Apparse nel 1827 e subito salutate come "il libro meglio scritto del secolo", le "Operette morali" si caratterizzano per una scrittura cristallina e si compongono di una serie di dialoghi e novelle spesso declinati in chiave umoristica per indurre i lettori al sorriso. Al di sotto di questa leggerezza di superficie vi trovano però espressione le idee di Leopardi sull’amara condizione dell’uomo e sulle possibili vie di fuga. Dopo aver ragionato sui lunghi tempi di composizione, sulla genesi dei testi e sull’evoluzione delle "Operette", l’autore illustra il ruolo che il "ridere" ha nel loro impianto: un riso che può essere forse inteso come la lezione più profonda e aperta di questo capolavoro della nostra letteratura.
Apparse nel 1827 e subito salutate come "il libro meglio scritto del secolo", le "Operette morali" si caratterizzano per una scrittura cristallina e si compongono di una serie di dialoghi e novelle spesso declinati in chiave umoristica per indurre i lettori al sorriso. Al di sotto di questa leggerezza di superficie vi trovano però espressione le idee di Leopardi sull’amara condizione dell’uomo e sulle possibili vie di fuga. Dopo aver ragionato sui lunghi tempi di composizione, sulla genesi dei testi e sull’evoluzione delle "Operette", l’autore illustra il ruolo che il "ridere" ha nel loro impianto: un riso che può essere forse inteso come la lezione più profonda e aperta di questo capolavoro della nostra letteratura.