Uomini che lo prendono dalle donne

Fiction & Literature, Short Stories, Romance, Erotica
Cover of the book Uomini che lo prendono dalle donne by Tracy Porn, Tracy Porn
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Author: Tracy Porn ISBN: 9788868550301
Publisher: Tracy Porn Publication: June 10, 2013
Imprint: Language: Italian
Author: Tracy Porn
ISBN: 9788868550301
Publisher: Tracy Porn
Publication: June 10, 2013
Imprint:
Language: Italian

Il testo di circa 5700 parole contiene termini e scene di sesso molto esplicite. Si deve intendere vietato ai minori e destinato a chi apprezza la pornografia.
Di seguito un estratto:

«Forse mi sorprese un pochino rendermi conto che Luca si stava mostrando arrendevole, ma in realtà non era affatto strano: lo avevo tirato scemo, con i miei trasporti amorosi al limite della follia, ed era praticamente disposto a tutto. Lo posizionai nel modo più corretto possibile, con un cuscino sotto i reni, e il cazzo duro facile da masturbare. Strinsi forte la base dell’asta della carne eretta, strappando a Luca un gemito. Lui cercò le mie tette, e prese a torturarne i capezzoli. Nella confezione che conteneva lo strap-on era presente anche un campiocino di lubrificante, cui all’inizio avevo rivolto solo uno sguardo distratto, ma che comunque avevo sott’occhio. Sempre senza abbandonare gli occhi del mio fidanzato, versai il gel sulla punta delle dita e cominciai a spalmarlo contro il buco terrorizzato eppur curioso, avendo cura di lavorarne i muscoli d’entrata con movimento rotatorio. Ogni volta che mettevo in atto quell’anticipazione, botte di calore mi partivano dalla figa arrivandomi fino alla gola. Sapevo che lui ne era consapevole perché socchiudeva le labbra passandosi la punta della lingua sugli incisivi, ansimando. Mi presi un momento di pausa che sembrò lunghissimo a entrambi per il carico di aspettativa che si portava dietro, poi passai la rimanenza del lubrificante sulla punta del fallo retto dagli strap-on. Respirai a fondo esattamente come Luca, poi poggiai la cappella contro la rosetta dell’ano, mentre sfruttavo al meglio il gel rimasto sulla mano regalando al mio amore una sega da primato. Entrai per un terzo, col movimento più fluido che mi riuscì: rimase senza fiato, ma non si oppose. Io colavo fluido dalla figa per l’eccitazione e mi sembrava di avere la febbre. Entrai ancora un pochino in un terreno particolarmente delicato. La cosa terribile era che il dolore che leggevo nei suoi occhi mi eccitava sempre di più: vedevo in essi quello che provavo io quando venivo penetrata dal suo cazzo. Sono partita per la tangente e ho cominciato a cavalcarlo come una pazza. Credo che mi abbia chiesto di fermarmi, ma solo all’inizio. Poi si è lasciato andare all’effetto della mia sega e ai colpi che gli sparavo nel retto, e da lì non ricordo praticamente nulla. Sono tornata cosciente dopo un tempo imprecisato: devono essere stati i fiotti di sborra sulla mano a riportarmi sul pianeta terra. Mi sono resa conto di avergli lavorato l’ano per oltre venti minuti e quando ho sfilato lo strap-on c’erano tracce di sangue. Ho dovuto aiutare Luca a rimettersi in piedi e per una settimana è stato assente dal lavoro. Ma dopo otto giorni lo stavo inculando un’altra volta. E sono andata avanti per mezz’ora.»

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Il testo di circa 5700 parole contiene termini e scene di sesso molto esplicite. Si deve intendere vietato ai minori e destinato a chi apprezza la pornografia.
Di seguito un estratto:

«Forse mi sorprese un pochino rendermi conto che Luca si stava mostrando arrendevole, ma in realtà non era affatto strano: lo avevo tirato scemo, con i miei trasporti amorosi al limite della follia, ed era praticamente disposto a tutto. Lo posizionai nel modo più corretto possibile, con un cuscino sotto i reni, e il cazzo duro facile da masturbare. Strinsi forte la base dell’asta della carne eretta, strappando a Luca un gemito. Lui cercò le mie tette, e prese a torturarne i capezzoli. Nella confezione che conteneva lo strap-on era presente anche un campiocino di lubrificante, cui all’inizio avevo rivolto solo uno sguardo distratto, ma che comunque avevo sott’occhio. Sempre senza abbandonare gli occhi del mio fidanzato, versai il gel sulla punta delle dita e cominciai a spalmarlo contro il buco terrorizzato eppur curioso, avendo cura di lavorarne i muscoli d’entrata con movimento rotatorio. Ogni volta che mettevo in atto quell’anticipazione, botte di calore mi partivano dalla figa arrivandomi fino alla gola. Sapevo che lui ne era consapevole perché socchiudeva le labbra passandosi la punta della lingua sugli incisivi, ansimando. Mi presi un momento di pausa che sembrò lunghissimo a entrambi per il carico di aspettativa che si portava dietro, poi passai la rimanenza del lubrificante sulla punta del fallo retto dagli strap-on. Respirai a fondo esattamente come Luca, poi poggiai la cappella contro la rosetta dell’ano, mentre sfruttavo al meglio il gel rimasto sulla mano regalando al mio amore una sega da primato. Entrai per un terzo, col movimento più fluido che mi riuscì: rimase senza fiato, ma non si oppose. Io colavo fluido dalla figa per l’eccitazione e mi sembrava di avere la febbre. Entrai ancora un pochino in un terreno particolarmente delicato. La cosa terribile era che il dolore che leggevo nei suoi occhi mi eccitava sempre di più: vedevo in essi quello che provavo io quando venivo penetrata dal suo cazzo. Sono partita per la tangente e ho cominciato a cavalcarlo come una pazza. Credo che mi abbia chiesto di fermarmi, ma solo all’inizio. Poi si è lasciato andare all’effetto della mia sega e ai colpi che gli sparavo nel retto, e da lì non ricordo praticamente nulla. Sono tornata cosciente dopo un tempo imprecisato: devono essere stati i fiotti di sborra sulla mano a riportarmi sul pianeta terra. Mi sono resa conto di avergli lavorato l’ano per oltre venti minuti e quando ho sfilato lo strap-on c’erano tracce di sangue. Ho dovuto aiutare Luca a rimettersi in piedi e per una settimana è stato assente dal lavoro. Ma dopo otto giorni lo stavo inculando un’altra volta. E sono andata avanti per mezz’ora.»

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