Criticare diceva il filosofo Michel Foucault è una delle cose più facili che gli esseri umani sanno fare. La nostra società, a cominciare dalle piccole cose quotidiane, in famiglia come sul lavoro, è segnata dalla diffidenza, dall'ansia, dalla frustrazione. Critichiamo tutto e tutti, in continuazione, perché non siamo soddisfatti di ciò che abbiamo, ma soprattutto perché vogliamo avere ragione. La chiave del cambiamento sta nel trasformare le critiche in forme speciali di desiderio: non più parole che feriscono, svalutano, sminuiscono, respingono, ma parole con cui ci apriamo all'emergenza e agli altri, anche quelli che non sopportiamo, prendendoci cura di loro, interpretandone i bisogni, le aperture come le chiusure. Questo libro inaugura un atteggiamento nuovo, un micromisticismo applicato alla vita quotidiana. Secondo Ludovica Scarpa la critica può diventare un regalo, all'insegna di un rinascimento comunicativo che superi la cultura della paura e del controllo, il linguaggio del rifiuto: essere critici ed empatici, autentici e gentili, anche se il mondo intero sembra avercela con noi, spezzando il circolo vizioso del risentimento e lasciando emergere lo stupore e il sorriso.
Criticare diceva il filosofo Michel Foucault è una delle cose più facili che gli esseri umani sanno fare. La nostra società, a cominciare dalle piccole cose quotidiane, in famiglia come sul lavoro, è segnata dalla diffidenza, dall'ansia, dalla frustrazione. Critichiamo tutto e tutti, in continuazione, perché non siamo soddisfatti di ciò che abbiamo, ma soprattutto perché vogliamo avere ragione. La chiave del cambiamento sta nel trasformare le critiche in forme speciali di desiderio: non più parole che feriscono, svalutano, sminuiscono, respingono, ma parole con cui ci apriamo all'emergenza e agli altri, anche quelli che non sopportiamo, prendendoci cura di loro, interpretandone i bisogni, le aperture come le chiusure. Questo libro inaugura un atteggiamento nuovo, un micromisticismo applicato alla vita quotidiana. Secondo Ludovica Scarpa la critica può diventare un regalo, all'insegna di un rinascimento comunicativo che superi la cultura della paura e del controllo, il linguaggio del rifiuto: essere critici ed empatici, autentici e gentili, anche se il mondo intero sembra avercela con noi, spezzando il circolo vizioso del risentimento e lasciando emergere lo stupore e il sorriso.