«Melodrammatico feuilleton in cinque episodi sensazionali», come lo definisce lo stesso Amado, anche questo romanzo ha il ritmo incalzante, la solarità, i colori esplosivi, la vitalità che hanno conquistato allo scrittore brasiliano tanti lettori. Arguto cronista delle vicende di Agreste – sonnolenta cittadina dello stato di Bahia che sta per essere investita dal progresso – Amado s’è assunto anche il compito di illustrare i torti e le ragioni dei suoi personaggi. Lo fa inserendosi appena può nella narrazione e discutendo gli eventi con l’amico e collega Fúlvio D’Alembert, messo lì apposta a fare l’avvocato del diavolo. È un fitto intrecciarsi di storie attorno a quella dominante di Tieta, pastora di capre, capretta selvaggia lei stessa, fuggita un giorno dalle dune di Agreste, dove ha conosciuto il sapore dell’uomo e le percosse del padre. Figlia prodiga, maestra d’amore e ispiratrice di poeti locali, Tieta diventerà la Giovanna d’Arco del sertão.
«Melodrammatico feuilleton in cinque episodi sensazionali», come lo definisce lo stesso Amado, anche questo romanzo ha il ritmo incalzante, la solarità, i colori esplosivi, la vitalità che hanno conquistato allo scrittore brasiliano tanti lettori. Arguto cronista delle vicende di Agreste – sonnolenta cittadina dello stato di Bahia che sta per essere investita dal progresso – Amado s’è assunto anche il compito di illustrare i torti e le ragioni dei suoi personaggi. Lo fa inserendosi appena può nella narrazione e discutendo gli eventi con l’amico e collega Fúlvio D’Alembert, messo lì apposta a fare l’avvocato del diavolo. È un fitto intrecciarsi di storie attorno a quella dominante di Tieta, pastora di capre, capretta selvaggia lei stessa, fuggita un giorno dalle dune di Agreste, dove ha conosciuto il sapore dell’uomo e le percosse del padre. Figlia prodiga, maestra d’amore e ispiratrice di poeti locali, Tieta diventerà la Giovanna d’Arco del sertão.