Incipit di una lettera di Coluccio Salutati a Gaspare Squaro dei Broaspini) di Gaeta, particolarmente nel periodo umanistico e rinascimentale, ha rivestito una importante posizione non solo all’interno delle vicende storiche e geo-politiche del Regno di Napoli, ma anche e soprattutto nell’ambito storico e culturale di tutta la penisola.
Antico ducato e città marinara dagli albori del Medioevo, depositaria di una lingua propria ed autoctona, al centro di scambi commerciali all’interno del Mare Nostrum e almeno importante quanto Napoli, la nostra città nel Quattrocento ed ancor di più nel Cinquecento, si trasforma in autentica porta del regno napoletano, ponendosi al centro della vasta serie di scambi politici, commerciali, culturali che da sempre hanno caratterizzato le coste del basso Tirreno. Sempre divisa tra «il perpetuum negocium di Atena armata ed il sacro ozio delle Muse» (per citare Eugenio Garin), la città ha comunque trovato la forza di costruire una solida struttura culturale che ha resistito al tempo e alle genti.
La lingua “commune” cui si fa riferimento nel titolo di questo lavoro, dunque, è il segno di una continuità culturale che muove dal medioevo e giunge al rinascimento; non solo la lingua letteraria e parlata, dunque, ma una lingua culturale, identificativa di una condizione sociale e culturale di riferimento nel Mediterraneo e foriera di modelli e sviluppi soprattutto nel confronto con le altre realtà italiche e mediterranee.
Gennaro Tallini, Dottore di Ricerca in Lingue e Scienze della Letteratura presso l’Università di Verona, filologo, studioso di letteratura italiana rinascimentale e di storia della stampa, è docente di letteratura italiana presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere dell’università di Verona (SSD 10F1-10F3), dove svolge prevalentemente attività di ricerca nel campo della filologia antiquaria romana e francese nel XVI secolo e, recentemente, anche nel campo della didattica laboratoriale . Il personale profilo scientifico è incentrato sul tema della produzione e della circolazione letteraria a carattere antiquario, anche entro terreni di studio specifici e settoriali, a partire dal testo a stampa nel Cinquecento e la sua sovrapposizione e intersecazione negli ambiti della topografia, della urbanistica rinascimentale e della storiografia cinquecentesca, nei vari contesti della ricostruzione letteraria delle fonti antiche e umanistiche. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni in volume e su riviste scientifiche in ambito letterario e filologico ed è membro della RSA - Renaissance Society of America (socio effettivo dal 2014), dell’Istituto Nazionale di Studi per il Rinascimento Meridionale (socio corrispondente fino al 2014, socio effettivo dal 2015), del Gruppo di Studi sul Cinquecento.